Atta: “Non è vero che sembro Bellingham. Champions, Nazionale e gol: i miei obiettivi” | OneFootball

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·19 novembre 2025

Atta: “Non è vero che sembro Bellingham. Champions, Nazionale e gol: i miei obiettivi”

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Arthur Atta, rivelazione dell’Udinese, ha parlato alla Gazzetta dello Sport toccando diversi temi. Di seguito le sue parole.

In estate aveva detto che sognava di segnare un gol in serie A. Lo ha realizzato facendo gol nella vittoria dell’Udinese a San Siro contro l’Inter. «Ora sogno di farne quanto prima uno nel mio stadio a Udine, davanti ai nostri tifosi».


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Atta, si rende conto che la sua vita sta cambiando? Vengono a vederla i grandi club, ci sarebbe l’interesse del Napoli. Ne ha parlato per caso col suo ex compagno Lorenzo Lucca che ora sta lì?«No. Mai. L’ho salutato un giorno che era in videochiamata con Iker Bravo. Sono molto amici. Non so se sia vero tutto questo interesse. Io cerco di dare tutto me stesso sul campo, voglio aiutare l’Udinese a stare nella parte sinistra della classifica, quello deve essere il nostro obiettivo. E poi migliorarmi, come le ho detto, sono nel posto giusto per crescere. Quel che posso dire è che la serie A mi piace, ora la conosco, sono già qui. Ma non penso davvero a cosa dirà il futuro».

È vero che lei sta aiutando tanto l’Udinese che ha 15 punti. È il secondo giocatore per minutaggio dopo il capitano e mediano Karlstrom. Avete battuto Inter e Atalanta e ora arriva il Bologna, in formissima.«Credo che siamo sulla strada giusta, poi tutti dobbiamo sempre migliorare. Dovevamo vincere la gara col Cagliari, ci mancano quei punti. Quanto a me, sento la fiducia di mister Runjaic, che mi dà tanti consigli. Penso, da mezzala sinistra, di aver trovato la giusta collocazione in campo. Mi dà libertà. Aver fatto tanti ruoli da ragazzino mi ha aiutato. In Francia ho giocato ovunque, attaccante, ma pure davanti alla difesa».

Lei è cresciuto alla scuola del Rennes, frequentata anche da campioni come Dembelé, Camavinga, Doué. Cosa insegnano?«Che puoi fare la differenza, la sfrontatezza. Da fermo puoi usare la tua qualità per uscire da una situazione».Quel che lei fa quando prova il dribbling.«Esatto. A tutti piace dribblare. Fare il gesto. Ma io lo uso in quel modo. Devi sempre essere messo bene nel campo, sapere dove sono i compagni ma pure gli avversari. Il calcio è libertà, è ancora un gioco. Ma io voglio sempre vincere».

In cosa è migliorato così tanto?«Nel prendermi le responsabilità. Passaggio, dribbling, tiro. Ora so che se sono libero e ho l’occasione devo tirare. Mi piace essere decisivo».

E l’Udinese come è cresciuta?«Abbiamo perso Bijol, Thauvin e Lucca. Ma tanti di noi sono rimasti e sappiamo meglio quel che vuole Runjaic. Siamo più squadra e ci sono meno individualismi. È vero, prendiamo troppi gol (seconda peggior difesa della A con 17 subiti). Perché dopo che subiamo una rete vogliamo subito andare a segnare e ci scopriamo».

Siete passati da Thauvin e Lucca a Zaniolo e David, o Bayo, o Buksa. Meglio o peggio?«Tutto diverso. Difficile dirlo. Thauvin, gran fuoriclasse, era un 10 a cui piaceva fare il gioco, il passaggio. Stessa cosa fa ora al Lens. Lucca aveva fame davanti alla porta. Viveva per segnare. Zaniolo ha tanta qualità davanti. Un talento. Il giocatore che più mi ha stupito quest’anno. È più fisico di Thauvin e si è integrato bene, è più attaccante e quando ha davanti la porta può sempre segnare. In Francia ne sentivo parlare quando lui era alla Roma. Ora ho capito il perché. David partecipa più al gioco, gli piace, e ha un buon controllo di palla; Bayo cerca la profondità. Buksa è molto esperto, sa fare gol e lavora tanto per la squadra. Il più giovane Gueye (classe 2006 che arriva dal Metz come Atta, ndr) è molto veloce, ha un buon gioco aereo, è ambidestro. Può arrivare».

Buksa ha detto recentemente che lei sembra Bellingham, che le manca solo l’ultimo passaggio per essere top.«Non è vero che sembro Bellingham, è vero che devo migliorare nell’ultimo passaggio. Nel mio ruolo, in A, ci sono due fenomeni come Anguissa e McTominay».

La Francia ha richiamato il suo amico Thauvin, ma non ha ancora chiamato lei. Ci spera?«Flo mi dice che sono tutti davvero fortissimi. È dura, c’è troppa qualità. Mai parlato con Deschamps».

Facciamo un gioco: scelga tra Champions e Nazionale.«Nazionale francese».

È vero che gioca con troppa leggerezza, ama la giocata: quel palo di Roma è figlio della sua leggerezza?«La palla andava veloce, non ho avuto il tempo di mettermi come volevo».

Chiudiamo: in estate ha detto che era single, questo cambio di passo le ha portato tante fans?«Resto single. Non ci penso. Ci sarà il tempo».

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