Calcionews24
·25 décembre 2024
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Il meglio dell’anno in una serie di frasi. Tra previsioni azzeccate, sbagliate, ricordi e polemiche. Ecco il mese di settembre.
Fabio Capello: «Cosa manca alla Juve? Il tempo, innanzitutto il tempo. Come ho già detto, l’Inter è una macchina rodata che viaggia a pieni giri. Può avere qualche piccolo intoppo, ma ha certezze acquisite come basi. Inzaghi l’allena da tre anni, ha fatto una finale di Champions e vinto uno scudetto. La Juve, invece, è ancora in costruzione. Koopmeiners è arrivato da qualche giorno e non si allenava da parecchio. L’ultima partita ufficiale, se non sbaglio, l’aveva giocata mesi fa… Discorso simile per Conceiçao e Gonzalez, anche loro all’esordio a Torino. Mentre Thuram si è fatto male subito e Douglas Luiz deve crescere di condizione. Insomma, non abbiamo ancora visto la vera Juve di Motta fatta e finita, sebbene le premesse facciano ben sperare».
Mauro Tassotti: «La squadra ha poco equilibrio, si spacca in due e prende gol in contropiede. Credo che si voglia difendere più di reparto rispetto allo scorso anno quando si vedeva l’uomo contro uomo. Ma non so quanto tempo abbiano avuto a disposizione per lavorarci: Pavlovic ed Emerson sono arrivati dopo e non è che le cose nascono così. Intesa e perfezione dei movimenti non si ottengono schioccando le dita, ci vogliono tempo e applicazione. E soprattutto devono difendere da squadra: e se il Milan vuole avere una trazione offensiva, serve che gli stessi giocatori d’attacco aiutino in fase difensiva. E non parlo solo di Leao: nel calcio moderno si difende e si attacca in undici. I difensori non sono in grado di difendere in parità se non in inferiorità numerica, serve l’aiuto di tutti».
Zvonimir Boban: «Rispetto tanto il lavoro fatto da Fonseca allo Shakhtar, al Lilla e al suo inizio a Roma. È appena arrivato a Milano e bisogna dargli tempo, ma quello che mi preoccupa è che non abbia ancora la certezza che questa squadra può e deve giocare solamente con il 4-3-3, con Bennacer davanti alla difesa e non in panchina. Così le mezzali possono dare equilibrio e aiuto agli esterni super offensivi come Leao e Pulisic. Reijnders non può giocare a due in mezzo, Loftus non è creativo per fare il dieci. Sono due mezzali, sono dei cursori e portatori di palla, non veri organizzatori di gioco. Fonseca è all’inizio, è intelligente e spero si possa correggere perché al di là dei risultati il problema è il gioco, che per ora non esiste».
Olivier Giroud: «Ibra è Ibra, anche da dirigente. Conosce molto bene il calcio e il Milan soprattutto. Se scegli Zlatan, come ha fatto RedBird, devi fidarti: Ibra deve avere carta bianca».
Wesley Sneijder: «Un vecchio proverbio olandese dice: “Ogni inizio è… difficile”. Questo, poi, lo è particolarmente: c’è molta pressione sull’Inter che ha vinto uno scudetto storico e ha tutto per ripetersi. In generale, la squadra non si è potuta allenare con continuità, e questo vale soprattutto per Lautaro, anche così si spiega la partita negativa di Monza. Credetemi, però: non c’è nessun allarme, niente di cui preoccuparsi. La squadra è forte, ha radici solide. Ma è anche vero che quest’anno ha rivali più agguerrite».
Antonio Conte: «Il vantaggio è che puoi allenare la squadra per tutta la settimana, lo svantaggio è che non è competitiva come quelle che giocano in Europa. Detto questo, continuiamo a lavorare, lo facciamo per avverare i sogni ma la realtà dice che siamo molto lontani per fare voli pindarici».
Zdenek Zeman: «Alla Juventus Schillaci si impose immediatamente e penso che chi ebbe modo di vederlo e di conoscerlo non abbia mai avuto dubbi che riuscisse a dimostrare ciò che si portava dentro. Una fame per il gol che lo aiutava a divorare i palloni: non aveva un solo modo di far gol, ne conosceva tanti; e non c’era uno schema che preferisse a un altro, lui la porta la sentiva anche se non la vedeva».
Michel Platini: «La soluzione per il calcio? Bisognerebbe forse togliere un giocatore e giocare in dieci. Nel Novecento si è iniziato a giocare in undici, ma allora i giocatori correvano meno, erano più lenti ed anche meno forti fisicamente».