Buffon e quella rivelazione sul futuro in un club: «Non mi precludo nulla, anche al di fuori della Juventus. A meno che non si tratti di…» | OneFootball

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·4 novembre 2025

Buffon e quella rivelazione sul futuro in un club: «Non mi precludo nulla, anche al di fuori della Juventus. A meno che non si tratti di…»

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Buffon e quella rivelazione sul futuro in un club: «Non mi precludo nulla, anche al di fuori della Juventus. A meno che…». Le dichiarazioni dell’ex portiere

Gianluigi Buffon, attuale capo delegazione della Nazionale Italiana, è intervenuto al podcast Viva el fútbol, dove ha affrontato diversi temi cruciali legati al suo ruolo in FIGC e alle sue ambizioni future.

Interrogato su cosa sogni per la sua carriera “da grande”, Buffon ha svelato di ambire a un ruolo operativo di primo piano, senza chiudere le porte a nessuna esperienza, ad eccezione di contesti specifici.


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«Come mi vedo ‘da grande’? Mi piacerebbe diventare responsabile della parte sportiva di una società. Non mi precludo nulla al di fuori di Juventus e Nazionale, perché se voglio essere un professionista non posso porre limiti, a meno che non si tratti di qualcosa in contrasto con i miei valori o il mio passato. Un vero professionista deve considerare ogni opportunità, se vuole lavorare seriamente».

L’ex portiere ha poi spiegato le motivazioni che lo hanno spinto a restare nel suo ruolo con gli Azzurri, nonostante l’amarezza seguita all’ultimo Europeo, sottolineando la forza del gruppo e la bontà delle scelte fatte.

«Dopo la delusione era normale avere dei dubbi, ma la forza della squadra mi ha convinto: abbiamo ragazzi di grande valore. In un momento di confusione abbiamo dimostrato indipendenza nel fare scelte magari controcorrente, ma giuste. È questo il modo migliore di fare calcio: non sempre si azzeccano le decisioni migliori, ma si possono prendere quelle più giuste».

Infine, Buffon ha voluto chiarire la natura del suo incarico federale, descrivendolo come un ruolo più attivo e vicino al campo rispetto ai suoi illustri predecessori, grazie all’esperienza accumulata in carriera.

«Il mio non è il classico ruolo di capo delegazione come Riva o Vialli. Ho qualche mansione in più legata al campo. In trent’anni di carriera ad alti livelli credo di essermi portato dietro qualcosa di utile, sia per una società che per la Nazionale».

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