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·7 novembre 2025

😱 Chiellini: “La Juve ha dovuto vendere talenti per sanare i bilanci”

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Giorgio Chiellini, Director of Football Strategy della Juventus, ha raccontato il suo percorso dirigenziale in occasione Football Business Forum in SDA Bocconi, come riporta TMW:

“Il mio ruolo cerca di combinare e stare vicino alla parte sportiva cercando di crescere in un ambito piĂč istituzionale con un ruolo che eredito da Francesco Calvo che l’anno scorso mi ha introdotto in questo ambiente e quello che facevo in ambito nazionale lo faccio oggi anche a livello internazionale. A livello aziendale sto affiancando Comolli in tutto quello che Ăš la gestione del club. Non mi sono mai sentito allenatore. Sto cercando di passare ad un altro tipo di ruolo anche se credo che si possa mantenere la leadership. Ogni anno iniziava la stagione e il gruppo dei calciatori rappresenta 25 aziende, non calciatori, con obiettivi singoli e si cerca di creare gerarchie per l’obiettivo di squadra facendo capire che senza unitĂ  di intenti non si centra l’obiettivo anche le 25 aziende singole vanno male. Poi hai anche tu, da giocatore di leadership, hai i tuoi “capi” dall’allenatore alla societĂ  fino alla proprietà”.


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Quanto Ăš grosso il gap tra Premier League e Serie A? “Aggiungerei anche Champions League che diventa un competitor importante della Serie A con il calcio che si sta globalizzando sempre di piĂč con un esempio concreto per i diritti del 2027. La Serie A non credo possa raggiungere la Premier League ma debba avere un miglioramento se vuole sopravvivere con l’interesse verso la Serie A all’estero che sta calando e bisogna cambiare strategia con la volontĂ  di avere i migliori calciatori che sono la cosa che davvero attrae lo spettatore. Al momento non c’ù un tavolo unico che vuole parlare della crescita collettiva. Non vogliamo essere una lega che cresce i calciatori e poi li vede andare via. Investire solamente nel calcio Ăš un rischio molto grande se non si ha un pensiero di insieme e i club italiani sono anche a buon mercato ma poi si riscontrano le difficoltĂ . Basti pensare a Pallotta a Roma, arrivato per costruire lo stadio e adesso dopo 10-15 anni siamo ancora a zero. A Milano c’ù un segnale, e penso che gli imprenditori vogliano investire nel calcio italiano con la burocrazia che deve aiutarli senza perdere l’opportunitĂ  lasciandoli andare”.

Sulla Juventus: “Ha due grandi obiettivi: sostenibilità e risultati sportivi. Purtroppo arriviamo da bilanci in negativo, specialmente in epoca Covid e quelli di due anni con un rosso importante per via della mancata qualificazione in Champions, 26/27 possibilità di arrivare al breakeven siamo stati pionieri nelle seconde squadre e ne stiamo raccogliendo i benefici, ci stiamo godendo Yildiz, poi per i problemi di bilancio abbiamo dovuto anche sacrificare dei talenti, ma questo ù anche uno degli obiettivi per cui si ù lavorato. Adesso abbiamo una base solida anche a livello di sponsorship e speriamo che sostenga il tutto. Ne eravamo a conoscenza della procedura UEFA per il FPF. Sarà una multa con un nuovo settlement agreement, ma non ci sarà obbligo di un’operazione straordinaria, ma sicuramente dovremo continuare in quel percorso che abbiamo iniziato qualche anno fa, ma soprattutto ottenere la Champions. Abbiamo visto il Milan quest’anno e l’Inter che ha ottenuto risultati straordinari mettendo a posto i conti. Ci sono appunto i risultati in Champions e il Mondiale che per ora ù ogni quattro anni e poi vedremo l’obiettivo. Arrivare in finale e uscire al group stage ù un’enorme differenza rispetto al quarto posto o la vittoria del campionato”.

Sugli eventi futuri: “Allo stadio lanceremo tanti eventi, siamo partiti con il rugby e questa estate ci saranno i primi concerti. Stiamo provando a portare avanti l’idea di ospitare eventi ben piĂč superiori del numero delle partite. Il discorso Ăš quello di riuscire ad arrivare piĂč in profonditĂ  su quello che vogliono i tifosi. Ora c’ù una lacuna importante ed Ăš un progetto sui cui abbiamo iniziato a lavorare. Avere una maggiore fan base si permette di avere una attrattivitĂ  maggiore con gli sponsor. Stiamo cercando di rendere lo stadio sempre piĂč attraente con attivitĂ  particolari, ma dobbiamo migliorare la raccolta dei dati. Il livello in USA si sta alzando, ma il salary cap sta dando la possibilitĂ  di mantenere alta la competitivitĂ , anche se non sta esplodendo il movimento anche per via di questo: non si possono ingaggiare troppe stelle con il campionato che ha 7-8 giocatori al livello della Serie A fino ad arrivare a giovanissimi che non farebbero un settore professionistico giovanile in Italia. Media spettatori 20-25mila, riescono a dare un prodotto per il loro livello, ma ce la fanno, per via della loro concezione dello sport che Ăš piĂč spettacolare rispetto a noi, e per loro Ăš un’esperienza magari piĂč simile al teatro, al cinema, e da loro funziona”.

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