Como travolgente, Torino affondato: al Grande Torino è 5-1 per la squadra di Fabregas | OneFootball

Il Como vola, il Torino crolla. Al “Grande Torino” arriva una lezione durissima per i granata, travolti 5-1 da una formazione, quella di Fabregas, che continua a stupire per continuità, qualità e personalità. Per i lombardi è una vittoria pesantissima, che li porta a soli tre punti dall’Inter e alimenta un sogno chiamato Champions League. Per il Torino, invece, si interrompe nel modo peggiore la striscia di sei risultati utili consecutivi: una serata da dimenticare, soprattutto per come è arrivato il tracollo nella ripresa.

Crollo granata: Fabregas fa festa, Baroni sprofonda nella ripresa

Il match era cominciato con equilibrio, con il Como più brillante nel palleggio e un Torino costretto a stringere i denti tra assenze e improvvisi acciacchi. Baroni perde Adams nel pomeriggio per un attacco gastrointestinale, oltre ai già out Simeone, Ilic e Coco. La scelta ricade così su un Zapata finalmente titolare dopo oltre un anno, affiancato da Ngonge. Dall’altra parte Fabregas propone un tridente mobile: Addai, Paz e Rodriguez a sostegno di Morata.

Paradossalmente, però, è proprio lo spagnolo a sciupare le due occasioni più nitide del primo tempo: prima un colpo di testa fuori misura, poi un tiro a botta sicura neutralizzato da un super Paleari. E, come spesso accade, gli errori pesano: al 37’, dopo un’altra accelerazione devastante di Rodriguez, Addai firma lo 0-1 con freddezza chirurgica. Il Torino reagisce e trova il pari allo scadere della prima frazione: un tocco sfortunato di Rodriguez provoca un rigore confermato dal VAR, che Vlasic trasforma con lucidità glaciale. Sull’1-1 l’inerzia potrebbe cambiare, ma il Como rientra in campo con un’altra marcia.

La squadra di Fabregas segna subito il 2-1 ancora con Addai, con la complicità di Paleari. Poi arriva la valanga: Ramon di testa firma il tris, Paz cala il poker con un tocco da rapace e Baturina chiude il pomeriggio nero del Torino sfruttando un errore di Tameze. È dominio puro, senza appello.

Andrea Alati