Doppia Curva, la sentenza scuote San Siro: “Inter in posizione di sudditanza verso gli ultrà, affari illeciti da oltre 100 mila euro l’anno nella Curva Milan” | OneFootball

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·16 décembre 2025

Doppia Curva, la sentenza scuote San Siro: “Inter in posizione di sudditanza verso gli ultrà, affari illeciti da oltre 100 mila euro l’anno nella Curva Milan”

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Le motivazioni della sentenza firmata dalla gup di Milano Rossana Mongiardo aprono uno squarcio inquietante sui rapporti tra le società calcistiche milanesi e i gruppi ultras organizzati.

Doppia Curva, la sentenza scuote San Siro: “Inter in posizione di sudditanza verso gli ultrà, affari illeciti da oltre 100 mila euro l’anno nella Curva Milan”

In quasi 300 pagine, il provvedimento giudiziario ricostruisce un sistema strutturato di potere, intimidazioni e interessi economici illeciti che ha portato a condanne complessive per circa 90 anni di carcere nei confronti di 16 imputati.


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Inter e Curva Nord: un rapporto di sudditanza

Secondo quanto emerge dagli atti, “le indagini hanno evidenziato che la società interista si trovava in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli, seppur obtorto collo”. Una condizione che, sempre secondo la giudice, avrebbe favorito indirettamente le attività degli ultras, trasformando la curva nerazzurra in “un mero contesto materiale di copertura” per una serie di business illegali.

Il quadro delineato è ancora più grave perché inserito in un contesto criminale organizzato. La Curva Nord, infatti, avrebbe operato all’interno di “un rapporto di protezione di matrice mafiosa”, con il sostegno e l’“avallo” del clan Bellocco, storicamente legato alla ’ndrangheta.

Curva Sud Milan: gestione esclusiva e profitti illeciti

Non meno pesanti sono le valutazioni sulla Curva Sud rossonera. La “volontà di non spartire con nessuno la gestione e gli introiti” avrebbe rappresentato il motore principale di azioni intimidatorie e violente, finalizzate al controllo totale delle attività economiche legate allo stadio.

Tra queste, spicca la rivendita dei biglietti, considerata una delle principali fonti di guadagno illecito, capace di generare introiti superiori ai “100 mila euro all’anno”. Un sistema che, secondo la ricostruzione giudiziaria, garantiva flussi di denaro costanti e consolidava il potere dei vertici ultras.

Il “patto” tra le curve e le condanne

La sentenza riconosce tutte le imputazioni contestate, comprese due associazioni per delinquere e l’esistenza di un vero e proprio “patto” tra la Curva Sud milanista e la Curva Nord interista per la gestione degli affari illegali. Per quest’ultima è stata inoltre riconosciuta l’aggravante mafiosa, proprio per i legami accertati con la criminalità organizzata calabrese.

Le pene più severe sono state inflitte ai leader delle due curve: dieci anni di reclusione ciascuno per Andrea Beretta, storico capo della Curva Nord interista e oggi collaboratore di giustizia, e per Luca Lucci, figura di riferimento della Curva Sud milanista. Tra i reati riconosciuti figurano anche un omicidio recente, quello del 2024 di Antonio Bellocco, rampollo dell’omonima cosca, e un tentato omicidio risalente a sei anni fa.

Una sentenza che segna un punto di svolta

Le motivazioni della gup Mongiardo rappresentano un passaggio cruciale nel contrasto alle infiltrazioni criminali nel calcio italiano. Il quadro emerso descrive curve trasformate in centri di potere paralleli, capaci di condizionare società sportive, gestire affari milionari e intrecciare rapporti con la mafia.

Un verdetto destinato a far discutere a lungo e a riaprire il dibattito sulla governance degli stadi, sulla sicurezza e sul ruolo delle società nei confronti delle frange più estreme del tifo organizzato.

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