«È come allenare la Nazionale dell’AIA»: la nuova vita di Daniele Orsato. «Ecco cosa farò nella mia accademia per gli arbitri. E su una nuova regola dico che va benissimo…» | OneFootball

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Calcionews24

·12 juillet 2025

«È come allenare la Nazionale dell’AIA»: la nuova vita di Daniele Orsato. «Ecco cosa farò nella mia accademia per gli arbitri. E su una nuova regola dico che va benissimo…»

Image de l'article :«È come allenare la Nazionale dell’AIA»: la nuova vita di Daniele Orsato. «Ecco cosa farò nella mia accademia per gli arbitri. E su una nuova regola dico che va benissimo…»

Ecco la nuova vita di Orsato dopo aver arbitrato in Serie A. Il suo racconto su questa nuova avventura

Un cambio al vertice che ha il sapore di una rivoluzione, un segnale forte per tutto il movimento. Appena appeso il fischietto al chiodo dopo una carriera straordinaria, Daniele Orsato è stato nominato nuovo designatore della CAN C. Una scelta di enorme prestigio da parte dell’AIA, che affida la crescita degli arbitri di Serie C a una delle figure più autorevoli e rispettate del panorama internazionale.

L’ex fischietto di Schio, che vanta partecipazioni a Mondiali, Europei e una finale di Champions League, porta con sé un bagaglio di esperienza inestimabile in un campionato notoriamente complesso e formativo. La sua missione sarà chiara: accelerare la maturazione della nuova generazione di direttori di gara, trasmettendo non solo competenza tecnica, ma anche quella capacità di gestione della pressione che lo ha sempre contraddistinto.


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In una lunga e attesa intervista, la prima dopo la sua nomina, Orsato ha parlato oggi a La Gazzetta dello Sport per delineare la sua visione, i suoi obiettivi e le sfide che attendono il futuro della classe arbitrale italiana.

L’INCARICO – «Ho accettato perché la mia famiglia mi ha detto che un no sarebbe stato come rifiutare la Nazionale. Il presidente Zappi che mi dà questo incarico, permettendomi di portare i miei uomini, è come poter allenare la Nazionale dell’Aia. La mia famiglia non entrava nel merito quando arbitravo ma ora la coinvolgo in ogni scelta. Qualsiasi scelta. E quando mi hanno detto “Noi puoi rifiutare”, beh, ho capito bene tutto: non potevo dire di no».

IL DESIGNATORE – «Ma mettere un arbitro a fare una partita è il meno, faccio sì il designatore ma prima insegno, alleno, li formo e li curo. Io voglio creare un principio in stile accademia, allenarli e prepararli, un laboratorio di crescita perché se vedrò un arbitro, in futuro, restare un solo anno in A o n B, beh, allora vuole dire che il lavoro non sarà stato fatto bene. Chi va in A e in B deve restarc fino a fine carriera».

NEL 2006 DESIGNATORE DELLA A E B – «Adesso sono immerso in questa esperienza fantastica e non ho certo voglia di farmi distrarre».

LE NUOVE REGOLE – «Entro nel merito di ciò che c’è già: la regola degli otto secondi di possesso dei portieri è una gran cosa e si è visto al Mondiale per club»

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