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·14 janvier 2025

Evelina Christillin: «Andrea Agnelli vive in Olanda e lavora per la Superlega»

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L’avventura di Evelina Christillin negli esecutivi di UEFA e FIFA non andrà avanti per un terzo mandato. I motivi vanno ricercati in quel 2021 che ha segnato un anno spartiacque nel calcio europeo e mondiale con il tentativo di alcuni club di introdurre una competizione parallela, e gestita interamente da loro, come la Superlega.

«Divento vecchia. Poi nel 2021, la sera della proclamazione della Superlega, a Montreux, ero già pronta a lasciare – ha raccontato Christillin all’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport –. Molti pensavano che io sapessi, quasi una quinta colonna della Juve. Ceferin mi chiese di restare. Risposi: “Solo un mandato”. Infine, il 2025 doveva essere l’anno in cui avrei chiuso con calcio, banche e Museo Egizio di Torino dove però resto: il ministro Giuli mi ha confermato per altri quattro anni».


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L’avventura nel calcio era iniziata nel 2016: «Ero molto ingenua e ignorante di alcune questioni, ma innamorata del calcio, pronta a imparare. All’inizio ho lavorato con Ceferin, anche lui erede di Giorgio Tavecchio che ebbe l’idea di candidarci». Ed ecco la prima donna europea nel Consiglio FIFA, ma nessun problema su questo: «Avevo un curriculum credibile. Ma il retaggio della gestione Blatter si sentiva. Infantino aveva fatto partire l’operazione tagli e mi mise nella task force. Basta limousine privata, prima classe, diaria per accompagnatori. Dall’opposizione di alcuni, capii che quel mondo non aveva senso».

«Rifarei tutto altre cento volte. Così come sono sicura di aver trovato il momento giusto per chiudere. Prima che me lo chiedano altri – continua Christillin –. Superlega? Lì ragione e cuore si sono un po’ separati. C’erano cinquant’anni di vita con la mia Juve e una famiglia alla quale sono legatissima, gli Agnelli. Ma era giusto restare al fianco dell’UEFA. Non è stato facile con i tifosi, ho avuto la scorta, sui social sono apparse campagne sgradevoli».

Il rapporto con Andrea Agnelli: «Sono rimasta addolorata. Dovevamo andare assieme in auto a Montreux, poi mi disse di andare da sola, lui sarebbe arrivato dopo. E da lì in poi… Gli ho voluto un bene immenso da bambino e ancora gliene voglio. Ora vive in Olanda e lavora per la Superlega, lo abbraccio».

L’addio di Andrea Agnelli ha portato a una nuova Juventus: «Non sono disfattista e disperata, solo un po’ delusa. Un nuovo tecnico, un nuovo capo, serve tempo per investimenti così. E poi i giovani, gli infortuni, il deficit. Sui social c’è bisogno di reazioni immediate, io andrei piano con “la peggior Juve di sempre”. Le prime partite forse ci hanno illusi».

Tornando a UEFA e FIFA con i loro presidente Ceferin e Infantino: «Due amici prima che due presidenti. Non sono stata bene negli ultimi mesi e la loro vicinanza è stata totale. Gianni è estroverso e impetuoso, Alex introverso e riflessivo. In comune, una cosa: sono molto, molto strategici. Un altro amico è Michele Uva. Abbiamo condiviso tanto. No nemici no: sono donna di pace».

Il futuro del calcio: «Non temo la Superlega e neanche l’Arabia Saudita che mi sembra non faccia concorrenza. La Champions ha contratti fino al 2030. Starei attenta a nuove forme che affascinano i giovani. La King’s Cup di Torino è un successo nato dalla comunicazione social. Suggerimento? UEFA e FIFA devono essere più aperte all’ascolto. E facciano di più per chi è in difficoltà. Esiste un’associazione che aiuta i molti ragazzi che arrivano in Europa illusi dai lustrini, le loro famiglie non mangiano per aiutarli, ma poi, se non sfondano, non sanno cosa fare. Vorrei che Alex e Gianni spiegassero che il grande splendore ha un dark side».

«Ceferin mi rimprovera d’aver parlato troppo, a volte, ma è la mia natura – conclude Christillin –. Orgogliosa di essere rimasta me stessa, senza scegliere tra FIFA e UEFA, con equilibrio e lealtà. E d’aver messo l’elmetto quando la UEFA era sotto attacco. Futuro? Volevo fare la pensionata, continuerò al Museo e farò da maestra di sci al nipotino Ruggero che ha 11 anni ed è bravissimo».

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