PianetaSerieB
·24 octobre 2025
Fedele al Calcio – Un talento purtroppo sottovalutato: è ora di riscoprire e valorizzare Luca Palmiero

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·24 octobre 2025

La linearità, nel calcio, è in alcuni casi un’ipotesi che non diventa realtà. Elementi che sembrano di immediata e insindacabile contiguità, come se a ogni passo dovesse necessariamente seguire ciò che già è immaginabile. Purtroppo – o per fortuna – non è sempre così.
Declinando concretamente quest’introduzione, e potendo attingere da vari argomenti in cui essa trova terreno fertile, l’aspettativa connessa a un calciatore non sempre acquisisce corporeità. Luca Palmiero, così da introdurre il protagonista della nostra storia, ne è un esempio.
Evitando di ripercorrerne gli inizi e l’evoluzione, ma ponendo l’accento su ciò che questo calciatore possiede in dotazione, Palmiero è – oggi – uno di quei casi in cui bisognerebbe pretendere delle spiegazioni. A farlo dovrebbe essere il diretto interessato in prima istanza, seguito a ruota da tutti coloro che ne hanno seguito il percorso.
Centrocampista di rimarcabile qualità nei piedi e nel pensiero, playmaker per vocazione e registra sia per ruolo che per funzione, Palmiero è tornato in Serie B dopo tre stagioni. Avellino si è rivelata la sua nuova terra promessa, la realtà dove mostrare il suo calcio di finissima raffinatezza e un livello nettamente superiore alla Serie C, in quella che è stata una scortesia nei confronti del ragazzo e del Gioco.
Calciatore in grado di dilatare il tempo anche negli spazi più stretti, dato che ogni sua giocata restituisce una netta e piacevole avversione ad alcuna forma di frenesia, Palmiero orchestra, dirige ma – soprattutto – incide. Dinamico nell’occupazione degli spazi, in possesso di una spiccata capacità intuitiva di saper riconoscere le zolle da calpestare per poter pulire e/o riorganizzare la manovra, è davvero ambiguo che il calcio italiano si sia ricordato così in ritardo di un simile interprete.
Perché – domanda che non beneficerà di risposta – i fari sul classe ’96 sembrava si stessero inesorabilmente affievolendo? Non è dato saperlo, ma quanto analizzato basta per puntare il dito contro una fase storica dove, forse, i parametri che si cercano nel Belpaese sono altri e puntano verso distorti concetti da atletica leggera. L’errore è stato commesso, ma la ferita ha ancora margine per essere curata: che il calcio italiano non accantoni più Luca Palmiero, risorsa preziosa per l’Avellino e per chi – al di là dei colori – cerca ancora una mescolanza tra la bellezza e l’efficacia.









































