Calcionews24
·8 novembre 2025
Genoa Fiorentina: la partita della verità! Due squadre allo specchio, un solo obiettivo: sbloccarsi. L’approfondimento

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Ci sono partite che valgono più dei punti. Che non si misurano solo nella classifica ma nel significato. Genoa-Fiorentina è una di queste. È una partita che pesa, che racconta due percorsi paralleli ma opposti: da una parte una squadra che costruisce tanto e segna poco, dall’altra una che crea meno ma subisce troppo. E nel mezzo, due allenatori nuovi – Vanoli e De Rossi – che domani faranno il loro esordio, uno dalla panchina (Vanoli) e uno dalla tribuna perché squalificato (De Rossi) ed entrambi cercheranno di trovare la chiave giusta per uscire da un inizio di stagione che fin qui ha lasciato più domande che certezze.
La Fiorentina arriva al Ferraris con un fardello pesante: zero vittorie in dieci giornate di campionato. Non era mai successo nella storia recente del club. Un dato che da solo racconta l’urgenza di cambiare rotta. Il successo più recente in Serie A risale addirittura al 25 maggio scorso, 3-2 a Udine, quasi sei mesi fa. Da allora la squadra ha collezionato soltanto rimpianti, partite buttate, gol presi sempre nei momenti peggiori, e un’involuzione difensiva che l’ha portata a essere, con 16 reti subite, la peggior difesa del campionato, al pari di Torino e Verona.Vanoli, arrivato per risollevare l’ambiente dopo il fallimento dell’esperimento Pioli-bis, ha iniziato a lavorare sulla compattezza, sull’identità e sulla fiducia. Ma ora servono i risultati, quelli veri, perché la classifica è una sentenza: serve vincere, e subito.
Il Ferraris, campo amico solo sulla carta
Negli ultimi tre viaggi a Marassi, la Viola ha sempre vinto. Tre successi consecutivi che hanno dato l’illusione di un campo “amico”, ma il Genoa è un avversario scorbutico, di quelli che se li sottovaluti ti puniscono. Il dato che balza all’occhio è che il Genoa non segna in casa da inizio stagione: quattro partite interne, zero gol. E non vince davanti al proprio pubblico dal 4 aprile scorso, 1-0 all’Udinese.Ma non è una squadra morta, anzi. I numeri raccontano che il Genoa produce più di quanto segni (13 xG contro 6 gol effettivi) e concede meno di quanto incassi (10.6 xGA contro 14 gol subiti). Segno di una squadra che c’è, che arriva, ma che paga ogni minima disattenzione. Ed è proprio questa la trappola per la Fiorentina: affrontare un avversario ferito, ma vivo, che si gioca la partita della svolta.
De Rossi riparte dal 3-5-2, modulo identitario ma che fin qui ha mostrato crepe. La difesa a tre sarà composta da Marcandalli, Østigård e Vazquez, con Norton-Cuffy e Aaron Martin sulle fasce. In mezzo Masini sostituirà lo squalificato Malinovskyi, affiancando Frendrup e Thorsby. Davanti spazio al tandem Vitinha-Colombo, coppia fisica ma che deve ancora trovare intesa e gol.Una squadra che spinge tanto sugli esterni, cerca il cross e ama riempire l’area con almeno quattro uomini. Ecco perché il vero rischio per la Fiorentina sarà quello di farsi schiacciare, subendo il ritmo del Ferraris e il gioco aereo rossoblù.
Vanoli tra stanchezza e necessità di scelte forti
In casa viola la situazione è delicata. Alcuni giocatori sono reduci dal viaggio europeo e non sono al meglio, ma Vanoli non può permettersi turnover massiccio. Il suo 3-5-2 dovrebbe riproporre De Gea in porta, con Pongračić, Pablo Marí e Ranieri dietro. Sugli esterni toccherà a Dodô e Fortini, due che devono dare continuità in spinta ma anche più attenzione in copertura.In mezzo il cervello sarà Nicolussi Caviglia, regista ordinato ma che deve accelerare la manovra, con Sohm e Mandragora ai lati: il primo è reduce dal gol in coppa e garantisce inserimenti, il secondo serve per equilibrio e gestione. Davanti, Kean resta il punto fermo, l’unico in grado di accendere la partita con una giocata. Accanto a lui ballottaggio aperto: Gudmundsson, Fazzini, Džeko o Piccoli, tutti in corsa per una maglia. Dipenderà dalle sensazioni dell’ultimo allenamento e dalla condizione fisica.
Le chiavi tattiche del match
La prima chiave sarà l’approccio dopo l’intervallo. Il Genoa è la squadra che subisce più gol nei primi 15 minuti della ripresa. Una costante che la Fiorentina dovrà saper sfruttare, alzando il ritmo proprio in quella finestra dove i rossoblù solitamente si spengono.Pressione alta e aggressività dovranno essere dosate con intelligenza: l’idea è portare la pressione su Østigård e Vazquez, che non hanno piedi particolarmente educati sotto pressione, e chiudere le linee di passaggio verso Frendrup, il vero metronomo del centrocampo genoano. Se Kean e il suo partner lavoreranno bene in coppia, costringendo il Genoa a giocare lungo, la Fiorentina potrà controllare il ritmo e ripartire con spazi aperti.
Il secondo punto riguarda le transizioni offensive. Aaron Martin è un esterno di spinta, ma non sempre irreprensibile in fase di non possesso: alle sue spalle si aprono varchi che possono essere letali se attaccati con tempestività. È lì che Dodô e Sohm dovranno sincronizzarsi con Kean: inserimento, verticalizzazione, profondità.Il terzo aspetto è la gestione dei cross e delle seconde palle. Il Genoa vive di palloni messi dentro, e sulle respinte è letale. Va protetta l’area piccola e soprattutto la zona al limite, dove spesso arrivano Masini e Thorsby. La Fiorentina, in questo senso, dovrà essere corta, con le mezzali pronte a rientrare dentro la linea per chiudere gli spazi.
Infine, le palle inattive. Il Genoa è squadra strutturata, con Østigård e Thorsby che pesano tanto nel gioco aereo. Ranieri dovrà guidare una marcatura precisa e pulita, senza distrazioni. In attacco, invece, la Viola potrà sfruttare il caos che spesso il Genoa concede dentro l’area piccola: il movimento cieco di Ranieri o una torre di Kean possono diventare armi preziose.
Questione mentale e gestione dei nervi
Il Genoa è la squadra più ammonita del campionato. Tradotto: gioca con aggressività, ma anche con poca lucidità nei momenti chiave. Se la Fiorentina saprà costringerli a rincorrere, gli spazi arriveranno da soli. Vanoli chiede più “gamba” sugli esterni, ma anche una gestione emotiva diversa: basta crolli al primo episodio, basta blackout dopo un gol subito.La Viola, in questo momento, non ha bisogno di spettacolo: ha bisogno di una vittoria. Di qualunque tipo. Sporco, di rimessa, di lotta, di fortuna, non importa. Ma vincere.
Una gara da svolta, o da resa
Dopo dieci giornate senza successi, la pazienza è finita. Il margine d’errore si è azzerato. L’ambiente Viola è in subbuglio come quello genoano. La sensazione è che il gruppo stesso abbia perso fiducia. Ecco perché Genoa-Fiorentina non è una partita come le altre: è una prova di carattere, di identità, di nervi.Vanoli ha bisogno di vedere una squadra viva, capace di reagire, di non affondare al primo contraccolpo. Perché al Ferraris non basteranno i numeri o le statistiche: servirà orgoglio, fame, cattiveria.Il Genoa, ferito ma combattivo, cercherà di sbloccarsi davanti ai suoi tifosi. La Fiorentina deve invece rompere un digiuno che si sta trasformando in ossessione.Chi avrà più coraggio, chi accetterà di soffrire, chi resterà lucido nei momenti chiave porterà a casa il risultato. Tutto il resto, in questo momento, conta poco.
In una parola: questa è la partita della verità.









































