Juventusnews24
·20 novembre 2025
Gravina ottimista sulla qualificazione dell’Italia ai Mondiali: «Sono convinto che ci andremo». Poi il commento sugli errori della Nazionale

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·20 novembre 2025

A poche ore dal sorteggio dei playoff Mondiali che ha visto impegnata l’Italia a Zurigo, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha voluto lanciare un messaggio forte e ottimista all’ambiente. Intervenendo allo Sport Industry Talk di RCS, Gravina si è detto convinto che andremo ai Mondiali. Il suo ottimismo è una necessità: ha spiegato che, altrimenti, si correrebbe il rischio di entrare in una crisi depressiva.
Gravina ha sottolineato un cambiamento fondamentale nel calcio moderno. Non si va ai Mondiali perché ti chiami Italia o Francia o Spagna. Il successo, ha ribadito, è frutto di progetti e lavori che si stanno cercando di attuare. Oggi, il calcio non è più quello di vent’anni fa o di trent’anni fa: si può vincere, ma si può perdere contro tutti.
Il suo ottimismo deriva dall’interno del gruppo: dall’entusiasmo che vede all’interno della squadra. Gravina ha ribadito che deve credere necessariamente in Gennaro Gattuso e nei ragazzi. Ha difeso la rosa, affermando che i giocatori non sono così scarsi come da qualche parte si vuole fare emergere.
Gravina ha concluso il suo intervento con una critica severa rivolta al sistema e al mondo dei media. Da anni, in caso di insuccesso della nostra nazionale, si è sempre alla ricerca dei colpevoli, che sia l’allenatore, il presidente o il calciatore. Il problema di questo atteggiamento è che mai ci siamo soffermati nel ragionare nel cercare le cause strutturali del declino.
L’appello del presidente Gravina è un monito all’unità e alla concentrazione in vista degli spareggi contro l’Irlanda del Nord. L’obiettivo è chiaro: lavorare sul progetto, l’unica cosa che conta, per evitare di mancare il terzo Mondiale consecutivo.
PAROLE – «Io sono convinto che andremo ai Mondiali, ma non si va ai Mondiali perché ti chiami Italia o Francia o Spagna. Si va ai Mondiali perché si vince, perché progetti e lavori e noi stiamo cercando di fare questo. Io devo essere ottimista necessariamente, altrimenti corriamo il rischio di entrare in una crisi depressiva. Il calcio non è quello di di vent’anni fa o di trent’anni fa, è cambiato oggi si può vincere, ma si può perdere contro tutti. Il mio ottimismo deriva dall’entusiasmo che vedo all’interno di questa squadra. Devo necessariamente essere ottimista nel credere in Rino Gattuso e nei ragazzi che non sono così scarsi come da da qualche parte si vuole fare si vuole fare emergere. Sono anni che in caso di insuccesso della nostra nazionale siamo sempre alla ricerca dei colpevoli, qualunque esso sia, l’allenatore, il presidente o il calciatore, ma mai ci siamo soffermati nel ragionare nel cercare le cause».









































