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·25 novembre 2025

I portieri decidono ciò che il calcio moderno non controlla

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Man City-Newcastle, partita dai ritmi frenetici e ricca di occasioni: la squadra di Guardiola soffre tremendamente l’intensità dei Magpies ma viene tenuta a galla fino al 63’ da un monumentale Donnarumma. Una specie di cheat code per il City, una garanzia di vite bonus per permettersi un attacco in più su cui due, forse tre squadre al mondo possono contare. Uno degli unici che riesce a spostare l’andamento degli eventi con la sola forza delle sue parate. E viene sempre più da chiedersi: “Ma davvero a Parigi si sono disfatti di uno così?” Perché in un calcio che corre sempre più veloce, in cui posizioni, sistemi di gioco e modi di attaccare cambiano continuamente, c’è una e una sola immutabile costante: quella dell’estremo difensore. Ultimo ‘ruolo’ che può ancora definirsi tale nella fluidità del gioco moderno, in cui le squadre ragionano e lavorano d’insieme, nell’unicità dei suoi compiti il portiere rimane solo con le sue responsabilità, ricordategli dai suoi guantoni.

E sempre più spesso, è in questa ineluttabile solitudine dei numeri Uno che si decide il destino delle partite, soprattutto quando il livello degli avversari si alza insieme alla posta in palio. L’ultimo derby di Milano è l’esempio più recente di quanto due portieri possano incidere – in maniera opposta – sulle sorti del medesimo incontro: da una parte Sommer, che nell’unica occasione in cui viene chiamato in causa è imperfetto (come gli accade sempre più spesso), e accomoda un pallone tutt’altro che irresistibile al tap-in Pulisic. Dall’altra, l’eroe della serata Maignan, che con 6 interventi e un rigore decisivo parato (come in Milan-Roma) – sventa 2.03 xG e permette ai rossoneri di avere la meglio sull’Inter che aveva creato molto di più.


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Così come Svilar è uno dei principali motivi per cui la Roma guida la classifica, Di Gregorio rispecchia una Juve insicura, orfana di quelle certezze che l’avevano contraddistinta tra i pali per quasi un quarto di secolo. Semplificando, potremmo dire che ad alti livelli la differenza sta tutta qui: nella capacità – o incapacità – del portiere di determinare.

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