PianetaSerieB
·30 décembre 2025
đĄ Il Bari si espone dopo gli auguri di morte: âTerrorismo emotivo, non sono mai solo paroleâ

In partnership with
Yahoo sportsPianetaSerieB
·30 décembre 2025

Il Bari, dopo qualche giorno dai vergognosi accaduti che hanno riguardato Castrovilli e famiglia, ha pubblicato una nota molto decisa.
âAbbiamo voluto prenderci del tempo.Â
Non per nasconderci e nemmeno per ignorare lâaccaduto. Ci siamo presi del tempo per pensare, per valutare, per non atteggiarci a semplici âcensoriâ che agitano il dito contro lâennesima follia del web. Non volevamo che questa fosse solo unâaltra nota ufficiale di condanna, fredda e di rito, che si perde nel rumore di fondo dei social. Volevamo che fosse una riflessione vera.Â
Ci siamo soprattutto chiesti: âPerchĂ©?â. Abbiamo provato a capire. Abbiamo tentato di immedesimarci nel malessere, nella frustrazione per i risultati che non arrivano, nella delusione che il calcio â passione viscerale â puĂČ generare. Abbiamo cercato una logica, un appiglio che potesse spiegare tanta ferocia.Â
Ma non ci siamo riusciti.
E non ci siamo riusciti semplicemente perchĂ© non esiste una ragione valida. Non câĂš âmaâ che tenga, non câĂš giustificazione sportiva, non câĂš âsĂŹ, perĂČâŠâ che possa rendere comprensibile lâaugurare un cancro a un ragazzo, a sua moglie, ai suoi figli. Augurare il male, la sofferenza, il dolore.Non si tratta di sport, di prestazione, di giocare bene o male. Qui si tratta della Vita, di tutti noi. Quella sacra e intoccabile.
Viviamo in un tempo âurlatoâ, un periodo storico difficile, dove la rabbia sembra essere lâunico linguaggio concesso. E il calcio, purtroppo, Ăš diventato la valvola di sfogo perfetta, il teatro dove la violenza verbale si traveste da passione.
Parliamo spesso di onore, di maglia sudata, del âsacro fuocoâ del sacrificio sportivo. Ma poi? Poi dimentichiamo il valore fondamentale: lâonore di essere Umani.
CâĂš un confine netto che Ăš stato superato, strappato, come una maglia tirata troppo forte. La contestazione Ăš un diritto, come Ăš un diritto quello di dissentire, di fischiare, di criticare, anche aspramente.  Noi questo lo accettiamo e lo rispettiamo, fa parte del gioco.Â
Ma augurare la morte, la malattia, la sofferenza a una famiglia⊠questo non Ú tifo. Questo Ú terrorismo emotivo.
Non ci si puĂČ nascondere dietro una tastiera pensando di essere invisibili. Le parole non sono mai âsolo paroleâ. Hanno un peso specifico enorme, sono pietre scagliate che lasciano lividi sullâanima, anche se non si vedono a occhio nudo. Scrivere certe atrocitĂ non Ăš un atto di libertĂ : Ăš la negazione stessa dellâumanitĂ .
Siamo vicini a Gaetano, a sua moglie, a suo figlio. E cosĂŹ a tutti i nostri ragazzi e a tutti quelli che, ogni giorno, si trovano a dover combattere contro un odio invisibile e tagliente. Â
Chiediamo a chiunque creda ancora che il calcio debba unire e non disumanizzare, di lavorare ogni giorno insieme a ognuno di noi per isolare e limitare chi pensa che una passione possa essere lâalibi per offendere e ledere la dignitĂ altrui. Ci indigniamo per tante cose futili e poi ci ritroviamo qui, a dover ribadire il valore della Vita stessa.
Il Bari Ú patrimonio di chi lo ama. E chi ama non usa un linguaggio violento, non augura la morte, non perde il rispetto verso un altro essere umano.
Tutti Noi SSC Bariâ.









































