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·17 juin 2025

Il Borussia Dortmund al fianco dell'ONU per sradicare l'antisemitismo

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Il calcio, lo sport più popolare al mondo, offre una potente piattaforma per sradicare l’antisemitismo, educare sull’Olocausto e preservarne la memoria, come confermato al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite i leader delle comunità diplomatiche, sportive ed ebraiche.

Tali sforzi sono fondamentali poiché l’odio antiebraico continua a crescere in tutto il mondo, soprattutto dal 7 ottobre 2023, quando Israele è stato brutalmente attaccato dal gruppo terroristico Hamas, che detiene ancora 53 ostaggi.


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L’evento di lunedì, intitolato “Sfruttare il calcio per contrastare l’antisemitismo e promuovere la memoria dell’Olocausto”, è stato co-sponsorizzato dal World Jewish Congress, dalla Missione Permanente della Repubblica Federale di Germania presso le Nazioni Unite e dall’Ufficio ONU per la Prevenzione del Genocidio e la Responsabilità di Proteggere, in collaborazione con il Borussia Dortmund.

«Ho spesso parlato del nostro impegno sociale, della nostra lotta contro il razzismo e l’antisemitismo – ha dichiarato Carsten Cramer, direttore marketing del BVBA volte mi chiedono perché lo facciamo. La risposta è: perché possiamo farlo. Al Borussia Dortmund poniamo una forte attenzione alla memoria dell’Olocausto e alla lotta contro l’antisemitismo. E dopo il 7 ottobre 2023 abbiamo preso una posizione chiara – in solidarietà con le persone colpite e insieme alla comunità ebraica in Germania e nel mondo». Ha inoltre raccontato come il BVB abbia portato diverse decine di suoi dipendenti a visitare il campo di sterminio e concentramento di Auschwitz-Birkenau.

Maram Stern, vicepresidente esecutivo del WJC, cresciuto in Germania e figlio di sopravvissuti all’Olocausto, ha detto di apprezzare molto il rapporto tra il World Jewish Congress e il Borussia Dortmund. «Il club è davvero stato un catalizzatore per gran parte del lavoro contro l’antisemitismo e per la memoria all’interno del mondo del calcio». ha dichiarato.

Virginia Gamba, consigliere speciale ad interim dell’ONU per la Prevenzione del Genocidio, ha affermato: «Per contrastare i discorsi d’odio dobbiamo rafforzare i legami che ci uniscono come comunità, come lo sport. Il calcio parla a persone di ogni provenienza in modo uguale, indipendentemente da nazionalità, reddito e altri fattori».

Ayelet Epstein, il cui figlio di 21 anni Netta, insieme ad altri familiari e amici, è stato ucciso il 7 ottobre 2023 al Kibbutz Kfar Aza, ha raccontato come suo figlio amasse seguire le principali squadre di calcio europee, incluso il Borussia Dortmund. Dopo la sua morte, il club ha sviluppato numerose iniziative di base per far conoscere la storia di Netta e portare sollievo alle comunità del sud di Israele attraverso lo sport. «Persone di culture e lingue diverse sono unite e connesse dall’amore per lo sport e per il calcio – ha dichiarato –. Per questo motivo lo sport in generale e il calcio in particolare mi danno speranza e possono essere uno strumento e una piattaforma per creare un cambiamento in questo mondo».

Epstein è stata presentata da Daniel Loercher e dal Dr. Andreas Kahrs, che guidano l’ONG What Matters. La loro organizzazione collabora ampiamente sia con il World Jewish Congress sia con il Borussia Dortmund, e ha promosso molte delle iniziative del club per combattere l’antisemitismo.

Yfat Barak-Cheney, direttrice degli Affari Internazionali del WJC e direttrice esecutiva del Technology and Human Rights Institute del WJC, che ha moderato l’evento, ha dichiarato che il calcio è sia «uno specchio della società sia un veicolo di cambiamento».

L’Ambasciatore Thomas Zahneisen ha affermato che la Germania ha una responsabilità speciale a causa della sua storia, definendola «un obbligo morale vivo per il presente e per il futuro. Il BVB ha un impegno profondo e costante nella lotta contro l’antisemitismo e nell’educazione sull’Olocausto».

(Image credit: Depositphotos)

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