Inter, il “caso” Frattesi esplode: da eroe Scudetto a fantasma con Chivu. I numeri della crisi e l’ombra della Juve | OneFootball

Inter, è esploso il “caso” Frattesi: da eroe Scudetto a fantasma con Cristian Chivu. I numeri della crisi e l’ombra della Juve sul centrocampista

Sembra passata un’era geologica, eppure sono trascorsi solo pochi mesi. Davide Frattesi, l’uomo della provvidenza, il incursore capace di far esplodere San Siro a tempo scaduto (ricordate Verona e Udinese nell’anno della Seconda Stella?), è diventato un caso spinoso. La stagione 2025/2026 si sta trasformando in un incubo sportivo per il centrocampista romano, passato dallo status di “dodicesimo uomo” decisivo a quello di esubero di lusso.

benchwarmer: sorpassato da Zielinski e Sučić

I numeri non mentono e condannano la gestione tecnica di Cristian Chivu. Se con Inzaghi il minutaggio era ridotto ma di qualità, con il tecnico rumeno Frattesi è scivolato ai margini del progetto. Le gerarchie della mediana nerazzurra sono state stravolte: l’esplosione del talento croato Sučić e l’esperienza di Piotr Zieliński hanno chiuso ogni spazio.

Frattesi, classe 1999, paga dazio tatticamente: Chivu predilige il palleggio e la tecnica pura rispetto agli inserimenti “box-to-box” e alla gamba, caratteristiche che rendono l’ex Sassuolo unico. Il risultato? Spesso gli viene preferito persino Diouf adattato fuori ruolo. Una bocciatura tecnica che ha portato al gelo sul rinnovo contrattuale.

La nostalgia di Spalletti e la via di fuga

La crisi è talmente profonda che la permanenza a Milano a gennaio sembra impossibile. La tristezza di Frattesi in panchina è diventata un’immagine ricorrente che stona con la sua esuberanza passata.

All’orizzonte c’è la Juventus di Luciano Spalletti. Il CT che lo ha reso grande in Nazionale ora siede sulla panchina bianconera e ha bisogno disperato di un trequartista incursore per il suo nuovo 4-2-3-1. Frattesi vede Torino come l’oasi nel deserto: ritrovare il suo mentore per tornare a sentirsi importante. L’Inter chiede 35 milioni, ma tenere un giocatore così scontento (e svalutato) rischia di essere un autogol peggiore di una cessione ai rivali. A gennaio si decide tutto: o svolta, o addio.