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·20 novembre 2025
Italia, Gattuso: “L’Irlanda? Dobbiamo giocarla con convinzione. Chiesa? Problemi suoi, non miei…”

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La Nazionale conosce il proprio percorso verso il Mondiale 2026: prima la semifinale casalinga contro l’Irlanda del Nord, poi – in caso di successo – la finale in trasferta contro la vincente tra Galles e Bosnia.
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Un cammino impegnativo che si disputerà a marzo, con semifinali il 26 e finali il 31. Rino Gattuso, intervenuto dopo il sorteggio, ha offerto una lettura lucida e pragmatica del momento azzurro, individuando priorità tecniche, psicologiche e organizzative.
L’analisi del ct è netta: l’Italia dovrà affrontare una squadra intensa e robusta, difficile da scardinare.“L’Irlanda del Nord è un gruppo fisicamente molto preparato, non rinuncia mai al duello. Dovremo giocarcela con convinzione”, ha spiegato Gattuso.Il tecnico ha ricordato come l’accesso ai playoff fosse già preventivato: la strada è complessa, ma la qualificazione resta un traguardo imprescindibile.
Sulla possibilità di programmare uno stage prima delle gare, Gattuso ha precisato il suo ruolo operativo, distinguendolo dalle decisioni istituzionali:“Non decido io sulle date, ma è evidente che più tempo abbiamo a disposizione, meglio possiamo preparare i giocatori. Ci rivedremo alla trentesima giornata, quando molti giochi saranno definiti: per me sarà fondamentale trovare modi per restare in contatto con i ragazzi, parlarci, comprenderli anche oltre il campo”.
L’idea è sviluppare un rapporto continuativo con il gruppo, mantenendo alta l’attenzione e lavorando sugli aspetti che richiedono maggior consolidamento. La distanza tra le finestre internazionali rischia infatti di rallentare i progressi tattici e mentali della squadra.
Gattuso respinge la semplificazione secondo cui il problema azzurro sarebbe esclusivamente legato al sistema di gioco:“Il modulo non è l’origine delle difficoltà. Ogni assetto presenta vantaggi e limiti. In questo momento dobbiamo affrontare le nostre fragilità: quando interpretiamo la gara nel modo corretto possiamo essere competitivi, ma gli errori commessi contro la Norvegia non sono accettabili”.
La priorità è dunque rafforzare la tenuta emotiva e la continuità all’interno dei novanta minuti, evitando cali improvvisi e amnesie tecniche che hanno compromesso risultati e certezze.
Tra i temi più sensibili, il caso-Chiesa. Gattuso è stato diretto, definendo la situazione una responsabilità del giocatore più che dello staff tecnico:“Chiesa lo convoco sempre. Il punto non è che io o il mio staff non lo vediamo: il problema è suo”.
Un messaggio inequivocabile, che richiama il talento bianconero alla continuità, alla piena disponibilità e alla capacità di inserirsi in un progetto collettivo che necessita di figure affidabili.
Il ct ha sottolineato anche l’importanza del confronto diretto con chi milita all’estero:“Nei prossimi giorni andrò a trovare alcuni dei ragazzi. Una chiacchierata davanti a un tè può essere utile per ristabilire fiducia e mentalità. Spero che ci venga concessa una data per uno stage, anche breve, prima dei playoff”.
Un passaggio significativo che evidenzia come, oltre al campo, Gattuso ritenga determinante costruire un’identità mentale e relazionale solida.
Sull’ultima sconfitta, il ct ha fatto autocritica ma anche un’analisi costruttiva:“La gara contro la Norvegia poteva illuderci. Il 4-1 ha messo a nudo ciò che dobbiamo migliorare. Il primo tempo è stato molto positivo, ma non possiamo sparire dal campo nella ripresa. Serve una svolta in termini di personalità”.









































