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·9 juin 2025

Italia-Moldova: tre cose che non hai notato

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Italia-Moldova, tre cose che non hai notato nella sfida del match di qualificazioni ai prossimi Mondiali. Tutti i dettagli in merito

L’Italia vince 2-0, chiude l’era Spalletti con un brodino ricostituente (neanche troppo) e pensa al futuro sperando che non sia questo incubo visto tra Norvegia e Moldova. Ecco tre episodi della gara di Reggio Emilia.

  • Il primo boato. Invece dell’esultanza per un gol fatto (dobbiamo farne tanti, no?) è in realtà il classico sospiro di sollievo che si registra ormai quando il Var ti salva. Succede al primo vero episodio importante della gara, con Nicolaescu che si fa trovare puntuale alla deviazione di testa su un cross da sinistra di Reabciuk. In mezzo all’area e sulla fascia dalla quale proviene l’invito c’è la stessa coerente e terribile situazione d’immobilità. Il pubblico saluta il mancato spavento festeggiando, in maniera non esagerata. Poco prima, quasi a togliere alibi e giustificazioni di sorta agli azzurri, non era mancato un coro d’incitamento a dare un po’ una sveglia e slegare un po’ le gambe di una squadra abbastanza bloccata. Alla revisione dell’azione, Lele Adani non risparmia la crudezza dell’analisi: «Non è stato un fuorigioco cercato, ma fortunato». E ha ragione, i difensori italiani non sembrano essersi accorti di nulla, il che è indicativo di un certo grado di confusione mentale.
  • L’attaccamento. Al minuto 82 scatta la predica dei telecronisti Rai. Giustificata intanto da una cosa: la gara è talmente tanto priva di spunti che si può tranquillamente fare a meno di seguirla nel suo svolgersi. L’analisi di Alberto Rimedio è chiara, insistente, lo chiederà pure a Raspadori a fine match e si rivolge già al futuro: «Ranieri deve riuscire a trasmettere attaccamento. Io non vedo attaccamento». Nel frattempo l’altro Ranieri (il giocatore, non Claudio che dovrà salvare la Patria) viene inquadrato mentre infila il tunnel nello spogliatoio zoppicante e si va a proporre come l’immagine simbolo, visto che si è infortunato per un tackle originato da un passaggio orizzontale corto di un compagno che ha fatto molto arrabbiare Spalletti e lo ha fatto sbottare in un inequivocabile: «Non è possibile!».
  • Il rischio. Spalletti ha corso il serio pericolo di vivere l’ultimo minuto della sua infelice esperienza azzurra vedendo Donnarumma regalare con i piedi un pallone a Stina, che buon per lui glielo ha restituito. Sarebbe stato troppo, se anche Gigio lo avesse “tradito”, regalandogli questo bigliettino d’addio.
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