Calcio e Finanza
·4 mars 2025
La Serie A punta a giocare una partita negli Stati Uniti entro i prossimi due anni

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·4 mars 2025
La Serie A punta a giocare una partita di campionato negli Stati Uniti entro uno o due anni. Lo ha detto il direttore commerciale e marketing della Serie A, Michele Ciccarese, intervenuto durante un evento presso la sede americana della lega a New York, insieme al presidente della Serie A, Ezio Simonelli.
«Sì, ci piacerebbe farlo, come ha detto il presidente; stiamo lavorando per farlo potenzialmente, ma ci sono ostacoli che dobbiamo superare», le parole di Ciccarese – riportate dal quotidiano The Guardian , che ha citato preoccupazioni legate al calendario, come la partecipazione delle squadre alle competizioni europee durante la settimana e il possibile stress per i giocatori. «Chissà, forse in un arco di uno o due anni vedremo la lega giocare negli USA, se arriveranno le approvazioni».
Il percorso della Serie A nel disputare partite di campionato al di fuori dell’Italia è stato ufficialmente aperto lo scorso anno quando la società americana Relevent Sports ha accettato di ritirare una causa contro la FIFA riguardo alla regola della Federcalcio globale che vietava alle leghe nazionali di giocare partite di stagione regolare fuori dai propri territori.
La FIFA ha accettato di abrogare quella regola. Molti gruppi di tifosi e alcune squadre sono contrari all’idea di esportare le partite. «È sempre una corsa per cercare di essere i trendsetter, perché poi arrivano i follower e il trendsetter è chi ne beneficia. Bisogna farlo in un modo che abbia senso per il club senza dimenticare i tifosi… non puoi giocare un derby di Milano in America perché i tifosi in Italia si arrabbierebbero moltissimo. Quella partita ha un grande significato in Italia. Quindi dobbiamo giocare in modo che rispetti il nostro pubblico», ha detto Ciccarese.
Il MetLife Stadium di New York (Foto: Al Bello/Getty Images)
Il dirigente ha anche parlato degli sforzi della Serie A per espandere il proprio brand negli Stati Uniti, ammettendo che la Premier League ha un notevole vantaggio in questo campo ed è completamente integrata nella cultura calcistica del paese.
«La Premier League ha fatto un lavoro straordinario, soprattutto quando noi eravamo al top», ha detto, riferendosi al periodo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, quando la Serie A era al suo massimo. In quel periodo, la Premier League firmò i suoi primi importanti contratti televisivi negli USA con ESPN e poi con Fox Sports, seguiti da un accordo storico con NBC Sports nel 2013, rinnovato nel 2022 per una cifra di circa 450 milioni di dollari a stagione.