Lazio, Sarri, il ritorno: “È una scelta d’affetto, ora voglio solo allenare” | OneFootball

Lazio, Sarri, il ritorno: “È una scelta d’affetto, ora voglio solo allenare” | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: gonfialarete.com

gonfialarete.com

·16 juin 2025

Lazio, Sarri, il ritorno: “È una scelta d’affetto, ora voglio solo allenare”

Image de l'article :Lazio, Sarri, il ritorno: “È una scelta d’affetto, ora voglio solo allenare”

Maurizio Sarri è pronto a iniziare la sua seconda avventura alla guida della Lazio. Dopo l’addio sofferto del marzo 2024 e un anno difficile anche a livello personale, il tecnico toscano spiega i motivi che lo hanno convinto a dire di sì al presidente Lotito. Una scelta maturata più con il cuore che con il calcolo.

Lazio, Sarri, il ritorno: “È una scelta d’affetto, ora voglio solo allenare”

“Tornare alla Lazio è stato un discorso d’affetto. È come rientrare a casa. Se uno si ferma a ragionare in termini puramente razionali, migliorare il secondo posto del 2023 non è semplice. Ma la Lazio è un ambiente a cui voglio bene, tifoseria compresa. Non ci ho pensato troppo”.


Vidéos OneFootball


Un anno fuori dal calcio: “Ho perso persone importanti” Sarri non nasconde il peso degli ultimi mesi, segnati da lutti e lontananza dal campo:

“È stato un anno terribile. Ho perso figure fondamentali nella mia famiglia. Il calcio è rimasto in secondo piano. Ora però ho voglia di allenare”.

Un ritorno senza compromessi: “Sono quello di sempre” Nonostante l’esperienza, l’indole del tecnico resta immutata. Il rapporto con la dirigenza e le dinamiche di mercato promettono scintille, come in passato:

“Torno con lo stesso spirito di sempre. Sul mercato litigheremo, come già accaduto. Ma non vengo per accontentarmi: avrò le stesse pretese, le stesse arrabbiature. Sarebbe preoccupante il contrario”.

L’obiettivo: ricostruire entusiasmo Per Sarri, la priorità è riportare entusiasmo nell’ambiente e nella squadra:

“Il primo obiettivo è ricreare un senso di divertimento condiviso. Se si diverte la squadra, si diverte anche il pubblico. E quando c’è questo legame, anche i momenti difficili si affrontano meglio”.

La corsa all’Europa: “Sarà complicato” Il tecnico è lucido sulle prospettive della Lazio, reduce da una stagione conclusa al settimo posto:

“Partiamo da fuori dalle coppe. L’obiettivo è tornarci, a qualsiasi livello. Ma sarà difficile: ci sono molte squadre competitive. Bologna e Milan difficilmente finiranno di nuovo nona e ottava. Occhio anche al Como: lotterà per l’Europa”.

Su Fabregas e il progetto Como “L’ho visto a Coverciano a ottobre, gli dissi che sarebbe arrivato a metà classifica. Non era convinto. Ha qualità da grande allenatore. In futuro lo vedo in una big”.

Il mercato: priorità centrocampo e difesa Sarri conferma i primi confronti con la dirigenza, ma chiarisce anche che serviranno rinforzi precisi:

“La prossima settimana incontrerò il direttore. Ci scambieremo idee e nomi. Se ci serve un difensore, deve arrivare subito. Per giocare a tre a centrocampo siamo corti”.

Sul possibile utilizzo di Dele-Bashiru, Sarri ammette:

“L’ho visto trequartista, ma non credo lo sia. Vediamo se può essere riportato a centrocampo”.

Valutazioni in corso: Isaksen, portieri, giovani “Isaksen ha preso la strada giusta, non credo sarà un problema. In porta ho due titolari: chi dimostrerà di più giocherà. I giovani? Cerchiamo di ringiovanire e dare frizzantezza. Ma i ragazzi di qualità oggi costano quanto i ventottenni affermati”.

Guendouzi, Rovella, Gila: identità e margini “Guendouzi è contagioso, ha bisogno di controllo. Rovella? Fortissimo, gli manca un po’ di palleggio. Gila è esplosivo, ma deve contenersi: lo vedo più adatto al calcio italiano o spagnolo che alla Premier”.

Le riflessioni sul calcio attuale Sarri non rinuncia al suo spirito critico. Sull’eccesso di competizioni è netto:

“Dicevo certe cose da anni, ora tutti si stanno accorgendo che i calendari sono insostenibili. Anche il Mondiale per Club è una scelta politica. A me l’Europa piace, ma dev’essere compatibile con il gioco”.

Su Gattuso e il calcio italiano “A Gattuso dico di restare sé stesso, senza compromessi. Quanto alla Nazionale, c’è un evidente scollamento tra la forza dei club e il rendimento azzurro. I dati UEFA parlano chiaro, ma i risultati della Nazionale non seguono”.

Il derby e Gasperini “Il derby è un confronto tra due popoli, ti svuota. Gasperini? Lo stimo moltissimo, ha creato un modello”.

À propos de Publisher

Mentionné dans cet article