Manuel Pellegrini chiede un calcio più divertente e dinamico! La sua nuova proposta per dirvertire il pubblico: ma chi accontenterà davvero? L’analisi | OneFootball

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·8 novembre 2025

Manuel Pellegrini chiede un calcio più divertente e dinamico! La sua nuova proposta per dirvertire il pubblico: ma chi accontenterà davvero? L’analisi

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Manuel Pellegrini proprone una nuova regola per divertire il pubblico, ma il dubbio su chi ne sarà più agevolato resta. La nostra analisi

Un calcio divertente è dinamico. È questa l’idea di Manuel Pellegrini, tecnico cileno del Real Betis, dal passato importante su panchine come quelle di Real Madrid e Manchester City.

Nel corso della sua conferenza stampa, successiva alla sua vittoria contro il Lione in Europa League, il tecnico ha sorpreso tutti proponendo una nuova regola del calcio con il consueto obiettivo di divertire il pubblico.


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A questo proposito, il tecnico della squadra spagnola, ha dichiarato inaccessibile la regola del fuorigioco prendendo in considerazione l’intera figura dell’attaccante, ma ha appoggiato una regola per introdurre il divieto di tornare nella propria metà campo dopo aver varcato il cerchio di centrocampo.

Ma questa idea, seppur rientrante nella richiesta di un calcio da lui definito più dinamico, con degli esperti che ne stanno analizzando la fattibilità, potrebbe davvero eliminare la noia favorendo lo stesso equilibrio di sempre?

La sensazione è che anche in un calcio di questo tipo fondamentale resterebbe la difesa del punteggio, ancor più, se c’è il rischio che oltrepassando in modo non bilanciato la metà campo, la squadra avversaria potrebbe punirti in un contropiede rapido e cinico.

Però sembra al contempo che con una regola di questo tipo non si vedrebbero 11 giocatori, o 10 per lo meno, nella metà campo avversaria a palleggiare per cercare spazi, ma piuttosto una salita palla al piede più lenta e una difesa attenta e meno costretta al pressing, poiché una volta avanzata, la squadra avversaria dovrebbe concludere l’azione o regalar palla per evitare di subire un contropiede.

Ma idee di questo tipo, spesso pensate per un calcio offensivo, portano anche a pensare che il futuro del calcio sia sempre più ragionato su una cerchia di grandi squadre e che, seppur amando l’idea di un calcio “per tutti”, gli esperti di questo sport pensino principalmente agli introiti che garantirebbero le squadre più grosse dei vari tornei. Ed è così che togliere punti per uno zero a zero o costringere una squadra con minor doti tecniche ad un gioco offensivo spensierato contro un top mondiale, potrebbe portare solo a facilitare il lavoro delle grandi squadre che avrebbero più spazi e meno problemi a sbloccare il risultato.

Perché spesso sembra essere dimenticato che un calendario di una competizione non mette di fronte solo due squadre allo stesso livello tecnico, ma anche incroci tra chi è ai vertici mondiali e chi, invece, compete per obiettivi più umili, ma comunque leciti.

Insomma, un calcio più offensivo è l’obbligo che serve al calcio per renderlo divertente? O diventa solamente la scusa che serve “allo stesso mondo” per garantire introiti alti e più big match a squadre già di livello superiore alla media, e parte di una cerchia di club ristretta nel mondo? 

Una risposta a questa domanda non l’avremo, ma in fondo sotto la falsa nomea di garantire spettacolo ad un pubblico neutro, ci si dimentica che come è ovvio che sia, in un eventuale confronto in contemporanea, chiunque probabilmente preferirebbe vedere un big match europeo ad un più comune scontro da calendario tra squadra top e squadra piccola di uno stesso campionato, ma quest’ultimo, continuerebbe ad esistere, anche se con divari minori, anche tra grandi squadre in un’ipotetica Superlega, perché alla fin fine, se c’è un primo, c’è anche un ultimo posto.

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