đŸ—Łïž Modric: “Scudetto? Al Milan si gioca solo per vincere. Totti il mio idolo, Allegri un top” | OneFootball

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·31 décembre 2025

đŸ—Łïž Modric: “Scudetto? Al Milan si gioca solo per vincere. Totti il mio idolo, Allegri un top”

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Luka Modric ha parlato al Corriere della Sera in un’intervista in cui si ù raccontato. Di seguito quanto ripreso da milannews.it.

Luka, Ăš vero che da piccolo era milanista? “È vero. Ero milanista per via dell’eroe della mia infanzia: Zvonimir Boban, capitano della Croazia che sfiorĂČ l’impresa al Mondiale di Francia del 1998”.


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Ed eccola qua, a Milanello. “La vita ti sorprende sempre. Succedono cose che non avresti mai creduto possibili. Ero convinto di chiudere la carriera nel Real Madrid, invece
 Questo perĂČ l’ho sempre pensato: se avessi mai avuto un’altra squadra, sarebbe stata il Milan. Sono qui per vincere”.

Lo scudetto ù possibile? “Al Milan si deve giocare sempre per vincere, solo per vincere”.

Già quest’anno? “È possibile. Ma ù lunga. Nel calcio devi pensare partita per partita. Se cominci a programmare a distanza di mesi, ti perdi”.

Qual Ăš il segreto della longevitĂ  sportiva? Come si fa a giocare al suo livello a quarant’anni? “L’amore. Amare il calcio, pensare calcio, vivere per il calcio. Il calcio, con la famiglia, Ăš la cosa piĂč importante che ho. Il segreto Ăš la passione. La dieta, l’allenamento sono cose secondarie. Per restare in alto a lungo serve il cuore. Io agli allenamenti sono felice come quando giocavo da bambino”.

Ma il segreto di Modric non Ăš tutto qui. Lei Ăš uno dei piĂč grandi calciatori in attivitĂ , ma sembra una persona normale. “Appunto. Amo la normalitĂ . La famiglia normale, la vita normale, le piccole cose. Non mi sento unico. Nella mia vita non ho mai pensato, neppure per un secondo, di essere superiore a qualcun altro. Se non avessi fatto il calciatore, mi sarebbe piaciuto fare il cameriere”.

Il calcio italiano invece ù in enorme difficoltà. È la mentalità che manca? “Forse sì. Ma spero di rivedervi al Mondiale. Io sono cresciuto con il mito del calcio italiano”.

In molti rivedono in lei Pirlo. “Li ringrazio, il paragone mi onora: Pirlo ha sei anni piĂč di me, ha aperto una strada. Ma il mio idolo, Boban a parte, era Francesco Totti. In Serie A avevate calciatori favolosi. Li guardavo e mi dicevo: quello Ăš il calcio che voglio giocare”.

Che rapporto ha con Allegri? “FinchĂ© non esce dalla stanza non posso dirvi niente! A parte gli scherzi, ha una personalitĂ  incredibile. Somiglia un po’ ad Ancelotti: sensibile, divertente, ama fare scherzi. Ma sul campo, come tecnico, Ăš un grandissimo. Sa di calcio come pochi. Non lo conoscevo cosĂŹ bene, ma sono felice che oggi sia il mio allenatore”.

Appunto, Ancelotti? “Carlo Ăš il numero uno. Difficile trovare parole. Per il suo modo di essere, non solo per le sue qualitĂ  in panchina. Abbiamo parlato tante volte di Milano e del Milan, quando eravamo a Madrid. Anche per lui questo posto era unico. Ricordo quando lo conobbi. Io ero solo in cittĂ . Lui mi telefonĂČ e mi disse: “Su, vieni a cena con me”. Parlammo per ore, di tutto. Di calcio, della famiglia, della vita. Di solito gli allenatori non danno confidenza ai giocatori. Lui sì”.

Mourinho? “Speciale. Come tecnico e come persona. Fu lui a volermi al Real Madrid, senza Mourinho non sarei mai arrivato. Mi spiace averlo avuto una sola stagione”.

Il piĂč duro dei tre? “Mourinho. L’ho visto fare piangere negli spogliatoi Cristiano Ronaldo, uno che in campo dĂ  tutto, perchĂ© per una volta non aveva rincorso il terzino avversario. Mourinho Ăš molto diretto con i giocatori, ma Ăš onesto. Trattava Sergio Ramos e l’ultimo arrivato allo stesso modo: se doveva dirti una cosa, te la diceva. Anche Max Ăš cosĂŹ: ti dice in faccia quello che va e quello che non va. L’onestĂ  Ăš fondamentale”.

Con Ibra, oggi consulente di RedBird, il fondo che controlla il Milan, che rapporto ha? “Buono. Quando ci vediamo, parliamo nella nostra lingua, serbo-croato, e nessuno ci capisce”.

Ibra nel 2020 Ăš tornato al Milan a quasi quarant’anni. E ha vinto lo scudetto. “Vediamo se riusciamo a rifarlo. Siamo inuna situazione buona di classifica, manca ancora molto e ci sono molte avversarie forti, ma puĂČ succedere. Mai dire mai. Abbiamo molti margini di miglioramento, il mister sta facendo un grandissimo lavoro. Il nostro obiettivo deve essere puntare sempre al massimo. Siamo il Milan ed Ăš giusto cosĂŹ. Per me essere qui Ăš aver chiuso un cerchio. Ora perĂČ pensiamo giorno per giorno, nel calcio come nella vita non bisogna mai ragionare troppo sul futuro. Dopo ogni partita, ce n’ù un’altra”.

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