Moggi senza filtri sulla Juventus: «Spalletti non può risolvere tutti i problemi». Poi indica la via: «Bisognerebbe intervenire così» | OneFootball

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·28 octobre 2025

Moggi senza filtri sulla Juventus: «Spalletti non può risolvere tutti i problemi». Poi indica la via: «Bisognerebbe intervenire così»

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Moggi non usa mezzi termini: squadra senza qualità, dirigenza assente e attacco deludente. L’arrivo del nuovo tecnico non risolverà i problemi

Una critica feroce, un’analisi impietosa che non risparmia nessuno, dalla squadra alla società. L’ex Direttore Generale della JuventusLuciano Moggi, è intervenuto ai microfoni di Radio Radio per commentare il momento nerissimo che sta vivendo la sua ex squadra. Per Moggi, la Vecchia Signora attuale è lontana anni luce dai fasti del passato, una squadra con problemi strutturali profondi che un semplice cambio in panchina non potrà risolvere.

Moggi: una squadra senza centrocampo né attacco

Secondo l’ex dirigente, il problema principale della Juventus risiede nel cuore del gioco: un centrocampo incapace di dettare i tempi e di fare filtro, che finisce per penalizzare sia la difesa che l’attacco. Le sue parole sono una bocciatura totale per il reparto mediano e per le punte.


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MANCANZE STRUTTURALI – «Questa Juventus manca a centrocampo. Ha un attacco inesistente e una difesa che soffre, perché l’intensità del centrocampo non c’è».

L’analisi si sposta poi sull’attacco, con un giudizio severissimo sui tre centravanti a disposizione, considerati simili e non all’altezza, liquidando quasi con sufficienza anche Dusan Vlahovic.

ATTACCO BOCCIATO – «La Juventus ha tre attaccanti che sono sostanzialmente tutti simili e non eccezionali, e Vlahovic, al momento, non è nemmeno da prendere in considerazione».

Moggi: dirigenza assente, Spalletti non è la soluzione

Ma la critica di Moggi non si ferma al campo, ma investe anche la gestione societaria. I continui cambi di allenatori e dirigenti sono, per lui, il sintomo di una mancanza di programmazione e di una leadership assente.

CRITICA ALLA SOCIETÀ – «Ogni anno cambiano allenatori e dirigenti, significa che qualcosa non funziona». […] «Un dirigente che sostiene l’allenatore e lo spogliatoio uniti è fondamentale. Ma in questo momento, non vedo questa unità e soprattutto non vedo una figura di riferimento che possa aiutare l’allenatore.»

Di fronte a questo quadro a tinte fosche, l’eventuale arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina bianconera viene visto da Moggi come un palliativo, non come la soluzione definitiva. Per lui, i problemi sono più profondi e richiedono interventi strutturali, a partire dal centrocampo.

SU SPALLETTI – «Spalletti può dare una mano, ma fino a un certo punto. Le criticità sono più profonde e se non vengono rimosse, un allenatore può migliorare la squadra, ma non risolvere completamente la situazione. Serve un centrocampo che faccia davvero la differenza. Migliorando quel reparto, si alimenta meglio l’attacco e si impedisce agli avversari di infilarsi tra i difensori».

L’affondo di Moggi è totale: una Juventus senza qualità, senza leadership in campo e fuori, con un attacco deludente e una difesa lasciata sola da un centrocampo inesistente. Una squadra che, secondo l’ex DG, ha bisogno di una rifondazione profonda, a partire dalla mediana, per poter tornare a essere competitiva. L’arrivo di Spalletti, per quanto positivo, non basterà a risolvere problemi che nascono da lontano e che richiedono interventi ben più radicali. La ricetta di Moggi è chiara: prima la squadra, poi l’allenatore. E la squadra, al momento, non c’è.

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