Juventusnews24
·28 octobre 2025
Moggi senza filtri sulla Juventus: «Spalletti non può risolvere tutti i problemi». Poi indica la via: «Bisognerebbe intervenire così»

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Una critica feroce, un’analisi impietosa che non risparmia nessuno, dalla squadra alla società. L’ex Direttore Generale della Juventus, Luciano Moggi, è intervenuto ai microfoni di Radio Radio per commentare il momento nerissimo che sta vivendo la sua ex squadra. Per Moggi, la Vecchia Signora attuale è lontana anni luce dai fasti del passato, una squadra con problemi strutturali profondi che un semplice cambio in panchina non potrà risolvere.
Secondo l’ex dirigente, il problema principale della Juventus risiede nel cuore del gioco: un centrocampo incapace di dettare i tempi e di fare filtro, che finisce per penalizzare sia la difesa che l’attacco. Le sue parole sono una bocciatura totale per il reparto mediano e per le punte.
MANCANZE STRUTTURALI – «Questa Juventus manca a centrocampo. Ha un attacco inesistente e una difesa che soffre, perché l’intensità del centrocampo non c’è».
L’analisi si sposta poi sull’attacco, con un giudizio severissimo sui tre centravanti a disposizione, considerati simili e non all’altezza, liquidando quasi con sufficienza anche Dusan Vlahovic.
ATTACCO BOCCIATO – «La Juventus ha tre attaccanti che sono sostanzialmente tutti simili e non eccezionali, e Vlahovic, al momento, non è nemmeno da prendere in considerazione».
Ma la critica di Moggi non si ferma al campo, ma investe anche la gestione societaria. I continui cambi di allenatori e dirigenti sono, per lui, il sintomo di una mancanza di programmazione e di una leadership assente.
CRITICA ALLA SOCIETÀ – «Ogni anno cambiano allenatori e dirigenti, significa che qualcosa non funziona». […] «Un dirigente che sostiene l’allenatore e lo spogliatoio uniti è fondamentale. Ma in questo momento, non vedo questa unità e soprattutto non vedo una figura di riferimento che possa aiutare l’allenatore.»
Di fronte a questo quadro a tinte fosche, l’eventuale arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina bianconera viene visto da Moggi come un palliativo, non come la soluzione definitiva. Per lui, i problemi sono più profondi e richiedono interventi strutturali, a partire dal centrocampo.
SU SPALLETTI – «Spalletti può dare una mano, ma fino a un certo punto. Le criticità sono più profonde e se non vengono rimosse, un allenatore può migliorare la squadra, ma non risolvere completamente la situazione. Serve un centrocampo che faccia davvero la differenza. Migliorando quel reparto, si alimenta meglio l’attacco e si impedisce agli avversari di infilarsi tra i difensori».
L’affondo di Moggi è totale: una Juventus senza qualità, senza leadership in campo e fuori, con un attacco deludente e una difesa lasciata sola da un centrocampo inesistente. Una squadra che, secondo l’ex DG, ha bisogno di una rifondazione profonda, a partire dalla mediana, per poter tornare a essere competitiva. L’arrivo di Spalletti, per quanto positivo, non basterà a risolvere problemi che nascono da lontano e che richiedono interventi ben più radicali. La ricetta di Moggi è chiara: prima la squadra, poi l’allenatore. E la squadra, al momento, non c’è.









































