Cagliarinews24
·11 septembre 2025
Nainggolan: «Cagliari per me era un sogno da bambino. A Cellino dissi che avrei firmato per 15 anni»

In partnership with
Yahoo sportsCagliarinews24
·11 septembre 2025
Ospite a FantaLab Radja Nainggolan, ex centrocampista del Cagliari e, fra le altre, di Roma e Inter, ha parlato della sua carriera e dei centrocampisti che militano oggi in Serie A. Di seguito le sue dichiarazioni:
IL PARAGONE CON MCTOMINAY – «Se posso intervenire, il paragone con McTominay… Magari al Fantacalcio, ma io ho fatto una stagione da 11 gol, lui ancora no!».
I DUELLI CON VIDAL – «Vidal? Quando giocavo contro di lui, per me era forse l’unica sfida sul piano fisico. Lui era un giocatore per il quale stravedevo, perché aveva uno stile di gioco come il mio, sia in fase difensiva che in fase offensiva, dava contributo alla squadra. Per me era sempre una bella prova contro di lui: la Juve era la squadra da battere in quel momento, per cui paragonarmi a uno come lui era sempre una bella sfida personale. Avevo sempre un bel feeling».
MILINKOVIC-SAVIC – «Milinkovic-Savic era un bel giocatore. Ho fatto una volta una battuta, che lo mettevo sempre in tasca nei derby… A parte che era la verità, però lui per me era un giocatore fortissimo, bello da vedere e tecnicamente molto forte. Per me non era così difficile giocarci contro perché nei suoi movimenti era molto lento. Era costante alla lunga, ma non era veloce. Come sfida personale preferivo giocare contro Vidal: per me era il centrocampista più forte della Serie A, in quegli anni».
BARELLA O VIDAL – «Barella o Vidal? Voglio bene a Barella, è cresciuto con me al Cagliari… Ma per gol e assist penso che Vidal sia sopra».
IL CENTROCAMPO IDEALE – «Il mio centrocampo ideale? Parlo di quello in cui ho giocato io, con De Rossi mediano e Pjanic mezzala. Come mezzala era devastante, non ho capito perché alla Juventus lo hanno messo mediano: hanno limitato tutte le sue qualità».
STROOTMAN – «In quel centrocampo c’era anche Strootman, poi si fece male al ginocchio e allora trovai spazio io.».
PIZARRO E PIRLO – «Pizarro era un altro difficilissimo da affrontare. Ricordava molto Pirlo, anche se Pirlo aveva più eleganza. Però quando pressavi Pirlo, magari era sicuro di sé e un errorino lo faceva. Pizarro, quando iniziava a sterzare, era imprendibile, non gliela toglievi mai».
GLI ANNI AL CAGLIARI – «Cagliari per me era un sogno da bambino, quando ho iniziato a giocare in Serie A. Poi ho trovato dei ragazzi che mi hanno aiutato tanto: Daniele Conti, Cossu, Agostini. Se giochi per il Cagliari rappresenti un’isola intera, devi stare più attento e te lo fanno sentire. Man mano che ci stai trovi sempre più passione, provi sempre più senso di appartenenza. Però poi rimani sempre in quel limbo per la salvezza».
LE PAROLE A CELLINO – «Io dissi a Cellino: “Se mi fai un contratto di 15 anni firmo”. Perché non avevo troppa pressione, fuori potevo fare come volevo, stavo bene e la gente mi rispettava. Poi arrivavano delle chiamate, e allora pensi di fare un passo in avanti. Ho scelto la Roma, molti dicono perché odio la Juve, ma in realtà volevo una sfida. Un po’ come a Football Manager, vuoi provare a vincere contro i più forti».
LA JUVENTUS – «La Juventus mi ha cercato 4 o 5 volte. Ho rifiutato perché alzare 4 o 5 Scudetti senza mai giocare non era per me».
ARRIVO A ROMA – «L’arrivo a Roma è stato fantastico, quando arrivano De Rossi e Totti uno pensa se lo possano tirare ma invece era tutto il contrario. Ti accoglievano ed era molto facile. Sarei rimasto a vita anche a Roma, la mentalità della gente era perfetta per me».
SALAH E LA SUA CARRIERA – «Non mi aspettavo Salah avesse questo exploit. Negli anni ho visto giocatori che penso “Che carriera hanno fatto!”, tanti giocatori forti che non capivo come non si potesse vincere con quella squadra. La Juve era imbattibile in quegli anni. Oggi, con quella Roma, vinci 5 Scudetti. Se a Roma avessero potuto trattenere tutti, sarebbe stata un’altra storia. Era quasi impossibile rimanere tanti anni alla Roma, perché il bilancio non lo permetteva».
ALISSON E SZCZESNY – «Avevamo due portieri che erano uno più forte dell’altro. Poi dopo due anni di prestito Szczesny non lo potevano più tenere, e allora giocò Alisson titolare. Ricordo quella partita con l’Atletico Madrid in Champions… penso fece 15 parate».