DirettaCalcioMercato
·19 septembre 2024
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In vista della prossima giornata di Serie A Antonio Conte, allenatore del Napoli, ha rilasciato delle dichiarazioni in merito alle avversarie del Napoli e soprattutto sulla condizione attuale del progetto azzurro.
In vista della gara di campionato di sabato contro la Juventus, il tecnico del Napoli Antonio Conte interverrà nella sala conferenze del centro tecnico di Castel Volturno per rispondere alle domande della stampa a partire dalle 14.00. Prima dell’inizio della conferenza stampa l’allenatore partenopeo ha voluto rivolgere le sue sentite condoglianze per la scomparsa di Totò Schillacci.
Queste sono state le domande poste all’allenatore partenopeo, con conseguenti risposte:
Questa partita arriva troppo presto per testare il livello della sua squadra? “Come ho detto prima del Cagliari, un po’ per tutte le squadre, col mercato che è finito così tardi, c’è una fase di assestamento. Alcuni nuovi sono arrivati da pochi giorni e devi fronteggiare poi tre partite con chi è partito. Stiamo tutti lavorando sodo per trovare la giusta quadra, chi ha tempo non aspetti tempo, ogni partita vale tre punti. Stiamo cercando tutti la quadra ma c’è anche la necessità di vedere buone prove e fare punti perché questi valgono a fine anno. Mi aspetto di dare continuità, di crescere, sotto tanti punti di vista, non fermarci a pensare cosa è stata l’ultima partita e non illuderci perché ogni santa partita per noi è un test”.
Napoli in ricostruzione, Juve reduce dal terzo posto ed ha speso 200mln. “Ci auguriamo possa essere una sfida che conti qualcosa, sia per loro che per noi, oggi è presto per dirlo. Partiamo su due livelli diversi, rispetto all’anno scorso ci sono 18 punti da recuperare, ma sicuramente entrambe avranno voglia di rivalsa. Non penso che una squadra come la Juve possa accontentarsi di arrivare terza ed a distanza siderale dall’Inter, noi non possiamo pensare di finire 20 punti dietro loro, il Milan e 40 dall’Inter. Partiamo da differenti livelli di partenza, ma ci auguriamo al ritorno in casa nostra che si possa parlare con maggiori certezze”.
Ci sarà un abito diverso per il Napoli? “Dobbiamo indossare un bell’abito, ho il piacere con i ragazzi di offrire sempre un bello spettacolo. Durante le partite devi essere pronto con il tuo bell’abito, appena uscito dal sarto, a sporcartelo perché senza la giusta cattiveria… devi farlo, anche se hai un bell’abito. E’ il connubio vincente per le grandi squadre, ci sono diversi momenti della partita. Anche l’Inter ieri, è andata in casa del City ed ha alternato momenti in cui ha giocato a calci ed altri in cui era in 25 metri tutti dietro a difendere dimostrando di essere una squadra con la S maiuscola, non si può indossare solo un abito e dobbiamo capirlo. L’anno scorso si pensava spesso ad attaccare e c’era disequilibrio o non c’era voglia feroce di riconquistarla o di ricompattarsi, noi su questo stiamo lavorando”.
Molti sottolineano il vantaggio di non aver giocato in Coppa. E la Juve a che punto è? “Thiago Motta raccoglie un’eredità pesante, un allenatore che ha scritto parecchie pagine di storia come Allegri. Non è una cosa banale allenare lì, c’è richiesta di vittoria, come al Milan o all’Inter. E’ stato un mio calciatore con la nazionale agli Europei, mi fa anche sorridere, ma anche rattrista un po’ perché sto diventando vecchio (ride, ndr). E’ un ragazzo serio, bravo, a Bologna ha fatto benissimo e quindi gli auguro il meglio dal punto di vista umano, non nelle partite contro di noi. Sulle coppe sapete che io dico sempre la verità: c’è un vantaggio e uno svantaggio. Per me che sono al primo anno mi dà modo di lavorare di più, altrimenti con 3 partite il lavoro è ridotto, quando arrivi in un nuovo club hai bisogno di tempo per lavorare sulle tue idee e dopo tanti giocatori arrivati all’ultimo.
A che punto è l’inserimento di McTominay, Gilmour e Neres? “Più tempo passa e più entrano dentro la nostra idea, con David abbiamo lavorato durante la sosta, dieci giorni con Billy e Scott, è stato positivo, stanno capendo l’idea di calcio che vogliamo fare. Si adattano alla tipologia di lavoro anche dal punto di vista fisico, metabolico, di forza, cosa chiede il tecnico, sono contento perché sono ricettivi e possono darci un buon contributo”.
Kvara oggetto di falli ripetuti e sistematici, a Verona costretto ad uscire, a Cagliari non sanzionati. “Odio il gioco violento, anche da calciatore non mi sono mai permesso di fare un’entrata per far male, non è da uomo. Mai mi sono permesso ad un mio calciatore ‘dagli subito un calcio che così lo spaventi’, e prima era più rustica la situazione. Forse è quello che è capitato a Cagliari dopo 30 secondi con un fallo intimidatorio, lì gli arbitri non devono aver paura di dare il giallo. Può accadere dopo un secondo o al 95′, è un fallo intenzionale dove metti a rischio l’incolumità del giocatore.
Spirito di gruppo ritrovato che ha esaltato anche i nuovi come Buongiorno ed ha fatto riemergere anche Di Lorenzo e Anguissa. “L’arma vincente non solo del Napoli di due anni fa, sarà sempre quella di tutti i gruppi che puntano a qualcosa di importante. Lo spirito di gruppo, l’unione, soprattutto nei momenti di difficoltà… io vi dissi che ho trovato un gruppo perbene, senza chi pensa con egoismo e quindi su questo è molto più semplice cercare di insistere su alcuni tasti e lo spirito di gruppo si costruisce nel percorso, soprattutto nelle cadute e c’è da tirare fuori lì le cose negative ed affrontarle, come accaduto a Verona con onestà.