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·20 mars 2025

Piantedosi: «Al Meazza sperimentazione del riconoscimento facciale come all’Olimpico»

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«I dati relativi alle immagini acquisite, e al loro abbinamento ai nominativi, si cancellano automaticamente trascorsi sette giorni, nel rispetto delle prescrizioni in materia di privacy». Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, rispondendo al question time al Senato sui sistemi di videosorveglianza negli stadi.

«Da alcuni anni, presso lo stadio Olimpico di Roma è stato sviluppato, pertanto, un sistema di videosorveglianza provvisto di una funzione di acquisizione dei dati biometrici degli spettatori, sulla base di una verifica preliminare positivamente esperita dal Garante per la protezione dei dati personali nel luglio del 2016», ha ricordato Piantedosi.


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Il ministro ha spiegato che «questa funzionalità consente l’acquisizione delle immagini degli spettatori abbinate automaticamente al nominativo della persona quale risulta dal sistema di controllo degli accessi ai tornelli e dal sistema di biglietteria. In caso di determinati illeciti commessi all’interno dello stadio, per i quali sono applicabili la misura del Daspo e dell’arresto differito, il sistema consente di effettuare a posteriori il riconoscimento degli interessati tramite il confronto delle immagini acquisite al momento del transito nei tornelli di accesso con quelle riprese all’interno dello stadio durante gli eventi sportivi».

Piantedosi ha sottolineato che «non si tratta di un riconoscimento facciale in tempo reale, bensì soltanto della possibilità di risalire con esattezza all’identità di una persona che ha compiuto un illecito all’interno dello stadio, successivamente alla commissione dello stesso, proprio al fine di consentire l’applicazione di quelle misure di prevenzione e contrasto cui ho fatto cenno».

Inoltre, ha aggiunto, «sono anche in corso interlocuzioni con il Garante della privacy per il perfezionamento delle informative rivolte agli utenti anche tramite la cartellonistica presente allo stadio». A Milano, ha proseguito il ministro, «anche la società che gestisce lo stadio Giuseppe Meazza ha avviato la sperimentazione di un sistema che, analogamente a quello di Roma, non attiva un riconoscimento facciale automatico, ne’ in tempo reale, bensì si limita ad associare l’immagine del volto dello spettatore che passa al tornello, con i dati anagrafici riportati sul titolo di accesso, sempre a posteriori e a seguito della commissione di un reato».

Piantedosi quindi ha ribadito che «l’impianto video-identificativo dello stadio milanese in via di messa a punto è a disposizione, come quello di Roma, esclusivamente delle Forze di polizia nell’esercizio delle proprie attività istituzionali di prevenzione e repressione dei reati, sotto il coordinamento dell’Autorità giudiziaria» e che attualmente, a Milano «sono in corso ulteriori test di funzionalità, che dovrebbero terminare alla fine di questo mese e, di conseguenza, il sistema non risulta essere ancora operativo. Ciò potrà avvenire solo ed esclusivamente dopo la conclusione degli iter di verifica e valutazione previsti dalla normativa vigente, tra cui anche l’attuale disciplina in materia di tutela della privacy».

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