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·26 mai 2025
Platini si confessa: «Heysel ricordo doloroso. Var? Ecco come risolverei il problema in Italia, se mi chiama la Juve dico…»

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·26 mai 2025
(Lorenzo Bosca – Inviato al Park I Roveri). Una parata di stelle stamane ha fatto tappa presso il Royal Park I Roveri di Fiano Torinese, sede – come noto – de La Fondazione Vialli e Mauro. Tra queste spicca senz’ombra di dubbio ‘Le Roi’: Michel Platini. In occasione dell’edizione numero 20 della Golf Cup organizzata dalla fondazione il francese, leggenda della Juventus a cavallo tra il 1982 e il 1987, si è soffermato con i giornalisti presenti. Sentiamo quindi le sue dichiarazioni in conferenza stampa, le parole raccolte da CalcioNews24 presente sul posto.
Prima volta che parla alla stampa dopo l’assoluzione…
«Non è finita, dobbiamo aspettare, perché ci saranno le motivazioni scritte. Dopo ci sarà un appello al tribunale federale in Svizzera per sapere se la vicenda è chiusa. Per me non doveva neanche cominciare, ma non è finita»
Cosa ne pensa delle voci su Conte alla Juve?
«E’ stato campione d’Italia col Napoli…è una figura molto importante per la Juve. Non voglio immischiarmi negli affari della Juve. Penso che anche Tudor sia stato un ottimo allenatore. Penso che sia importante avere anche grandi calciatori. Non sono mai stato un grande innamorato degli allenatori, perché i giocatori sono sempre più importanti, non gli allenatori comunque».
I tifosi la rivorrebbero alla Juventus…
«Ed è per questo che sono venuto qui a Torino (ride, ndr). No, nessuno mi ha mai chiamato della Juventus. Se mi chiamassero cosa direi? Ma se non ci sono contatti…ho una bella vita, sto benissimo, ma se nessuno mi chiama non posso pensarci (ride ancora, ndr)»
Cosa ne pensa dell’Inter a breve in finale di Champions?
«Guarda, ho visto l’Inter nella finale del 2010 poi non l’ho più vista giocare da quel giorno. Dunque non posso parlare dell’Inter. Conosco meglio il Psg invece e vi dico che gioca molto bene. E’ davvero un piacere vedere questa squadra, anche grazie al lavoro di Luis Enrique. Poi ovviamente se mi chiedete per chi tifo…sono francese (ride, ndr)»
Ha seguito la Juve quest’anno?
«Poco, ho guardato solo i risultati e la classifica. Le partite del campionato italiano non si vedono in Francia e poi non sono più in Uefa, quindi mi spiace ma l’ho seguita poco. Sono molto felice che la Juve sia arrivata quarta, perchè giocherà la Champions»
Un commento sul Mondiale per Club?
«Il mondiale per club esisteva già da 50 anni fa, poi l’ho cambiato perchè non era giusto avere solo campioni americani ed europei. Oggi penso che la Fifa voglia fare un tornerò con più soldi e hanno il diritto di farlo. Io da calciatore penso che sia difficile giocare in estate durante le ferie e sportivamente parlando non c’è alcun interesse. Ma è così, io penso che la Fifa – come gli altri – vogliano fare sempre più soldi: può essere giusto o non giusto, ma è complicato. Ci sono tante società con dei debiti e vogliono avere sempre più soldi legittimamente»
Tra qualche giorno ci sarà il ricordo dell’Heysel…
«Un momento che ho vissuto malissimo: è stato un brutto momento. Qualcosa che mi ha fatto male ripensando a tutti quei tifosi che sono venuti a vedermi ma non sono tornati a casa»
Cosa significa la Juve per lei?
«Io ho vissuto un periodo dove chi incarnava lo stile Juve era l’avvocato Agnelli. Oggi i valori non so quali siano, è passato tanto tempo. Lui era un personaggio fantastico, oggi non so…è troppo filosofica come domanda per me (ride, ndr)»
Proverà ad avere altri ruoli nel mondo del calcio?
«Non penso, no»
In Italia continuano le polemiche sul Var, come la risolverebbe Platini?
«Le polemiche con e senza il VAR non cambiano mai in Italia! Il var dunque non ha risolto le cose, le ha spostate. Una cosa logica sarebbe mettere il VAR solo sulle linee: fuorigioco, area di rigore e via dicendo…quelle che gli arbitri non possono vedere bene. Poi per il resto – come per i falli di mano – lascerei all’interpretazione dell’arbitro. Secondo me questo potrebbe essere un giusto equilibrio, io la penso così»
A breve farà gli anni…vorrebbe un regalo dalla Juve? Una chiamata magari?
«Già l’avvocato mi aveva chiesto se volessi rimanere con lui a lavorare, ma io dovevo tornare a casa mia. Poi non ho avuto tempo di pensarci a questo perchè sono diventato coach della Nazionale. La risposta su questa domanda della Juve sinceramente non la conosco, ma sono onorato che 40 anni dopo si pensi ancora a me»
Non le dà un po’ fastidio che non considerato tra i migliori di sempre?
«Non me ne frega nulla (ride, ndr). Per la mia famiglia ero il migliore. I giovani di oggi hanno dimenticato gli Eusebio, Pelè, Di Stefano…non si possono paragonare le generazioni. E’ come paragonare Eros Ramazzotti con i Beatles».
Cosa dovrebbe fare la Juve per tornare a vincere?
«Non lo so sinceramente. Penso che ci siano dei cicli, anche loro non possono vincere sempre, ma non sono dentro e non posso sapere. Come vi ho detto sono i calciatori che sono importanti e il campionato riflette il valore di una squadra. Se è quarta la Juve vuol dire che è arrivata quarta»