Rivoluzione Torino: Cairo esonera Vagnati e richiama Petrachi, pesano i flop di Aboukhlal e Ngonge | OneFootball

Svolta drastica in casa Torino: il presidente Urbano Cairo ha deciso di sollevare dall’incarico il direttore sportivo Davide Vagnati, affidando nuovamente la scrivania a un volto noto e storico del club, Gianluca Petrachi. Una mossa che segna un ritorno al passato per provare a raddrizzare un presente sportivamente complicato.

Torino, il tesoretto non basta: i milioni di Ricci e Vanja non salvano Vagnati, fatali gli errori in entrata

L’analisi di Tuttomercatoweb.com mette in luce il paradosso della gestione Vagnati, capace di risanare le casse ma non di rinforzare la rosa. Sotto il profilo puramente economico, l’ultimo mercato estivo è stato ineccepibile: il saldo si è chiuso nettamente in attivo grazie a due cessioni illustri. Il portiere Vanja Milinkovic-Savic è passato al Napoli per oltre 21 milioni di euro, mentre il gioiello del centrocampo Samuele Ricci è volato al Milan per circa 25 milioni, generando un guadagno notevole rispetto ai 10 milioni spesi per prelevarlo dall’Empoli nel 2022.

Tuttavia, il calcio non si gioca con i bilanci, ma con i calciatori. E sono proprio gli acquisti sbagliati la pietra tombale sull’avventura di Vagnati. Scorrendo la lista dei nuovi arrivi, il rendimento è stato finora deficitario. Il dito è puntato soprattutto sull’investimento più oneroso: gli 8 milioni spesi per Zakaria Aboukhlal, ala destra arrivata dal Tolosa con grandi aspettative ma mai capace di imporsi come titolare. Stesso discorso per Cyril Ngonge, giunto in prestito con l’obiettivo di spaccare le partite e finito invece ai margini. Il fallimento del mercato in entrata ha avuto ripercussioni tattiche pesanti. La mancanza di esterni offensivi affidabili e di qualità ha costretto l’allenatore Baroni ad abiurare il suo credo tattico: il tridente offensivo, marchio di fabbrica iniziale, è stato accantonato già da ottobre in favore di un più coperto 3-5-2. Un cambio di rotta obbligato che ha certificato l’inadeguatezza della rosa costruita in estate e ha spinto Cairo al ribaltone dirigenziale.

Andrea Alati