Roma, intreccio tra narcotraffico e Curva Sud: le rivelazioni del pentito Capogna scuotono l’Olimpico | OneFootball

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·14 mai 2025

Roma, intreccio tra narcotraffico e Curva Sud: le rivelazioni del pentito Capogna scuotono l’Olimpico

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Emergono nuovi e inquietanti dettagli sui rapporti tra il narcotraffico romano e una frangia della Curva Sud dell’Olimpico. A fare luce è il collaboratore di giustizia Fabrizio Capogna, broker della cocaina attualmente detenuto e figura centrale nelle indagini sull’omicidio di Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik.

Secondo quanto riportato da Calcio e Finanza, Capogna ha svelato i legami tra alcune figure della tifoseria romanista e il traffico di droga, indicando come la Curva si sia trasformata in un punto di riferimento per lo spaccio. L’ex broker ha dichiarato che uno dei leader del gruppo “Quadraro”, Daniele Antonelli, sarebbe stato coinvolto nella gestione degli affari illeciti, con forniture fino a 28 chili di cocaina venduti in un solo anno. Le consegne avvenivano anche sette volte l’anno nella zona di Santa Marinella.


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Il pentito ha inoltre rivelato la vicinanza del gruppo “Quadraro” con i Fedayn, storico gruppo ultras scioltosi nel 2023, aggiungendo un ulteriore elemento alla complessa mappa del tifo e della criminalità organizzata nella capitale.

Finizio prende le distanze, ma è isolamento

Nel tentativo di prendere le distanze dalle accuse, Girolamo “Cillò” Finizio, leader riconosciuto del Quadraro, ha dichiarato che “la zona di spaccio coinvolgeva alcuni dei nostri, ma non tutto il gruppo”, aggiungendo di essere sotto processo per unicamente aver picchiato chi si occupava della droga.

Ma le sue parole hanno suscitato polemiche. In una intercettazione, uno degli indagati, Danilo Cappannelli, ha attaccato duramente: “La gente si vuole drogare allo stadio, c’è sempre stata gente che si droga allo stadio”, accusando il capo di averli definiti “infami e merda”.

Tensione crescente: molotov alla sede del gruppo

La tensione è esplosa anche fisicamente il 28 aprile 2025, con una molotov lanciata contro la sede del Gruppo Quadraro in via Castrazione 32. In quell’occasione è apparsa anche una scritta minacciosa: “Nessuna tolleranza per chi collabora”. Un messaggio chiaro a chi, come Capogna, ha scelto di parlare con i magistrati. L’episodio ha spinto gli inquirenti a rafforzare la protezione nei confronti di Finizio, che ora appare isolato anche all’interno del suo stesso ambiente.

Ultras, droga e identità calcistica

A gettare ulteriore benzina sul fuoco, il passato di Finizio, che in gioventù indossava una maglia del Napoli, dettaglio che ha alimentato sospetti sulla sua fede romanista. Il 25 giugno 2024, davanti allo stadio, apparve uno striscione eloquente: “Il nostro odio non finirà mai”, firmato proprio Gruppo Quadraro, che portò a Daspo per i responsabili.

Un quadro inquietante

La vicenda del narcotraffico legato al tifo organizzato a Roma svela un intreccio pericoloso tra criminalità, passioni sportive e violenza. L’Olimpico, simbolo di sport e aggregazione, rischia sempre più spesso di diventare palcoscenico di dinamiche criminali che vanno ben oltre i novanta minuti. Le indagini sono in corso, ma una cosa è chiara: il confine tra tifo e crimine si è fatto sempre più sottile.

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