Sacchi Napoli: «Conte? Lo sento spesso al telefono, ecco cosa gli ho detto dopo l’Inter; futuro al Milan? Quale squadra non lo vorrebbe!» | OneFootball

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Calcionews24

·3 mars 2025

Sacchi Napoli: «Conte? Lo sento spesso al telefono, ecco cosa gli ho detto dopo l’Inter; futuro al Milan? Quale squadra non lo vorrebbe!»

Image de l'article :Sacchi Napoli: «Conte? Lo sento spesso al telefono, ecco cosa gli ho detto dopo l’Inter; futuro al Milan? Quale squadra non lo vorrebbe!»

Le parole di Arrigo Sacchi su Antonio Conte: «Il suo Napoli una squadra unita e compatta, con l’Inter hanno macinato tanto gioco»

Arrigo Sacchi ha rilasciato una lunga intervista al Mattino in cui ha parlato del Napoli di Antonio Conte dopo il pareggio contro l’Inter. Di seguito le sue parole.

CHE IMPRESSIONE LE HA FATTO IL NAPOLI CONTRO L’INTER?«Undici giocatori uniti da un’idea. E che hanno macinato, macinato, macinato gioco. Come piace a me. Per tutta la partita. Conte sta facendo un miracolo».


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HA CHIAMATO CONTE DOPO LA PARTITA?«Dovevo dirglielo subito che sono rimasto incantato dalla reazione della sua squadra dopo lo scivolone con il Como. Ho visto la sua rabbia, la sua determinazione. È un Napoli che si identifica nel suo tecnico, in quello che vuole».

PENSA CHE IL MILAN DOVREBBE PUNTARE SU CONTE?«Trovatemi una sola squadra della Serie A che non vorrebbe avere Conte in panchina e che non ha il rimpianto di non averlo preso. 10-15 punti in più grazie a lui? Non lo so, magari anche di più. Gli occhi che avevano in campo i calciatori azzurri l’altra sera, sono quelli che conosco io. Perché Antonio è un mio amico».

QUINDI VEDE CONTE AL MILAN IN FUTURO?«Sarebbe perfetto per la rivoluzione che è necessario fare tra i rossoneri. Come anche un altro amico come Maurizio Sarri. Ma lui sta bene al Napoli, è felice, è tutt’uno con l’ambiente. Ed è evidente che sia riuscito a trasmettere tutto se stesso alla squadra. Fatta di pochi calciatori di successo e con tanti che stanno dimostrando di voler arrivare in alto».

IL NAPOLI PUÒ VINCERE LO SCUDETTO?«Nei comportamenti in campo vedo l’umiltà e quello spirito di sacrificio che sono necessari per arrivare al successo. Con Conte c’è stata una specie di rivoluzione culturale».

CONTE HA DETTO “SE VOGLIAMO, POSSIAMO”. È D’ACCORDO?«Nel calcio come nella vita bisogna abbattere i propri limiti mentali. Lui ha voluto dire: possiamo diventare qualsiasi cosa, l’importante è impegnarsi per raggiungere il nostro obiettivo. Nessuno è più capace di lui di ottenere il massimo da un calciatore».

PERCHÉ CONTE RIESCE A TIRARE FUORI IL MASSIMO DAI GIOCATORI?«Perché si fidano. Sanno che lui può farli essere migliori di quello che sono. Ha fatto lui il mercato questa estate, giusto? Vuol dire che ha scelto anche in base a certe caratteristiche umane».

ERA LO STESSO METODO CHE USAVA LEI?«Prima di comprare Rijkaard, lo mandai a seguire per tutta Amsterdam, a pedinare anche nei locali, per due settimane da un mio uomo di fiducia. I dirigenti di oggi si comportano in questo modo? Non lo so, ma qualche dubbio mi viene. Per fare una buona squadra servono uomini affidabili. In campo e fuori. Il Napoli è questo».

COSA L’HA COLPITA DI PIÙ DELLA PRESTAZIONE DEL NAPOLI?«La qualità del gioco espresso e la continuità della prestazione. Hanno macinato, macinato, macinato idee per tutta la partita, senza mai arrendersi. Gli altri hanno fatto solo un tipo di partita, Conte ne ha fatte tantissime».

INZAGHI L’HA DELUSA?«No, non è vero che ha fatto un catenaccio. Si è difeso, ma in maniera organizzata, precisa. In maniera moderna».

IL NAPOLI NON VINCE DA CINQUE PARTITE. PROBLEMA O NORMALE FISIOLOGIA?«L’abitudine italiana di vedere solo il risultato. Solo nel secondo tempo di Como ho visto passi indietro. Il Napoli è una squadra fatta con saggezza e seguendo le regole auree che stanno alla base della costruzione di una squadra».

QUALI SONO QUESTE “REGOLE AUREE”?«Il Napoli è un club con le idee chiare che ha scelto un allenatore e che lo difende sempre. Con De Laurentiis non è mai così scontato. E mi pare che tutti i giocatori siano stati scelti in base al suo credo. Ho l’impressione che lo amino tutti. Non è semplice».

COME SONO LE SUE TELEFONATE CON CONTE?«Lo chiamo spesso, l’altra sera dopo appena un’ora perché volevo dire quanto era stato bravo contro l’Inter. Nelle scelte iniziali, nel ritmo, nella voglia di voler comandare il gioco. È un onore avere un allenatore italiano come lui. Ed è normale che uno come Conte lo vogliano tutti. Poi i primi appunti sugli allenamenti li copiava da me. E mi chiedeva il permesso».

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