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·25 août 2025

San Siro, malumori in maggioranza per l’ipotesi di sconto a Inter e Milan

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L’ipotesi di uno “sconto” da 30 milioni di euro sulla cessione dello stadio di San Siro a Milan e Inter da parte del Comune di Milano agita la maggioranza che sostiene la giunta del sindaco Giuseppe Sala. Secondo le opposizioni, le polemiche dimostrano che «l’amministrazione è completamente spaccata» e invitano i consiglieri più critici a non presentarsi al voto di settembre sul Meazza, per dare «un segnale politico netto e rispedire definitivamente a casa il sindaco».

Nelle fasi finali della trattativa con Palazzo Marino, i due club – ha scritto oggi La Repubblica – avrebbero fatto leva sulle clausole della legge sugli stadi, che assegna i costi delle bonifiche all’amministrazione comunale. Così il prezzo sarebbe sceso dai 197 milioni fissati dall’Agenzia delle Entrate a 160 milioni di euro. Per Carlo Monguzzi, consigliere di Europa Verde, si tratta di «un ulteriore regalo del Comune ai fondi speculativi».


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Il democratico Alessandro Giungi, in una nota, invita invece a «evitare gli sconti di fine stagione», sottolineando che «nessuno obbliga a fare ricorso» alla Legge sugli Stadi e che «se i fondi ne chiedono l’applicazione, dovrebbe essere ancora più evidente l’assenza di un interesse pubblico in tutta l’operazione».

Ancora più duro il consigliere del gruppo Misto, Enrico Fedrighini. La prospettiva di uno sconto di 30 milioni, «se confermata, renderebbe il tentativo di svendere il Meazza – la più opaca delle trattative urbanistiche in corso a Milano – qualcosa capace di evolvere dal danno erariale alla farsa fantozziana. Non in mio nome. Ci vediamo in Consiglio», ha promesso.

«Nell’area del Parco dei Capitani, dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio, non sono state svolte analisi ambientali. Il Comune, responsabile della qualità dei terreni, rischia di cedere al buio un bene pubblico», ha aggiunto. Fedrighini ha sottolineato che M-I Stadio srl, la società controllata dai due club, nel 2024 ha registrato 23 milioni di ricavi da partite e concerti: «In sette anni il Meazza produce quanto incasserebbe la città con la vendita. Un affare d’oro per i fondi, non per Milano».

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