Calcionews24
·28 novembre 2025
Sarri si racconta a 360°: «La mia carriera è passione, cambiamenti e identità. Sarrisimo un’ipotesi. I giocatori più forti? Loro. A Napoli non ho vinto, ma…»

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Nella lunga intervista rilasciata a Dazn per il format Storie di Serie A, Maurizio Sarri ha aperto una finestra profonda sul suo percorso umano e professionale, analizzando le fasi più significative della sua carriera, il rapporto con la Lazio, i periodi difficili vissuti lontano dal calcio e le prospettive che lo attendono. Un racconto intimo, che mette in luce l’essenza di un allenatore costruito dal basso, capace di trasformare passione e lavoro in un’unica dimensione.
COS’HA FATTO LONTANO DAL CAMPO – «Ho visto partite, non è che sia cambiato qualcosa, il mondo del calcio ci rimani dentro. Purtroppo la storia familiare non è stata bellissima, sono stato preso da storie non simpatiche».
CAMBIARE VITA – «Una serie di contingenze che ti capitano, non c’è bisogno di grande coraggio. È una storia di passione, che mi diverte. Da quando lo faccio di professione la sensazione di andare a lavorare non ce l’ho mai avuta».
LA CARRIERA – «L’obiettivo era farne una professione, senza avere ambizioni così alte. Le circostanze e la fortuna mi hanno portato più in alto di quello che pensavo».
NAPOLI E IL CALCIO BELLO – «A Napoli non abbiamo vinto niente ma è stato un calcio bellissimo, divertente da vedere. Tutto era al posto giusto».
SARRISMO – «È un’ipotesi, poi bisogna confrontarsi con i calciatori che hai. Nessuna squadra che ho avuto mi ha permesso di replicarlo».









































