Calcio e Finanza
·4 août 2025
Scontro sul Dl Sport: il Governo tenta l’ultima modifica

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·4 août 2025
È il giorno decisivo per il decreto Sport, tanto voluto dal ministro Andrea Abodi. Una vera e propria corsa contro il tempo con il governo che tenta di correggere il testo per rimuovere gli elementi che hanno suscitato riserve da parte del Quirinale, nel tentativo di evitare che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo rimandi indietro.
Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera, il tempo stringe, e nella maggioranza cresce l’apprensione: se gli aggiustamenti studiati dal ministro Abodi con Palazzo Chigi non saranno sufficienti, il rischio è che il provvedimento venga rispedito alle Camere anche dopo l’approvazione definitiva, costringendo il governo ad affrontare il tutto durante la prevista pausa estiva.
Questo aspetto, per quanto rilevante, è solo una parte marginale rispetto alla posta politica in gioco. Un senatore della maggioranza lo sintetizza così: «Questo decreto minore misura la temperatura dei rapporti tra governo e Quirinale. Se non verrà promulgato, nonostante gli interventi correttivi, significherà che il dialogo tra le istituzioni è in una fase molto delicata».
Le sue parole arrivano dopo giorni tesi, segnati da scambi serrati tra Palazzo Chigi e i consulenti giuridici del Colle, in particolare su due provvedimenti: il decreto Sport e quello sull’Economia. In quest’ultimo è confluito un emendamento della Lega – ufficiosamente criticato dal Quirinale – per prolungare fino al 2033 l’attività della società Milano-Cortina, creata in vista delle Olimpiadi invernali. Il doppio braccio di ferro, che alcuni nella maggioranza leggono come il riflesso del malumore del Colle di fronte al proliferare di decreti estivi, ha portato l’esecutivo a numerosi dietrofront, correzioni e limature.
Il ministro Abodi ha cercato di tenere il punto. Ma oggi, per evitare uno scontro aperto con il Quirinale, il governo è pronto a rivedere parzialmente il decreto Sport, che decadrebbe il 29 agosto se non fosse convertito. Il testo è atteso al Senato per la seconda lettura. Alle 13.00 si riunirà la commissione Bilancio per esprimere un parere sulle coperture, e in quella sede l’esecutivo tenterà un’operazione puntuale, eliminando i due emendamenti approvati a Montecitorio e oggetto di rilievi da parte del Colle.
Il compito di gestire questa manovra di precisione ricadrà sul ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, chiamato a ricucire gli strappi con il Quirinale e a salvare, insieme al decreto Sport, anche la pausa estiva dei parlamentari. Gli interventi si concentreranno soprattutto sull’articolo 11. Il primo nodo riguarda la Commissione incaricata di controllare i bilanci delle società sportive calcistiche e cestistiche. La maggioranza aveva previsto una corsia preferenziale per assumere, a tempo determinato, personale messo a disposizione dalle federazioni. Ma il Colle ha fatto sapere, in via informale, che questa disposizione potrebbe violare il principio costituzionale secondo cui l’accesso alla pubblica amministrazione avviene tramite concorso, e non attraverso forme surrettizie di stabilizzazione.
Il secondo punto critico riguarda la norma che attribuisce al giudice ordinario, e non al Tar, la competenza sulle eventuali controversie relative all’obbligo, per federazioni e società, di versare i contributi annuali alla Commissione. Si tratta, secondo il Quirinale, di una norma organizzativa, che non presenta i requisiti di necessità e urgenza propri di un decreto-legge.
In serata, nei corridoi del governo circolava un certo ottimismo: eliminati questi due passaggi, si spera che Mattarella possa firmare il testo. Tuttavia, nulla è garantito. Le opposizioni accusano l’esecutivo di voler costruire un sistema di potere per mettere le mani sul mondo dello sport, e il governo, da parte sua, non intende cedere sul punto più politico del provvedimento.
All’articolo 9-quater, infatti, si stabilisce che la società Sport e Salute – incaricata di gestire i 7 milioni destinati all’America’s Cup e alle Atp Finals di tennis – sarà anche il soggetto preposto a supervisionare, organizzare e amministrare gli eventi sportivi finanziati con più di 5 milioni di euro. Il ministero dello Sport non intende rimuovere questa norma: «Il confronto è ancora aperto», fanno sapere.
Il che, secondo i timori interni all’esecutivo, lascia ancora aperto lo scenario di uno scontro con il Colle nel pieno di agosto. Una volta modificato, il decreto dovrà tornare alla Camera per la terza lettura e, a quel punto, il Quirinale potrebbe prendersi alcuni giorni di riflessione prima di decidere. I parlamentari, nel frattempo, restano in sospeso per iniziare ufficialmente il proprio periodo di vacanza.
Tra i punti sensibili resta anche la figura del commissario per gli stadi in vista degli Europei 2032. Secondo fonti interne, il Colle sarebbe disposto a chiudere un occhio su questo passaggio. Ma nel governo serpeggia il timore che, alla fine, la somma delle criticità possa indurre Mattarella a rinviare nuovamente il provvedimento alle Camere.