Sergio Conceicao, retroscena su suo figlio Francisco: «Nel 2020 durante il lockdown era un po’ cicciottello. Fui chiaro con lui e gli dissi questa cosa» | OneFootball

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·22 décembre 2025

Sergio Conceicao, retroscena su suo figlio Francisco: «Nel 2020 durante il lockdown era un po’ cicciottello. Fui chiaro con lui e gli dissi questa cosa»

Image de l'article :Sergio Conceicao, retroscena su suo figlio Francisco: «Nel 2020 durante il lockdown era un po’ cicciottello. Fui chiaro con lui e gli dissi questa cosa»

Sergio Conceicao ha svelato questo retroscena su suo figlio Francisco, attuale numero 7 della Juventus. Le sue dichiarazioni

Dietro gli scatti brucianti e i dribbling ubriacanti di Francisco Conceicao c’è l’educazione rigida e l’amore esigente di un padre che conosce bene il calcio ai massimi livelli. Sergio Conceicao si è raccontato in una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, svelando retroscena inediti sul percorso di crescita del figlio, oggi pedina fondamentale nello scacchiere di Luciano Spalletti.

L’aneddoto del lockdown: “Se hai fame, bevi acqua”

Il tecnico ha riavvolto il nastro fino al 2020, anno del debutto di “Chico” sotto la sua guida in Portogallo. Un periodo segnato dalla pandemia, ma fondamentale per la costruzione dell’atleta che vediamo oggi.


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«Francisco ora è alla Juve e sta facendo bene, ma il percorso non è stato semplice», ha spiegato papà Sergio. «Cisco ha debuttato con me. Nel 2020, durante il lockdown, era un po’ cicciottello. Allora fui chiaro con lui: gli dissi “Se hai fame… allora bevi acqua”». Una frase dura, quasi marziale, che testimonia quanto il padre abbia preteso dal figlio per trasformarlo in un professionista capace di reggere l’urto con il calcio d’élite.

Questione di “fame”: il confronto generazionale

Non è solo una questione fisica, ma soprattutto mentale. Sergio Conceicao riflette sulle differenze tra la sua generazione e quella del figlio. Lui, cresciuto nelle difficoltà, ha dovuto lottare per emergere; Francisco, figlio d’arte, ha avuto un punto di partenza diverso, ma non per questo meno impegnativo sotto il profilo delle aspettative.

«Per fare la differenza servono sacrifici e mentalità. Se potessi gli presterei la mia fame», confessa l’ex tecnico rossonero. «Non che lui non ce l’abbia, anzi, ci ha sempre creduto. Ma comunque io a 16 anni portavo i soldi a casa per mangiare, era diverso».

Oggi quella “fame” Francisco la sta dimostrando sul campo, con la maglia della Juventus, confermando che i sacrifici sono serviti a costruire un campione.

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