Lazionews24
·25 juillet 2025
Spalletti sicuro: «Nazionale? Per me è stata fatale. Ecco come ho agito e cosa mi aspettavo»

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L’addio alla Nazionale brucia ancora. Luciano Spalletti racconta a cuore aperto il suo dolore dopo la fine prematura dell’esperienza da commissario tecnico dell’Italia. In un’intervista a Repubblica.it, l’ex ct ha ripercorso i momenti più difficili vissuti dopo l’eliminazione contro il Belgio, che ha chiuso un capitolo amarissimo della sua carriera.
«Non mi passa mai. Mi toglie il sonno, mi condiziona in tutto. Anche quando penso di stare bene, quel pensiero ritorna», confessa Spalletti, con parole cariche di emozione. Il tecnico toscano non nasconde il rimpianto più grande: «Non sono riuscito a far capire ai ragazzi che gli volevo bene. Questo mi pesa».
Quando gli viene chiesto se avrebbe fatto meglio a dire no all’incarico, Spalletti è chiaro: «No. La Nazionale non si sceglie, la Nazionale chiama. E quando arriva quella chiamata, bisogna rispondere senza pensarci due volte. È un dovere, è un onore». Un concetto che, secondo lui, oggi si sta perdendo: «Forse questo è ciò che manca: il senso di appartenenza».
Riflettendo sul proprio approccio iniziale, Spalletti ammette qualche errore: «Ho spinto troppo sull’identità, sull’inno, sul fare gruppo con forza. Forse avrei dovuto lasciare più libertà. Volevo che sentissero quello che sentivo io, ma forse ho caricato troppo».
Nonostante l’uscita anticipata, Spalletti difende i suoi calciatori: «Non è vero che in Italia non ci sono più talenti. Ho detto loro di non lasciarsi influenzare da chi dice che sono scarsi. Bastoni, Barella, Dimarco: sono di altissimo livello. Sono orgoglioso di averli allenati».
Parla poi di un percorso che sembrava finalmente promettente: «Dopo l’Europeo avevamo ripreso la strada giusta. Ma, come nelle nostre campagne, scavi un canale per l’acqua e quella prende un’altra direzione, creando una voragine».
L’esperienza con la Nazionale ha lasciato una cicatrice profonda. Ma se c’è una cosa certa, è che Spalletti non ha smesso di credere nel calcio, nei suoi ideali e nei suoi ragazzi. La delusione resta, ma anche la voglia di riscatto.