Calcio e Finanza
·8 janvier 2025
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Finora di portata nazionale, il conflitto tra Kylian Mbappé e il PSG sugli stipendi arretrati potrebbe presto assumere una dimensione europea. Come noto, il calciatore del Real Madrid reclama al suo ex club una somma complessiva di 55,4 milioni di euro, composta da un bonus alla firma (36,6 milioni di euro), stipendi arretrati (5,75 milioni di euro per tre mesi) e un bonus da mezzo milione al mese sempre per lo stesso periodo.
Tali importi non sono stati pagati dal club parigino, furioso per il trasferimento di Mbappé in Spagna alla fine della scorsa stagione. Come ricorda L’Equipe, nei confronti del calciatore sono già arrivate due decisioni favorevoli: la prima l’11 settembre 2024 dalla commissione giuridica della LFP, poi confermata il 25 ottobre 2024 dalla commissione paritetica d’appello.
Entrambe hanno stabilito che le somme sono effettivamente dovute a Mbappè. Tuttavia, il team legale del giocatore non è ancora riuscito a ottenere il pagamento, poiché la commissione disciplinare della LFP ha dichiarato di non poter sanzionare il PSG. Questo perché il club ha avviato, a sua volta, un’azione legale presso il tribunale giudiziario di Parigi per contestare l’autorità della Lega in materia di controversie salariali.
Gli avvocati del giocatore hanno quindi deciso di rivolgersi, il 20 dicembre, alla commissione superiore d’appello della Federcalcio francese, chiedendo che quest’ultima sanzioni il PSG. Al momento non è stata fissata alcuna udienza. Nel frattempo, però, il PSG potrebbe dover rispondere a livello europeo per questa controversia.
Il regolamento UEFA sul «rilascio delle licenze ai club e la sostenibilità finanziaria» impone infatti che i club partecipanti alle competizioni europee non abbiano debiti verso i propri dipendenti. L’articolo 82 stabilisce che «al 15 luglio, al 15 ottobre e al 15 gennaio della stagione di licenza, il titolare della licenza non deve avere arretrati di pagamento (…) verso il personale (…) derivanti da obblighi contrattuali o legali, dovuti rispettivamente entro il 30 giugno, il 30 settembre e il 31 dicembre». Inoltre, il regolamento richiede che il titolare della licenza «predisponga e trasmetta, entro il termine e nel formato comunicato dalla UEFA, una dichiarazione che confermi l’assenza o la presenza di debiti verso il personale».
Dal canto suo, il PSG si dice tranquillo e assicura che «il club comunicherà, come ogni trimestre, le informazioni richieste all’UEFA entro il 15 gennaio, come fanno tutti i club». Probabilmente il club spera che l’UEFA si prenda del tempo per decidere. Secondo l’entourage di Mbappé, la Federcalcio europea dispone ormai degli elementi necessari per pronunciarsi, poiché la validità delle somme dovute è stata confermata in primo grado e in appello dalla LFP già a fine ottobre. Rimane aperta solo la questione delle eventuali sanzioni per il club.
Resta da vedere quale posizione prenderà l’organo europeo. Non è raro che i club vengano sanzionati per inadempienze nei pagamenti, anche per importi molto inferiori a quelli in gioco con il PSG. Tuttavia, il caso è delicato. Le commissioni UEFA sono teoricamente indipendenti, ma va ricordato che Nasser al-Khelaïfi, presidente del PSG, ha un ruolo di primo piano nel calcio europeo essendo membro del comitato esecutivo della UEFA e presidente dell’ECA, l’associazione dei club europei.