Suazo ricorda gli anni in Sardegna: «Dietro di me c’erano Zola, Esposito e Langella. Ci siamo divertiti!» | OneFootball

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·16 juin 2025

Suazo ricorda gli anni in Sardegna: «Dietro di me c’erano Zola, Esposito e Langella. Ci siamo divertiti!»

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Davide Suazo, ex attaccante del Cagliari, ha rilasciato delle dichiarazioni tramite le quali ha ricordato quanto fatto nella sua lunga prentesi nell’isola

Davide Suazo, pilastro indimenticabile del Cagliari, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del club sardo. La sua carriera in Sardegna è stata un periodo d’oro, caratterizzato da prestazioni eccezionali e un legame profondo con i tifosi, il tutto sotto l’egida di un presidente vulcanico come Massimo Cellino.

Cellino, noto per la sua gestione passionale e talvolta imprevedibile, fu l’architetto di quel Cagliari che seppe valorizzare al meglio il talento di Suazo, trasformandolo in uno degli attaccanti più temuti della Serie A. L’intesa tra il presidente e il giocatore andò oltre il semplice rapporto professionale, diventando un sodalizio che portò a risultati significativi per la squadra.


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L’edizione odierna del quotidiano sportivo Tuttosport ha dedicato ampio spazio a David Suazo, pubblicando una lunga e approfondita intervista con l’ex attaccante. Nella conversazione Suazo ha ripercorso con emozione e lucidità i momenti salienti della sua avventura in maglia rossoblù. La sua parentesi a Cagliari non fu solo una tappa della sua carriera, ma un vero e proprio capitolo formativo, dove crebbe come calciatore e come uomo, affermandosi definitivamente nel panorama calcistico italiano prima del suo passaggio all’Inter.

Durante l’intervista, Suazo ha svelato dettagli e aneddoti di quel periodo, offrendo una prospettiva unica e intima sugli anni trascorsi in Sardegna. Ha ricordato con grande affetto e stima i suoi ex compagni di squadra, rendendo omaggio a figure che hanno contribuito in modo significativo alla sua crescita e ai successi del Cagliari. Tra questi, spiccano nomi di assoluto rilievo nel calcio italiano e internazionale.

In particolare, Suazo ha esaltato le qualità e l’influenza di Gianfranco Zola, il “Magic Box” sardo. Zola, pur essendo nella fase finale della sua gloriosa carriera, fu per Suazo un vero e proprio mentore, un esempio di professionalità, tecnica sopraffina e intelligenza calcistica. La sua presenza in campo e nello spogliatoio rappresentava una guida per i compagni più giovani, e Suazo ha più volte sottolineato come giocare al fianco di un campione del calibro di Zola abbia elevato il suo stesso livello di gioco.

Non sono mancati elogi per Mauro Esposito, attaccante estroso e compagno di reparto con cui Suazo ha formato un tandem d’attacco devastante. La loro intesa in campo era quasi telepatica, basata su movimenti sincronizzati e una profonda comprensione reciproca. Esposito con la sua velocità e il suo dribbling, Suazo con la sua progressione e la sua potenza, creavano costantemente pericoli per le difese avversarie, rendendo il Cagliari una squadra imprevedibile e spettacolare.

Infine, Suazo ha menzionato con ammirazione anche Antonio Langella, altro attaccante di grande talento e personalità. Langella, con la sua esplosività e la sua capacità di incidere sulle partite, ha contribuito in maniera determinante ai successi del Cagliari di quegli anni. L’ex attaccante honduregno ha ricordato come la competizione sana e la voglia di migliorarsi reciprocamente tra lui, Esposito e Langella abbiano creato un ambiente stimolante e produttivo, fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi della squadra. Le dichiarazioni di Suazo ahanno riacceso la nostalgia per un periodo memorabile del Cagliari, ricordando ai tifosi le gesta di una squadra che, pur non avendo vinto trofei, ha saputo conquistare i cuori con il suo gioco e i suoi protagonisti. Le sue parole:

ESPERIENZA ROSSOBLU’ – «Avevo dietro Gianfranco Zola e Mauro Esposito. E ci davauna mano anche Antonio Langella. Era molto facile: acceleravo, Gianfranco dipingeva. Oppure, Mauro arrivava in velocità da destra. Altri tempi. Ma è certo che ci siamo divertiti e con noi, specie l’anno della risalita in A, si è divertita anche la tifoseria».

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