Torino, Baroni: “Paleari titolare? Non esistono gerarchie. Anjorin è vicino al rientro” | OneFootball

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·1 novembre 2025

Torino, Baroni: “Paleari titolare? Non esistono gerarchie. Anjorin è vicino al rientro”

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Il tecnico del Torino, Marco Baroni, ha avuto modo di esprimersi sulle condizioni in cui arriverà la propria squadra al match contro il Pisa. Ecco le parole del tecnico, riportate da Toronews.net.

Ritorno sul Bologna, quanto era un problema di crescita dell’attenzione a inizio campionato o era una questione di meccanismi? Dove vede margini di crescita?


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“L’attenzione e gli errori fanno parte del gioco, dello sport e del calcio. L’attenzione fa parte della mentalità, dobbiamo lavorare molto su questo. Stiamo cercando di creare delle basi importanti, un bel sostegno per poi guardare in alto. Ma solo lavorando sulla base possiamo pensare di guardare oltre. In questo momento la crescita della squadra è costante, non dobbiamo scendere da lì, dalla nostra prestazione massimale specialmente contro il Pisa, che è ostico, feroce e concentrato. Avremo assolutamente bisogno della nostra prestazione massimale a livello fisico, di mentalità e di grande attenzione e convinzione”

Confermato Paleari in porta? Le gerarchie restano fisse con Israel o è possibile ipotizzare un’apertura?

“Su questo tema mi sono già espresso. Non sono abituato a vedere titolari. Non esistono, è una forma di rispetto verso tutti i calciatori, verso il loro lavoro e la loro dedizione. Israel è un portiere bravo, di valore. Il suo valore lo riporta eventualmente in porta, non le gerarchie. Non esistono gerarchie, lo allargo a tutta la rosa. In questa maniera c’è uno stimolo costante nel lavoro e ognuno deve sapere che chi dà il massimo gioca. Siamo contentissimi di Paleari, si è fatto trovare pronto e ha fatto benissimo” 

Lavorare sul ritmo offensivo era una delle priorità che aveva indicato in vista del Pisa. Chi può crescere maggiormente sotto questo aspetto?

“Quando parlo di ritmo, parlo di squadra. Il Torino deve costruire azioni da gol in modo collettivo e non solo individuale. Intendo giocare veloce, non lo possono fare solo uno o due giocatori. Il collettivo deve mettere velocità. Ci serve contro una squadra solida, fisica come il Pisa” 

Ngonge è uscito dolorante al Dall’Ara. Come sta? Quanto è effettivamente in condizione avendo avuto poco tempo per recuperare?

“Non è in perfette condizioni. Ieri ha lavorato con noi, sarà della partita. Ho degli attaccanti bravi, giocheranno tutti e andranno dentro tutti, ne sono certo” 

Quale può essere l’ambizione che deve avere il Torino?

“Lavoriamo sulla base. Il nostro obiettivo è trovare una identità, una solidità di squadra. La nostra attenzione mia, dello staff e della squadra è sulla base. Solo dopo possiamo vedere dove arrivare con grande umiltà e dedizione come sta facendo tutto il gruppo”

Quanto portano fiducia i risultati?

“I risultati portano condizione e fiducia, ma vanno riportati nell’umiltà. Attraverso dedizione e ferocia nel lavoro si trova continuità dei risultati. Non è il mero risultato, in questo momento è importante la crescita prestazionale della squadra. Dedizione, compattezza e spirito di sacrificio: i ragazzi stanno mettendo tutto questo. Un giocatore quando lavora con attenzione e cura del dettaglio, pallone su pallone, metro su metro trova la vera crescita. Così è per la squadra” 

Qual è la chiave della partita contro il Pisa?

“Intanto, avere la consapevolezza di affrontare una squadra ostica e difficile, ha fatto prestazioni importanti con squadre importanti nelle ultime due gare. Il Pisa ha fiducia e convinzione. Credo che noi consapevoli di questo dobbiamo guardare alla nostra prestazione, di energia e attenzione. Il risultato sta lì dentro, non scendere di un gradino dalla nostra prestazione massimale”

Il 3-5-2 ha dato continuità. Lo considera un porto sicuro o una certezza ormai in cassaforte oppure ci può essere ancora margine o necessità per una variazione?

“Non chiudo porte a variazioni. Io parto sempre dai giocatori, poi cerco appunto di cucire dove la squadra si sente più comoda e starà meglio. Noi abbiamo dei principi di gioco, dobbiamo stare più dentro questi che negli schemi. E questi principi concedono qualche piccolo cambiamento. Metto i calciatori al centro del mio progetto sempre, lì dentro dobbiamo rimanere” 

Come sta Anjorin e a che punto è?

“Tino per noi è fondamentale e importante, ha qualità e forza. Ha avuto questa brutta fascite, ne sta uscendo piano piano ma sta lavorando con la squadra, è rientrato con noi mentre prima si allenava a parte. Sono molto fiducioso, è vicino. Deve trovare la migliore condizione, non pensare ai novanta minuti ma a una parte di partita sicuramente”

Ismajli è stato centellinato dopo l’infortunio, potrebbe avere una possibilità dall’inizio?

“Probabile, sta bene. Il problema è più la tenuta nei novanta minuti”

Dopo Pisa ci sarà il derby, la partita. Quale scelta per domani è già tarata in ottica stracittadina? Un derby nel derby è quello tra lei e Spalletti, entrambi toscani…

“Ci penseremo a partire da domani, oltre le 17. Non c’è niente dopo il Pisa, avessi undici diffidati li farei giocare tutti e undici. Sappiamo che ci aspetta una partita meravigliosa, ma ci penseremo dopo il Pisa”

Casadei sta giocando novanta minuti sempre. Lo ritiene già al massimo e ha ormai la continuità che si aspettava?

“Cesare è un giocatore su cui ho una grande visione. È un giocatore di spazio, deve avere questa visione. Si sta costruendo nel ruolo e sta bene fisicamente, deve portare la sua presenza in ogni fase della partita. Ha le qualità nel farlo. Ho grande fiducia nel suo miglioramento. È un giocatore molto partecipe e convinto, spero di portarlo alla mia visione che è molto alta” 

Abbiamo scoperto Tameze in un ruolo diverso dal suo naturale. Ha in mente altri giocatori che possano darle questo tipo di flessibilità?

“Sta molto bene, come ho già detto. Io non è che voglio cambiare ruolo ai giocatori. Ci sono fattori. Il primo è la necessità, il secondo è sicuramente la compatibilità del giocatore con la variazione del ruolo, il terzo è la disponibilità. Io ho giocatori molto disponibili, quando faccio qualcosa del genere parto dalla condivisione della mia visione” 

Con il 3-5-2, Biraghi parte un passetto indietro rispetto a Nkounkou e Lazaro?

“Oltre a essere un titolare, lo considero anche un capitano. Ha un percorso importante, con il suo lavoro, la sua dedizione e la sua professionalità è contagioso e d’esempio ai più giovani. Da questo punto di vista massima fiducia in lui. Ho dei giocatori in questo ruolo, che è molto dispendioso. Chi non parte entra, non esiste un problema Cristiano”

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