Juventusnews24
·16 mars 2025
Turci: «Quando sei alla Juventus devi vincere, ora non ci sono alternative al quarto posto. Sul futuro di Thiago Motta…» – ESCLUSIVA

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·16 mars 2025
Tommaso Turci, giornalista e bordocampista di Dazn, ha parlato in esclusiva a Juventusnews24.com. Ecco le sue dichiarazioni sui principali temi del momento in casa bianconera, passando anche per il calciomercato.
Che partita sarà Fiorentina Juventus?
«Detto che non so neanche se si giocherà quindi bisogna capire un attimo se ci sarà la possibilità di giocare per tutto quello che sta succedendo adesso con il maltempo in Toscana. Sicuramente la Fiorentina dopo il passaggio del turno in Conference League ha trovato delle energie positive da cui ripartire e credo che possa arrivare di slancio a questa partita, nonostante l’impegno infrasettimanale, per potere invertire la rotta anche in campionato visto che sicuramente nel 2025 ci si aspettava qualcosa in più rispetto a quello che avevamo visto a inizio stagione da parte della Fiorentina. Il Franchi però resta sempre un fattore e la partita con la Juventus, dal punto di vista della Viola soprattutto, è sempre molto sentita. La Juve invece ha avuto sicuramente una settimana piena per lavorare, è stata una settimana in cui si è parlato tanto anche fuori dal campo. Thiago Motta dovrà essere bravo a raccogliere tutte quelle che sono le energie della squadra, cercare di scegliere gli uomini migliori per provare a cancellare quella brutta sconfitta contro l’Atalanta. Certo è che la Juventus adesso non può più permettersi di sbagliare perché il quarto posto è assolutamente imprescindibile per il futuro del club e dello stesso Thiago Motta se dovessero esserci possibilità ancora di vederlo nella prossima stagione».
La Juventus è in grado, secondo lei, di battere la Fiorentina?
«Ma io credo che la Juventus abbia dimostrato nel corso di questa stagione, di avere sempre avuto degli alti e bassi quindi di non essere mai stata una squadra pienamente continua. Questo è dovuto sicuramente a una media età della rosa molto bassa, la seconda in Serie A per media età più bassa quindi di fatto è una squadra estremamente giovane. È un gruppo che ha un po’ di carenza di leadership, quindi di trascinatori e di giocatori che sentono particolarmente la maglia. Manca un po’ di esperienza che non guasta mai e questo è il motivo per cui in questa stagione hai fatto fatica ad avere dei risultati con continuità. A prestazioni ottime ha alternato prestazioni abbastanza sconfortanti come appunto quella di Bergamo, però non mi stupirebbe se i bianconeri facessero una bella partita a Firenze proprio per quello che ti ho detto: è una squadra imprevedibile».
La sconfitta con l’Atalanta è paragonabile – in quanto a prestazione – a quella con l’Empoli?
«Allora bisogna anche dare una dimensione all’avversario, nel senso che l’Empoli è una squadra decisamente inferiore alla Juventus e soprattutto stava facendo giocare in Coppa Italia le seconde linee. L’Atalanta è invece una delle candidate al titolo e con quella vittoria ha dichiarato al campionato che per il titolo c’è anche lei. Detto questo, a me francamente non mi è piaciuto neanche l’approccio dei giocatori che sono entrati in campo; solitamente deve essere un valore, invece onestamente ho avuto l’impressione che mancassero gli stimoli per provare a fare la differenza, in tutti gli interpreti che sono andati in campo. Non c’è mai stata partita, non sei riuscito a trovare le forze, le energie di ribaltarla. Sicuramente sono due sconfitte, se vogliamo, diverse anche per la dimensione dell’avversario però sono due sconfitte che ti danno anche un’idea di quello che è oggi il livello della Juve. Una squadra ancora troppo emotiva, ancora in costruzione».
Le chiedo un parere sulle scelte di Motta in Juventus-Atalanta come per esempio lo schierare Yildiz nonostante il problema intestinale, sul 2-0 inserire Costa, Kalulu e Mbangula e non Vlahovic vista la situazione
«Io credo che Thiago Motta che vede la squadra quotidianamente e abbia il termometro della squadra, scelga quelle che secondo il suo punto di vista sono le soluzioni migliori per il bene del gruppo. Sicuramente con il senno di poi è più facile per noi parlare o comunque andare a criticare quelle che sono state le scelte fatte. Quello che posso dire è che questo allenatore ha ovviamente bisogno di lavorare su questa squadra, la Juventus è una società che non ti aspetta perché i risultati devono arrivare subito. Io credo che in questo anno lo stesso Thiago Motta sia cresciuto perché anche sbagliando sta mettendo dentro un bagaglio di esperienza che è quello di allenare una grande squadra. Fino a quando non lo vivi, non ce l’hai. Quindi è chiaro che oggi ovviamente il tifoso della Juve è portato a vedere tutto nero, però sono state fatte anche delle cose secondo me positive e da quelle bisogna ripartire. Poi ripeto, il lavoro deve essere sempre accompagnato dai risultati perché altrimenti di tempo non ce n’è per continuare a costruire quindi Thiago sa benissimo che per provare a rimanere sulla panchina della Juve deve fare un finale di stagione decisamente convincente raggiungendo, senza ombra di dubbio, la Champions League».
Uno 0-4 in casa non accadeva dal ‘67, in un derby contro il Torino. Questo è un ulteriore dato che deve far riflette?
«Francamente è una sconfitta che fa male, è una sconfitta che dà sicuramente fastidio proprio per le dimensioni ma soprattutto per il fatto che comunque i tifosi – io sinceramente non ricordavo un’immagine del genere – hanno lasciato gli spalti prima della fine della partita. Una cosa che tendenzialmente quando gioca la Juventus soprattutto in casa, non si vede. Detto questo bisogna essere bravi a mettere tutto da parte, accantonare e deve essere anche secondo me un punto di ripartenza. Bisogna cercare di guardare a quello che sarà il futuro, analizzare bene la sconfitta, capire cosa è successo, capire dove migliorare e tutti quanti lo devono fare; la squadra, l’allenatore, la società e poi dopo cercare di costruire anche su quelle che sono le delusioni perché così si cresce. Perché quando riesci a capire dove hai sbagliato, cosa non è andato, riesci a fare uno step in avanti».
Quanto è complicato in questo momento il rapporto tra squadra e tifosi?
«Come ti dicevo, la squadra secondo me è una squadra ancora in costruzione, forse c’è a volte la sensazione che manchi un po’ di senso di responsabilità in alcuni protagonisti soprattutto nei ragazzi nuovi che sono arrivati. Alcuni sono arrivati per la prima volta all’interno di una grande squadra, sono stati sballottati all’interno della Juve, hanno fatto fatica anche ad entrare all’interno dello spogliatoio e a integrarsi; penso ad esempio a Douglas Luiz che sicuramente – al di là dei problemi di campo – ha avuto qualche difficoltà a integrarsi all’interno del gruppo, ha avuto difficoltà a sentirsi uno dei giocatori più importanti di questa squadra come doveva essere. Quello che ti posso dire è che solo i risultati possono fare rifiorire il rapporto tra squadra e tifosi e che basta poco per riuscire a ricostruire. Con il lavoro e i risultati, ma anche con lo spirito, il senso di appartenenza e la voglia di lottare per la maglia si rimettono a posto le cose. L’impegno sul campo, quello il tifoso te lo riconosce sempre».
Crede che il progetto di Motta sia un progetto fallito, almeno fino a questo momento?
«Gli obiettivi sicuramente non sono stati raggiunti. Però io, come ti dicevo, sono uno di quelli che pensa che ci siano state alcune cose buone in questa stagione e che qualcosa si sia costruito, poi, è chiaro che quando sei alla Juventus oltre a costruire devi portare a casa, come dicevo prima, le vittorie. Quindi se non arrivano i risultati, tutto quello che hai fatto, che hai messo in piedi, passa in secondo piano».
Il quarto posto è un obiettivo ancora alla portata visto il calendario complicato che attende i bianconeri?
«Il quarto posto deve essere raggiungibile. La Juventus non ha alternative al raggiungimento del quarto posto, ecco. Se non dovesse essere raggiunto allora la stagione sì che sarebbe tutta da buttare perché sarebbe anche un ridimensionamento di una rosa, in termini economici una perdita dei soldi che arrivano dalla Super Champions. Sarebbe veramente un problema grosso anche per il bilancio della Juventus. È chiaro che in campo si deve vedere qualcosa di diverso e qualcosa di più da parte di tutti però l’obiettivo deve essere concreto e deve essere raggiunto. Non “la Juventus può raggiungere” la Juventus deve raggiungere il quarto posto e di conseguenza la Champions League. Anche perché come sappiamo, avere il quinto posto per la Super Champions ormai è utopia visto che non siamo riusciti ad andare avanti con le nostre italiane in Europa».
Chi secondo lei è più a rischio per proseguire l’avventura in bianconero tra Koopmeiners e Douglas Luiz?
«Io credo che Koopmeiners – che abbia fatto una stagione non al suo livello – sia comunque uno dei giocatori su cui certamente si ripartirà anche per il suo inserimento all’interno dello spogliatoio e anche perché ho la sensazione che possa essere un giocatore rivalutato e rivalorizzato anche per quelli che sono i suoi precedenti in Serie A. Sono un po’ più scettico per Douglas Luiz perché credo che anche lui stesso abbia bisogno forse di cambiare aria e abbia avuto un approccio un po’ più complesso. Detto che le valutazioni verranno fatte, eventualmente, alla fine del campionato con un nuovo progetto, in base a quello che sarà stabilito dal direttore sportivo e dall’allenatore».
Tra i convocati di Spalletti per i quarti di Nations League contro la Germania, chi è il giocatore che le piace di più?
«Posso dire che sono molto contento della convocazione di Casadei, secondo me un ragazzo che può crescere tanto. È molto giovane, ha un’ottima fisicità, un ottimo tempo di inserimento, è uno che vede la porta, mi sembra un ragazzo molto dedito al lavoro e mi sembra anche un gran bel colpo del Torino per il mercato di Gennaio. Visto che lui, a proposito di inserimento, è entrato benissimo all’interno del contesto granata. Detto questo diciamo che, forse per la prima volta, sono molto contento del fatto che abbiamo due attaccanti molto forti all’interno del nostro roster, all’interno delle convocazioni. Perché quando hai un Kean che sta bene e che continua a segnare, un Retegui che segna in campionato una rete ogni 73 minuti in Serie A, insomma gente che vede la porta, gente che ti dà anche alternative per giocare in un certo modo, è un valore enorme. Gli attaccanti in Nazionale Italiana negli ultimi anni sono un pò mancati».
Si ringrazia Tommaso Turci per la grande disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.