Kickest
·10 November 2025
6 spunti che ci lascia la Serie A alla sosta di novembre

In partnership with
Yahoo sportsKickest
·10 November 2025

5 gol subiti, miglior difesa dei top 5 campionati europei insieme all’Arsenal e primo posto in classifica. Dal ritorno di Ranieri – e poi con Gasperini – la Roma ha costruito una struttura difensiva solidissima (subendo appena 23 gol in 37 giornate), ma non al punto da giustificare un delta di quasi 19 tra gol subiti ed Expected Goals Against (41.59xGA). Questo scarto, enorme, ha un nome e un cognome: Mile Svilar. Storicamente in Italia il campionato lo vince la miglior difesa: forse la Roma non è ancora attrezzata per il titolo, ma con questa organizzazione e soprattutto un portiere del genere, può davvero arrivare in fondo.
“Non ho voglia di accompagnare un morto”. Il sempre battagliero Antonio Conte non aveva mai lanciato segnali di scoramento così rumorosi, dicendosi preoccupato per una squadra “da compitino”. Il Napoli non ha segnato su azione per la quarta gara di fila (l’ultima volta che accadde, era il dicembre 2023 e in panchina sedeva Walter Mazzarri). Numeri sintomo di una proposta offensiva pressoché nulla, fatta di un possesso compassato, volto al solo consolidamento della sfera e mai realmente incisivo. Una manovra carente di transizioni positive veloci e affidata alla guerriglia isolata del volenteroso Højlund, orfano di KDB e non supportato a dovere dagli esterni (tutti ancora a quota 0 gol). Al quadro, si aggiunge la perforabilità difensiva: sono già 10 i gol subiti, tutti da dentro l’area, nella passata stagione fortino inoppugnabile.
Con i tre 0-0 registrati nell’11^ giornata, i pareggi a reti bianche nel nostro campionato salgono a 17 su 110 partite. Di gran lunga il risultato più frequente, seguito dall’1-1 (13 volte) e dallo 0-1 (11 volte). Sebbene il numero di gol non sia sinonimo di qualità o spettacolo, il confronto con le altre leghe europee è impietoso: in Bundes e Ligue 1 (a 18 squadre) si segnano in media 3,21 e 2,89 reti a partita contro le 2,22 della Serie A, in Liga e Premier si registrano 27,4 e 26,1 reti a giornata: un’infinità rispetto alle 22,2 della Serie A, il campionato europeo in cui segna (molto) di meno.
Il coraggio, esattamente ciò che ha contraddistinto l’Atalanta nell’era Gasperini, è quello che è mancato fin qui all’Atalanta. A partire dalla scelta conservativa di Jurić, pensando forse che Gasp potesse essere semplicemente emulato da un suo discepolo, mandando un pessimo segnale di ridimensionamento alla squadra. Finita l’era Gasperini, è mancato il coraggio di rompere con il passato e portare idee nuove, o qualcuno che le applicasse in maniera più fresca. Quel coraggio che Jurić non poteva essere in grado di trasmettere ad un organico saturo di idee propositive, con la sua sindrome del pareggio da decimo posto che mai avrebbe attecchito in un ambiente abituato a giocare per vincere. Un divorzio annunciato, vista la particolare “umanità” e credibilità con cui il croato si presentava.
Energia, aggressività, idee, intensità: la vittoria sul Napoli certifica – se mai ce ne fosse stato bisogno – lo status di ‘grande’ del Bologna, una squadra che rispecchia in maniera identitaria il credo del suo allenatore. Pur avendo perso pezzi importanti, l’ossatura costruita da Italiano è così solida da consentirgli di cambiare formazione ogni settimana: tutti sanno esattamente cosa fare e lo fanno a mille all’ora. Una mentalità che porta ad un approccio alle gare sempre perfetto: insieme al Milan, il Bologna è l’unica squadra a non aver mai chiuso un primo tempo in svantaggio. In più, ora il Dall’Ara è diventato un fortino: escludendo l’ultima giornata della scorsa stagione, il Bologna è imbattuto in casa dal dicembre 2024.
Un equilibrio che sa di livellamento, ma verso il basso: tra la prima e la sesta il margine è di soli 5 punti e la sensazione è che non esistano più partite scontate. Le cosiddette “piccole” si sono attrezzate, soprattutto tatticamente, per mettere i bastoni tra le ruote alle grandi e ci riescono sempre più spesso: erano 10 anni, dalla stagione 2015/16 che le capoliste (all’epoca Fiorentina e Inter) non avevano così pochi punti (24) dopo 11 giornate, avendo già perso 3 partite. La Juve concluse quella stagione con una rimonta da 91 punti, numeri impensabili visto che nessuna squadra ha ancora dato la sensazione di poter prendere il largo. La matematica colloca la quota scudetto ad 83 punti, il campo dà la sensazione che si possa addirittura andare sotto gli 82 del Napoli della scorsa stagione.









































