Sampnews24
·6 Agustus 2025
Abodi: «Italia-Israele si deve giocare! La questione è certamente delicata e va al di là della dimensione sportiva»

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·6 Agustus 2025
Il mercato è in fermento e la Sampdoria è immersa all’interno di determinate dinamiche. Intanto, il Ministro per lo Sport, Andrea Abodi, è intervenuto in merito alle recenti polemiche scaturite sulla partita tra Italia e Israele. Parlando ai cronisti nel Transatlantico della Camera, al termine del question time, il ministro ha espresso la propria posizione riguardo all’incontro.
La partita, che è valida per le qualificazioni ai Mondiali di calcio 2026, è fissata per il prossimo 14 ottobre. La città scelta per ospitare la sfida è Udine. L’intervento di Abodi è arrivato in un momento di grande dibattito pubblico sul tema, a sottolineare l’importanza dell’evento anche al di fuori del contesto sportivo. Vi riportiamo le dichiarazioni riprese da Calcio e Finanza:
ITALIA-ISRAELE – «Penso che si debba giocare, è in programma e si gioca come si è giocata già la partita dell’anno scorso, se non sbaglio proprio a Udine. Si è lavorato peraltro per giocare quella partita, per costruire i percorsi. È stato fatto un accordo anche per costruire percorsi di carattere sociale, di inclusione, facendo incontrare le comunità israeliane e palestinesi, perché il messaggio che speriamo possa arrivare è che anche attraverso lo sport quello che sta succedendo, che è drammatico, possa finire».
POLITICA ESTERA – «La questione è certamente delicata e va al di là della dimensione sportiva: la politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. Siamo tutti sconvolti da quello che succede, perché nessuno di noi ha perso la sensibilità umana».
DIFFERENZA ISRAELE RUSSIA – «Io credo che ci sia una differenza, e peso le parole con responsabilità. La Russia è un Paese aggressore, Israele è stato aggredito, forse questo si dimentica completamente. Tutto è partito, al di là dei giudizi e di come sta diventando, dal 7 ottobre 2023. Io credo che la ricostruzione dei rapporti e di una prospettiva nasca dal riconoscimento dei fatti, che non possono partire dopo ma devono tener conto anche dei presupposti. Se non ci fosse stato il 7 ottobre non saremmo in questa condizione, e se Hamas non si nascondesse dietro la popolazione civile probabilmente non saremmo in questa condizione».
AUGURIO – «Vedo un grande assente sul banco degli imputati, specialmente da parte dell’opposizione, ovvero chi ha provocato tutto questo. Che non è certamente Israele, ma Hamas. Anche e soprattutto a danno del popolo palestinese, perché per quanto mi riguarda sono due cose diverse. Io mi auguro che proceda tutto così come è stato espresso più volte dal presidente del Consiglio, per quanto si debba registrare dolorosamente la morte di civili ma soprattutto di bambini, e cioè che si arrivi a un negoziato che stabilisca il modo con il quale i due popoli possano convivere in due Stati».