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·23 Maret 2025
Bari, parla Sansonetti: “Ecco come è organizzato il settore giovanile. Quella cessione al Napoli…”

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·23 Maret 2025
Marcello Sansonetti, direttore del settore giovanile del Bari, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di pianetabari.com. Di seguito alcuni estratti dell’intervista completa che potete leggere qui.
Sansonetti, quali sono le figure che coordinano il settore giovanile del Bari oltre lei?«Il mio ruolo bene o male è cresciuto nel tempo, anche negli anni scorsi coordinavo tutto il settore giovanile, così come faccio anche quest’anno. La società ha adottato una strategia di cambiare dall’alto le figure tecniche, visti gli arrivi di Magalini e Di Cesare, e quindi anche nel settore giovanile. Abbiamo incluso Raffaele Bianco come responsabile tecnico, poi diversi collaboratori, come Mirko Eramo. C’è stata la riconferma di Lello Sciannimanico in una versione differente, l’inserimento di Nino Armenise come responsabile di riferimento per la metodologia e abbiamo creato ex novo un’area, non presente prima, dello scouting, coordinata da Nicola Trisciuzzi, dove abbiamo inserito 7-8 scout in tutta la regione e anche fuori, che ci supportano attivamente».
Che altre aree avete?«Abbiamo consolidato quello che avevamo già strutturato come area psicopedagogica, con uno psicologo per ogni squadra. L’area performance è gestita dai preparatori atletici, in questo caso dal coordinatore che è Ludovico Acocella che in questo momento è in Primavera. Chiaramente il settore giovanile è composto anche dall’area femminile. Abbiamo quest’anno entrambe le squadre, la 15 e la 17, che sono passate alle fasi nazionali, cosa che non era mai successa negli anni precedenti. È un progetto ex novo anche questo. Da quando ho preso in mano un po’ tutto il discorso del settore giovanile, con la direzione abbiamo puntato molto sul femminile e stiamo avendo grandi risultati. Allo stesso modo per il progetto Bari Generation, che annovera oltre 50 società affiliate in regioni di tutto il centro-Sud Italia».
Qual è il bilancio ad oggi?«Positivo, perché abbiamo un’idea univoca. Abbiamo istituito un database dove ogni allenamento di ogni squadra viene condiviso con le figure di cui prima, dove c’è un goal setting specifico su ogni singolo ragazzo che viene valutato, magari anche da strumenti quali possono essere video, sia durante le partite che durante gli allenamenti, per cercare di limare e lavorare sui difetti del singolo e potenziare le qualità che ognuno magari ha. Un lavoro specifico su ogni singolo ragazzo e sulla squadra. Abbiamo dato seguito a quella che era la ripartenza dopo il fallimento, che ci ha visto con zero tesserati sia come calciatori che come allenatori».
Veniamo alla cessione di De Martino al Napoli, che ha fatto discutere la piazza.«Lui ha grosse problematiche familiari, per cui stava soffrendo questa lontananza dalla sua famiglia, che è di Napoli. Il Napoli l’aveva già individuato come un ragazzo che potesse fare al caso loro già dall’estate, ma erano altri momenti per cui noi non avevamo ritenuto opportuno cederlo. Questa volta però l’abbiamo assecondato perché il ragazzo era in condizioni psicofisiche negative, era peggiorato tanto, bisognava dargli un supporto. Noi eravamo già intervenuti in quel reparto con Cracchiolo e con Georgevski, un talento che è stato pagato dal Genoa una cifra esorbitante un paio di anni fa. Per cui avevamo già delle alternative tecniche, avevamo bisogno di un’alternativa più fisica, strutturata. De Martino con noi non ha fatto un assist. Lui è bravo, un ragazzo tecnicamente valido, però quest’anno non ha inciso per nulla, quindi in considerazione di questo, in considerazione delle problematiche familiari, in considerazione che a Napoli avrebbe potuto trovare un po’ più di vicinanza alla famiglia e di serenità, abbiamo ritenuto di procedere a questo scambio con Avvisati, che è quello che ci serviva. Sapevamo che non giocava da tempo, però abbiamo ritenuto che potesse essere utile anche negli ultimi 5 minuti o negli ultimi 20. Pian piano sta crescendo fisicamente e quindi ci potrà dare una mano, così come ha fatto anche con la Salernitana».
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