Bernardeschi: “Alla Juve chiesi la 10, ma non me la diedero. Ci sono rimasto male, ma…” | OneFootball

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·12 Oktober 2025

Bernardeschi: “Alla Juve chiesi la 10, ma non me la diedero. Ci sono rimasto male, ma…”

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Sul palco del Festival dello Sport di Trento, Federico Bernardeschi ha parlato della sua carriera tornando sull’avventura alla Juventus.

Federico Bernardeschi ha commentato l’esperienza con la Vecchia Signora, tornando sulla famosa frase ‘In Nazionale posso rischiare la giocata‘: “Io non avevo assolutamente alcun problema con Sarri, né con Pirlo. Quella frase, capisco che poi venne percepita in un certo modo da fuori. Con Sarri giocavo, con Pirlo meno, ma faceva bene a mettermi in panchina, perché in quel momento non rendevo. La frase che dissi in Nazionale mi venne così, ma non era un riferimento a loro“.


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Il passaggio dalla Fiorentina alla Juve? Sapevo che molti si sarebbero sentiti traditi. Per un ragazzo di 23 anni non era facile capire davvero le conseguenze. A distanza di dieci anni dico che Firenze resta nel mio cuore ed è stata una tappa fondamentale per la persona che sono diventato“.

Bernardeschi: “Chiesi la 10 ma non me la diedero, lo fecero per proteggermi”

Alla Juve chiesi la maglia numero dieci, ma non me la diedero. Ma lo fecero più per proteggermi che per altro. Mi dissero: ‘Tranquillo, la prenderai’Ci rimasi molto male, ma poi capii. Scelsi il 33, per motivi religiosi, sono molto credente. Quale partita vorrei rigiocare? Juventus-Ajax, perché quell’anno eravamo pronti per vincere la Champions League. Pensavamo e credevamo di poterla vincere ma il calcio è imprevedibile, non è matematica, a volte giochi una partita come quella con l’Atletico e poi con una squadra che sembrava più abbordabile vai fuori… Quella con l’Atletico Madrid è stata la partita più bella della Juventus negli ultimi 10 anni. Perfetta? Si ma non solo la mia, anche per i miei compagni. La tripletta di Cristiano, io, ma anche Spinazzola, Emre Can“.

La vittoria a Euro2020

Il rigore? Ti si ferma tutto, la camminata è stata qualcosa di davvero molto coinvolgente. Quando presi il pallone e lo misi per terra allora venne tutto in modo lucido e per fortuna andò tutto bene e abbiamo potuto festeggiare per un Europeo nel quale nessuno poteva credere. A parte noi, che ci credevamo. Bonucci e Chiellini hanno fatto tanto la differenza, così come Vialli, Mancini, Oriali e tutto lo staff. Fu speciale per davvero. Mi dispiace che poi non siamo riusciti a proseguire in quel cammino, quel gruppo meritava molto di più. Per un incidente di percorso non siamo riusciti a continuare in quel percorso. Non siamo andati ai Mondiali, questa cosa ha interrotto tutto quello che c’era stato di positivo prima. Poi ci si dimentica in fretta di tutto quello che è stato fatto, invece deve rimanere impresso. Sembra che la Nazionale italiana faccia schifo da generazioni, ma nel 2021 siamo stati Campioni d’Europa, questo va ricordato più spesso a chi se lo dimentica“.

MLS, l’esperienza al Toronto di Bernardeschi

È stata un’esperienza fantastica, che rifarei cento volte. Quando ti levi dalle zone di comfort ti metti ancora di più in gioco. Un’esperienza diversa. Lì sei una star. In modo diverso dall’Italia: lì lo sei ancora di più perché non ce ne sono tanti, come calciatori. C’è una comunità importantissima di italiani a Toronto e lì diventi quello che ti fanno diventare. Sono stato bravo in questo. Esperienza pazzesca. Poi è andata alla grande a livello personale“.

Il Bologna e Italiano

Perché ho scelto Bologna? Perché è innanzitutto una realtà che negli ultimi anni ha fatto qualcosa di davvero importante e speciale sia per il club che per il calcio italiano. Bologna è una società seria, con un grande Presidente e dei dirigenti di altissimo livello. Mi è piaciuta l’idea, mi intrigava l’idea di rimettermi ancora in gioco. Qualcuno poteva pensare: è andato là (in MLS, ndr), è finito. Invece no: sono tornato. Mi piace sentire il fuoco, sentirmi vivo. Questo è il motivo per il quale sono tornato in una grande società, con un grande progetto, con obiettivi importanti sia a livello di squadra che personali. Mi sto trovando veramente molto bene, ringrazio il Bologna e i tifosi per come mi hanno accolto. Piano piano arriverò, più lavoro e più mi sento bene. Ci sono e sono veramente felice di essere tornato.

L’obiettivo è tornare in Champions? L’asticella è alta, c’è tanta concorrenza e le rivali si sono rinforzate. Ma il Bologna deve consolidare quello che ha fatto. Abbiamo un grandissimo allenatore. Italiano è un martello, molto diretto, tosto. Uno che dà tanto. Lo devi seguire, devi imparare a conoscerlo ed a stargli dietro. Se poi lo fai, i frutti vengono fuori. L’anno scorso hanno vinto la Coppa Italia. Ci stiamo conoscendo, è una persona diretta, come me. Siamo molto simili, siamo molto felici del rapporto che ho con lui. Manca il primo gol? Devo farlo, sì. Mi devo mettere sotto per farlo“. Al termine, un tifoso dalla platea grida: “Devi fare gol per il mio Fantacalcio” e, sorridendo, Bernardeschi conclude: “Bravo! Questo Fantacalcio oh… mannaggia al Fantacalcio. Quanti insulti ho preso per il Fantacalcio. All’inizio sei idolo, ma poi ti tornano tutti quei 120 schiaffi. Ma se non facciamo gol è perché non ci riesce, siate più comprensivi“.

Le parole di Bernardeschi su Astori e Chiesa

SU ASTORI –  Era una persona speciale. Si prendeva cura di me, mi consigliava“.

SU CHIESA –  “Il mio fratello minore. A Fede voglio davvero bene come ad un fratello. Non è facile dirlo, ma quello che ha detto di me, io l’ho fatto con il cuore aperto verso di lui. Se lo merita, se lo meritava e se lo meriterà ancora. Lui è un giocatore di un talento pazzesco. Ricordo l’esordio contro la Juve a Torino, con la Fiorentina. Gli dissi: ‘Stai tranquillo, gioca, sei forte, non serve che io ti dica altro. Non ti preoccupare per il resto, mi prendo io le responsabilità se serve’. Aveva già il peso del cognome del padre, quindi era come se dovesse partire con 30 kg in più nello zaino. Non lo trovavo giusto, doveva poter essere Federico, non il padre Enrico. Lui è riuscito a dimostrare di esserlo, ci riuscirà ancora. Credo che abbiamo bisogno di talenti così puri, che vengono a volte criticati. Ma alla fine il talento è il talento, viene fuori nei momenti difficili. Come successo a lui l’anno scorso, ma guardate come sta venendo fuori. Ci sentiamo spesso, è in una grandissima squadra e se è lì, è perché merita di stare lì. Il resto non conta. Andare al Mondiale insieme a Chiesa? Speriamo di esserci, insieme. Nessuno dei due ci è mai stato ancora, sarebbe bello andarci assieme. Per tutti, anche per l’Italia“.

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