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·30 Oktober 2025

Bologna-Torino 0-0: il Tosco l’ha vista così…

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Tempo di Lettura: 2 minuti

Non si può analizzare granché di una partita in cui una squadra tiene la palla praticamente sempre e l’altra fa poco per cercare di prendergliela: si chiama piano partita, piano tattico.


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Ha avuto ragione il Torino?

Se volevano un punto sì, ma arrivando da tre bei risultati mi sarei aspettato di più da Baroni: probabilmente i cinque gol che ha rimediato qui l’anno scorso con la sua Lazio lo hanno segnato.

Allora parlo una volta tanto dei cambi: perché fuori Dallinga e non Odgaard? Premetto che la prima mezzora dell’olandese è stata tecnicamente buona, anche se da una punta è lecito aspettarsi più intraprendenza.

Probabilmente lo staff tecnico del Bologna ha pensato che Castro potesse dare quel grado di imprevedibilità e sana ‘ignoranza’ che il buon Thijs non ha e credo non avrà mai.

Si poteva pensare addirittura alle due punte togliendo Odgaard? Certamente, ma il danese ci ha fatto vedere che solitamente cresce alla distanza e qualche gol dal nulla te lo tira fuori: forse per questi motivi Italiano ha optato per il cambio Dallinga-Castro lasciando dentro Jens.

Una parola anche su Dominguez, perché la sua situazione è un filino più complessa: nella scorsa stagione il giovane argentino arrivò prima del tempo per l’infortunio di Cambiaghi e diventò presto il vice Ndoye, in quanto Iling Junior giocava spesso anche a destra, rimpiazzando o ruotando con Orsolini; poi nel girone di ritorno l’inglese venne ceduto e Cambiaghi rientrò solo a marzo con presenze intermittenti, lasciando a Dominguez l’onere e l’onore di essere una prima rotazione.

Quest’anno la società ha adottato una strategia diversa, decidendo col mister per la titolarità di Cambiaghi e mettendo in competizione l’ex Gimnasia con un altro giovane promettente come Rowe: probabilmente questa situazione ha influito sulle aspettative di Dominguez, che da prima rotazione certa si è ritrovato anche terza scelta, vedendosi scavalcato da un coetaneo nelle scelte della lista UEFA e a volte (non sempre, a dire il vero) anche in campionato.

Ieri, ad esempio, Rowe l’ha guardata tutta dalla panchina mentre lui una ventina abbondante di minuti a disposizione li ha avuti, purtroppo non sfruttandoli al meglio: insomma, il buon ‘Benja’ deve rimboccarsi le maniche perché nello sport succede di avere un certo tipo di aspettative personali che, in alcuni momenti, non coincidono con le ambizioni della società.

Il Bologna ha voluto dotare lo staff tecnico di più alternative perché, viste le tante partite ravvicinate, davanti ad un infortunio lungo (come quello capitato a Immobile) si sarebbe passati da una rosa numericamente giusta ad una un po’ ristretta. Semmai da metà gennaio, in base alle sorti dell’Europa League e avendo già concluso l’esperienza della Supercoppa in Arabia, si potranno rivedere certe scelte, compresa quella di mandare a giocare il buon Dominguez in giro per l’Europa o perché no, adattarlo ad altra mansione se per caso uscisse un centrocampista poco utilizzato come Fabbian.

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