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·15 Mei 2025
Bucciantini: «Nicola è stato bravissimo nel maneggiare la squadra! Piccoli ha fatto la stagione migliore della sua carriera. Su Gaetano e Zortea…» – ESCLUSIVA

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·15 Mei 2025
Marco Bucciantini ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva verso le ultime due giornate del campionato di Serie A 2024-2025. Il noto giornalista si è espresso su diversi temi dalla stagione del Cagliari all’operato dell’allenatore Davide Nicola, dall’attaccante Roberto Piccoli a Nadir Zortea. Le sue parole:
LE PAROLE DI BUCCIANTINI
Il Cagliari è atteso dal fondamentale scontro diretto con il Venezia dell’ex Eusebio Di Francesco. Data l’importanza della posta in palio, che partita ti aspetti domenica all’Unipol Domus?
VENEZIA – «Quella di Eusebio Di Francesco è una squadra molto solida, la classifica del Venezia racconta di un limite che hanno: il trovare gol. I giocatori che fanno giocare bene i lagunari – come Oristanio e Zerbin – non hanno reti nel curriculum, non sono dei goleador. Quelli che ne hanno, come Pohjanpalo prima e gli acquisti del calciomercato invernale dopo, non sono al livello della Serie A. Il Venezia è una squadra che deprime in questo modo la propria solidità, l’ottima tenuta del campo e l’idea di gioco che ha. Rimane una buona squadra che ha più valore che classifica, le manca il valore individuale per risolvere la partita. E’ molto difficile giocare contro il Venezia, con loro hanno faticato molte grandi squadre, Inter e Napoli hanno fatto fatica anche solo a segnarle un gol. E’ una squadra che fatica a vincere ma che con un paraggio resterebbe viva per provare poi a vincere nell’ultima giornata contro la Juventus. La formazione di Di Francesco è una squadra viva che sa di dover vincerre, è una squadra che rimane sempre in partita. Restano dentro alla gara fino al novantesimo, fino all’ultima azione!».
CAGLIARI – «La squadra di Davide Nicola invece sa che potrà giocare su due risultati su tre, questa serenità però è ciò che le sta facendo rimandare il colpo finale! Il Cagliari è da due partite che non riesce ad assicurarsi la salvezza, questo con il Venezia è il terzo match point. Alla fine questo vantaggio che aveva si è assottigliato e penso che sia stato questo che non ha permesso ai rossoblù di giocare con il dovuto scrupolo le altre partite. Ora la squadra di Nicola deve andare a prendersi i punti che le servono per conquistare la salvezza».
Davide Nicola ha impostato una squadra che definirei coerente per il suo modo di stare in campo e affrontare le partite. Ti ha convinto quanto fatto dal tecnico piemontese in questo suo primo anno con i rossoblù?
«Io penso che ormai si accentrino troppo il giudizio ed il discorso attorno all’allenatore, sembra che tutto debba dipendere da lui. Ormai sembra che i tecnici abbiamo superato per importanza i presidenti, quelli che poi effettivamente costruiscono la squadra, e i giocatori che poi vanno in campo. A volte c’entrano anche fortuna e sfortuna e quando queste si palesano, è inutile essere al completo quando poi vai a giocare a Napoli o a Milano. Il discorso sull’allenatore ha sovrastato tutto quando per me tutte le compenenti sono importanti. Nicola? Io penso che questa sia la prima stagione dopo tanto tempo nella quale il Cagliari ha un buon margine sulla zona retrocessione. I rossoblù non sono mai stati salvi, ma non sono mai stati così tanto in pericolo se non in un piccolo periodo. Questo anche perché credo che il Cagliari sia una squadra che possa salvarsi, non che possa fare molto di più: può raggiungere il 14°/15° posto. La continuità che ha avuto il Cagliari secondo me dipende dalla mentalità di Nicola, lui è riuscito a tenere la squadra sul pezzo per tutto il tempo. Io mi aspettavo che nelle ultime partite potesse arrivare un altro punto per mettere in sicurezza i rossoblù. Ora non perdendo la prossima finirebbe per eliminare il Venezia, non penso che poi Lecce ed Empoli farebbero sei punti in due partite. Il Cagliari non è una squadra facile da mettere in campo, Nicola non sapeva quanti gol avrebbe avuto dagli attaccanti. Non era chiaro come azionare gli attaccanti e come valorizzare le individualità, ci sono degli esterni che non hanno un rendimento certo in entrambe le fasi! Secondo me Nicola è stato bravissimo nel maneggiare la squadra, si può dire che non ci sia uno “stile Cagliari” ma in campo si vedono sentimento ed agonismo».
Aspetti tattici, singoli calciatori del Cagliari, scelte e stile di gioco del tecnico Davide Nicola (ballottagio Gaetano-Viola)
«Zortea ha dato molto nel senso del discorso che facevo prima oppure penso a giocatori come Gaetano. L’anno scorso ha fatto benissimo ma in questa stagione è stato più discontinuo, il Cagliari però ha bisogno di qualità e Nicola per questo ha lui o Viola! Si tratta di due giocatori che durante una stagione quasi mai ti assicurano un’interezza di rendimento, Nicola ha sempre dovuto saper scegliere chi far giocare tra l’uno e l’altro. L’allenatore del Cagliari ha dovuto ragionare (per loro e non) sulla condizione fisica e le caratteristiche degli avversari, ragionando di partita in partita. Dalla squadra di Nicola nell’immaginario ci si aspetta delle sfide bloccate e poi i rossoblù sono quelli che hanno tirato di più, questo subendo più delle altre però. Il Cagliari è stata una squadra più “carnevale” di quello che ci si sarebbe potuti aspettare. Forse i sardi hanno subito qualcosa di troppo, ma questo fa parte delle caratteristiche della squadra. Detto ciò però i Cagliari è stato la squadra più continua nella lotta per la salvezza».
Focus sulla lotta per non retrocedere
«Per me il Cagliari aveva la missione di non doversi giocare la salvezza all’ultima partita, secondo me i rossoblù in questo discorso hanno fatto meglio delle altre, sono stati più continui. L’Empoli ha avuto una buona partenza ma poi si è piantato ed è rimasto dentro alla lotta per la salvezza. Ci sono stati ottimi momenti di altre squadre come nel caso del Parma, questo all’inizio del campionato e dopo l’arrivo di Chivu; alla fine anche loro hanno finito per doversela lottare ed ora hanno un brutto calendario. C’è stato il buon momento del Lecce che però poi ha smesso di vincere finendo per ritrovarsi in quella zona di classifica. Il Cagliari non ha mai avuto un momento nel quale è sembrato che potesse volare, ma ha avuto continuità e questa paga. Poche squadre nella seconda parte della classifica hanno uno stile definito di gioco, forse solo il Como che però è il piccolo caso felice della Serie A. Bisogna saper fare punti ed arrangiarsi, questo oltre all’avere una buona mentalità, in questo i rossoblù non sono mai mancati».
Il rendimento di Roberto Piccoli e Nadir Zortea è in crescita, questo al punto che si è parlato anche di una possibile convocazione in Nazionale. Come valuti la stagione dei calciatori del Cagliari fino a questo momento? Quanto credi che abbia inciso il lavoro di Nicola (e staff) sulla sua crescita?
PICCOLI – «Piccoli ha fatto la stagione migliore della carriera, era un centravanti annunciato che poi è diventato un centravanti disperso. Io una volta questo lo dissi anche a lui che però non seppe rispondermi, forse perché non ci aveva mai pansato. Forse pesa anche il fatto che i calciatori non sono abituati a pensare in questo modo! C’è stato un periodo della sua carriera nel quale ho contato che, nel giro di trenta mesi, ha cambiato circa 250 compagni di squadra; questo tra i vari prestiti che ha fatto e l’Atalanta. In questo caso come fai a rendere? Ora ha avuto la continuità di giocare essendo lui il titolare ed avendo una riserva, Nicola ha avuto fiducia in lui e Piccoli così ha dato il proprio rendimento. Magari non diveterà una punta da 20 gol a stagione, ma un titolare forte da Serie A si. E’ il centravanti migliore di quella zona di classifica, nessuna squadra ne ha uno come lui, forse c’è solo Krstovic del Lecce! Il Cagliari deve molto a Piccoli però c’è da dire che i rossoblù sono andati molto da lui, hanno accompagnato parecchio verso di lui con gli esterni. Con Viola e Gaetano la squadra è sempre girata molto verso di lui e la prodondità che può dare».
ZORTEA – «Zortea è un giocatore che magari non è sempre affidabile, però ha dato spunto e gol importanti al Cagliari! In un momento nel quale i rossoblù faticavano a vincere le partite le reti di Zortea hanno dato tanto, penso a gare come quella contro il Milan. Sono state delle sfide che hanno dato coraggio all’ambiente e alla squadra di Davide Nicola. E’ un giocatore per il quale devi preoccuparti sul come metterlo in campo, questo perché non è uno che fa le due fasi allo stesso modo. Detto ciò però Zortea sa darti spunti e giocate, mettersi in posti dove serve coraggio, come dove c’è più traffico. Per me è un giocatore importante che predispone la sua squadra, in un momento della stagione è stato fondamentale per il Cagliari».
Il testa a testa tra il Napoli di Antonio Conte e l’Inter di Simone Inzaghi sta regalando tante emozioni in questo finale di campionato. Arrivati a sole due giornate dalla fine, chi pensi che la spunterà tra i partenopei e i nerazzurri?
«La settimana scorsa avrei detto serenamente il Napoli, in questa invece è una risposta difficile da dare. Il Napoli ora ha una partita difficile, questo perché il Parma è una squadra molto più solida da quando è arrivato Chivu! Ora i ducali sono una formazione che, oltre ad aver dato filo da torcere a tanti, ti aspetta per poi ripartire ed ha fisicità negli attaccanti. Detto ciò penso che i partenopei non sbaglieranno questa partita con il Parma. Secondo me non ci sarà lo spareggio, nel calcolo delle probabilità per lo scudetto l’ordine credo sia Napoli, Inter o spareggio. Poi bisognerà vedere quali saranno le necessità del Cagliari all’ultima giornata, se gli serviranno punti o meno. I rossoblù se la giocheranno comunque a Napoli, si sa che quella conto i campani non è mai una partita amichevole per il Cagliari! Nonostante questo io non penso che Conte si farà strappare questo scudetto».
Dopo più di un anno e mezzo (quasi due n.d.r.) dall’inizio del ciclo azzurro del C.T. Luciano Spalletti, qual è il tuo giudizio sull’operato dell’allenatore di Certaldo? La “rivoluzione giovane” della Nazionale italiana pensi che stia iniziando a dare i suoi frutti?
«Spalletti ha iniziato bene con la Nazionale ma poi si è avvitato all’Europeo, ha provato ad assecondare i giocatori provando a lasciare alla squadra qualcosa di suo. In questo modo ha creato un ibrido che ha finito per paralizzare l’Italia! Da quel momento in avanti ha fatto una scelta e credo che la squadra si stia allineando a quello che è il suo potenziale. Spalletti poi potrà aggiungere la propria intelligenza oltre alla sua cultura di gioco, detto ciò a me importa solo che si vada al Mondiale. Le persone hanno bisogno di una cultura condivisa, di mettersi assieme davanti al televisore, ritrovarsi e vivere quel rincretinimento generale che ci si chiama Mondiale di calcio! Solo questo ti libera da quell’intossicamento che ti dà la necessità del tifo per una squadra o per l’altra, il paese ha bisogno di ritrovare quel mese di comunione. Va bene tutto ma la necessità è quella di tornare al Mondiale, non è giusto che ci siano generazioni che non ne abbiano ancora visto uno con l’Italia protagonista. E’ una ferita il fatto che ci siano ragazzi di venti anni che non hanno avuto la possibilità di assistere ad una cosa del genere. Se non si sana questa ferita io non perdono nessuno! C’è da dire che la Norvegia in Odegaard, Sorloth e Haaland ha tre giocatori forti, e sono tutti dalla trequarti in su. Una cosa è quando ce n’è solo uno ma loro ne hanno tre, uno solo condiziona poco ma il caso non è questo».
Si ringrazia Marco Bucciantini per la gentilezza e la cordialità mostrata nel corso di questa intervista
Langsung
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