Sampnews24
·21 September 2025
Cacciatore ricorda: «Vi racconto il momento nel quale la Sampdoria mi ha messo fuori rosa, era una situazione assurda»

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·21 September 2025
Un ricordo agrodolce, segnato da un epilogo inaspettato e difficile da digerire. Fabrizio Cacciatore, ex difensore che in carriera ha vestito, tra le altre, le maglie di Sampdoria e Cagliari, è tornato a parlare della sua parentesi professionale a Genova.
Intervenuto ai microfoni di TV Play, il coriaceo ex terzino ha ripercorso le tappe della sua avventura con il club doriano, soffermandosi in particolare su un momento doloroso: quello in cui venne messo ai margini della prima squadra, Una decisione che, a distanza di anni, Cacciatore fatica ancora a comprendere pienamente.
Nel racconto dell’ex calciatore, emerge il rammarico per una situazione che, a suo dire, è stata gestita in modo eccessivo: Cacciatore ha rievocato l’episodio scatenante. L’ex difensore ha sottolineato come, nel corso della sua lunga carriera, avesse assistito a episodi ben più gravi che non avevano portato a conseguenze così severe, alimentando la sua sensazione di aver subito un’ingiustizia.
Quell’esclusione segnò di fatto la fine della sua avventura con la maglia del Doria. Fu un vero peccato, considerando che il difensore si era integrato bene nell’ambiente e si era guadagnato l’affetto dei tifosi grazie alla sua grinta e alla sua dedizione. Le sue dichiarazioni lasciano trasparire il grande rammarico per come si è chiusa un’esperienza che avrebbe potuto regalargli e regalare alla Samp ancora molte soddisfazioni. Le sue parole:
«Da Siena sono andato a Varese e abbiamo giocato in campionato contro la Sampdoria, che ai tempi era in Serie B. L’anno dopo sono tornato alla Samp perchè era finito il mio prestito, e mi hanno messo fuori rosa: con me c’era anche Palombo, che poi è stato reintegrato. Mi hanno messo fuori rosa per scelta tecnica ed infatti a fine agosto sono andato all’Hellas Verona. Eravamo in 12 fuori rosa, ma io non volevo proprio andarci in ritiro con la Samp. Ero al Siena, torno a Genova dopo la retrocessione in B del Doria e penso: “dai, mi faccio la B con loro e mi gioco le mie chance”. Invece non andò così perché non voleva il direttore sportivo che c’era ai tempi».