Juventusnews24
·19 September 2025
Christillin applaude la Juve: «Non mi illudo ma posso dire questa cosa sulla squadra di Tudor». Poi torna a parlare di Calciopoli

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Un fiume di ricordi, aneddoti e confessioni a cuore aperto. Evelina Christillin, figura storicamente legata alla famiglia Agnelli e alla Juventus, ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport in cui ha ripercorso alcuni dei momenti più iconici e drammatici della storia bianconera, offrendo una prospettiva unica e personale.
Dal rapporto speciale tra suo padre e l’Avvocato Gianni Agnelli, fino al legame con le leggende del club, emerge il ritratto di un’epoca. Su tutti, spicca il ricordo di Michel Platini: «L’avvocato adorava Michel», ha raccontato la Christillin, «aveva e ha un’intelligenza superiore e gli teneva testa, rispondeva alle sue battute, laddove la gran parte dei giocatori restava zitta, in timoroso silenzio».
Non solo gioie, ma anche dolori incancellabili, come la finale di Coppa dei Campioni persa ad Atene nel 1983 contro l’Amburgo. «Fu il momento più brutto. Alla vigilia si respirava uno strano nervosismo. In campo, i nostri giocatori vennero paralizzati dal gol di Magath». Un ricordo amaro, chiuso con un aneddoto surreale sul volo di ritorno, con Piero Fassino colpito da un’intossicazione alimentare.
Un salto temporale porta al terremoto di Calciopoli. Secondo la Christillin, l’Avvocato Agnelli avrebbe gestito la situazione come fece suo nipote, John Elkann. «Credo che si sarebbe comportato come suo nipote John Elkann», ha dichiarato, citando l’avvocato Zaccone, che definì la retrocessione “una pena accettabile”. Su Luciano Moggi, ha aggiunto: «Dal suo punto di vista, fa bene, tanti tifosi sono con lui», riconoscendo che anche in altri club ci furono scandali, come «il passaporto falso di Recoba dell’Inter».
Il racconto si fa poi drammatico parlando della Superlega. «Sono uscita umanamente a pezzi da quella storia. È stata una notte tragica». La Christillin si trovava nella “war room” della Uefa a Montreux con Ceferin, mentre infuriava la bufera e arrivavano telefonate da Macron e Boris Johnson. Sospettata di essere una traditrice per conto di Andrea Agnelli, ha vissuto ore terribili. «Non sapevo nulla della fuga in avanti di Andrea», ha ribadito, raccontando di essersi sfogata piangendo sulla tomba dei suoi genitori. Nonostante tutto, il legame con l’ex presidente resta forte: «Ad Andrea voglio bene come sempre».
Infine, uno sguardo sulla Juve di oggi, definito con cauto ottimismo: «La squadra mi pare ordinata. Non mi illudo, c’è tanta strada da fare, ma è una Juve dignitosa».