Inter News 24
·19 Juni 2025
Costacurta torna sul caso Acerbi: «Non ha capito che rifiutando la Nazionale…»

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·19 Juni 2025
Intervistato da Chi, l’ex difensore del Milan Billy Costacurta ha commentato i recenti sviluppi della nazionale italiana. Tra gli argomenti di maggiore interesse, naturalmente, l’arrivo di Gennaro Gattuso sulla panchina azzurra e il caso Acerbi. Le sue dichiarazioni.
GATTUSO – «Penso che sia una scelta corretta. Lui, come altri nostri eroi del 2006, rappresenta un attaccamento alla maglia che, sinceramente, nelle ultime Nazionali è venuto un po’ meno. Deve far capire che la maglia azzurra è un obiettivo meraviglioso. Giocare in Nazionale deve far tremare le gambe. Non può essere solo una rottura perché “ti taglia tre giorni di vacanza”. Serve entusiasmo, come quello dei ragazzi che vinsero l’Europeo».
CASO ACERBI – «Donnarumma, Tonali e Barella. Devono metterci la faccia, diventare esempi. Se no si fa come Acerbi: ha rifiutato la Nazionale e non ha capito che è un gesto contro i compagni e contro l’Italia».
POCHI ITALIANI NEI CLUB – «Ma non è che l’allenatore del Milan ce l’abbia con gli italiani. È che spesso quelli stranieri costano meno e sono più pronti. Le società fanno i conti. Non ci sono più Berlusconi, Moratti o Agnelli. I soldi sono altrove: Parigi, Manchester, Madrid».
SPIRITO PATRIOTTICO – «Non so se sia un problema generazionale, però vedo che altre Nazionali riescono comunque a costruire gruppi uniti. Da noi manca qualcosa: talento tecnico, fisico, ma anche mentale. Abbiamo una buona squadra, ma non eccelliamo in nessun reparto. E questo si vede, anche nelle reazioni psicologiche in campo. Quindi è una Nazionale normale, dove manca il grande difensore che riesca in qualche maniera a salvare l’azione all’ultimo secondo, ma manca anche il giocatore che possa ispirare tutta la squadra con delle giocate e manca anche un bomber».
LA FIGURA DEL CT – «Nessuno vuole fare il CT perché è diventato difficile raggiungere gli obiettivi che l’Italia si aspetta. Nessuno vuole rischiare di finire come Spalletti, che è stato allontanato in modo ingeneroso. Era partito bene, però poi, alla fine, non ha trovato il materiale umano, anche perché non ha avuto il tempo e la possibilità di lavorare. E poi la squadra non è all’altezza delle grandi del mondo. L’allenatore azzurro ha poco tempo per incidere: non può lavorare sul lungo periodo come in un club».
MANCINI – «Allenava un’altra squadra. Avevamo uno dei più forti difensori al mondo, avevamo Chiesa, che in quel momento era probabilmente il miglior giocatore d’Europa, Insigne che dava fantasia. Era tutto diverso, anche il clima».
NUOVO CT – «Sì, ma io non credo che oggi ci sia un uomo solo che possa risolvere i problemi della Nazionale con la bacchetta magica. Dobbiamo far crescere dei giocatori. E oggi ci sono pochi italiani che giocano grandi partite internazionali. Se poi rifiutano anche la convocazione, c’è qualcosa che non va».
MONDIALE 2026 – «Credo che alla fine ci qualificheremo. Però siamo una squadra che oggi fa fatica ad arrivare ai quarti. Oggettivamente parlando, noi tutti italiani sappiamo che abbiamo davanti 8-9 squadre più forti di noi. Ma la Norvegia, per esempio, non è più forte di noi e per quello che fa impressione perdere 3-0. La recente sconfitta è un campanello d’allarme, perché quando prendi tre gol c’è qualcosa che non va bene. È come se si accendesse una spia. Ma rimango fiducioso».