🔥 De Bruyne: “Il Napoli è forte, Manna mi ha convinto subito! Sullo Scudetto…” | OneFootball

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·6 Agustus 2025

🔥 De Bruyne: “Il Napoli è forte, Manna mi ha convinto subito! Sullo Scudetto…”

Gambar artikel:🔥 De Bruyne: “Il Napoli è forte, Manna mi ha convinto subito! Sullo Scudetto…”

La nuova stella del Napoli e della Serie A Kevin De Bruyne si è concessa a una lunga intervista al Corriere dello Sport. Noi la riportiamo integralmente, dal sito del quotidiano sportivo.


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Si rende conto di quanto la gente sia ancora incredula?

«Di cosa?».

Di vederla in Italia. Con il Napoli.

«Penso sia bello, ma credo anche di essere solo un calciatore come gli altri miei compagni. Certo, ho giocato un bel po’ di partite e sono tra i più anziani con Di Lorenzo, Politano, Spina e Romelu, ma alla fine sono come tutti. Faccio il mio lavoro e cerco di fare del mio meglio. Stop».

Napoli è una sfida, una scelta di vita o una tappa per vincere ancora?

«Tutte e tre le cose insieme. Onestamente c’erano anche altre opzioni, ma dopo aver parlato con mia moglie e i miei figli ho pensato tra me e me che questa fosse la migliore. Ho valutato tutti i fattori, lavoro e vita, carriera e futuro. Tra l’altro è la squadra che ha vinto il campionato, una squadra incredibile, e avendola sfidata in Champions so cosa si prova: conosco i tifosi, la loro passione e il loro sostegno. Quindi Napoli mi ha trasmesso la sensazione più bella».

La Serie A le ha dato il benvenuto così: «The king is here».

«Io non sono il re, sono solo un calciatore. Non faccio molto caso a certe cose, provo a svolgere il mio lavoro al meglio, ma ovviamente è bello essere apprezzato. Spero di poter continuare ad avere una bella carriera».

Quale muscolo le fa più male dopo venti giorni di preparazione con Conte?

«Ah, tutti!».

Ride e agita le mani.

«È difficile ed è molto diverso rispetto a quello a cui ero abituato in Inghilterra, ma mi sento bene. Sto gestendo tutti gli allenamenti e sono molto felice di quello che stiamo facendo. Mi fa bene allenarmi in questo modo, è una buona cosa».

Inevitabile: prime differenze di metodo tra Conte e Guardiola.

«Direi che sono due modi diversi di giocare: probabilmente Pep è un po’ più attento al controllo della palla e al possesso, mentre Conte è un po’ più strutturato nel gioco e punta molto sulla mentalità. Pep lavora più sulla zona. Ci sono un paio di cose diverse, ma ogni allenatore ha i suoi principi e le sue caratteristiche».

Cosa le ha chiesto Conte in questa prima fase?

«Per il momento non ci siamo concentrati molto sugli aspetti personali. Si lavora sulla squadra, ci dà istruzioni collettive, sulle posizioni di tutti. Probabilmente più avanti parleremo di cose più specifiche».

Lei ha vinto ventiquattro titoli in carriera: se dovesse scegliere il numero venticinque?

«Probabilmente lo scudetto, sì, ma non mi chiedo mai cosa scegliere: prenderò qualsiasi cosa riuscirò a vincere. Non avendo mai giocato in Italia, però, il campionato sarebbe un bell’obiettivo. Sarebbe molto cool! Ma non è ancora iniziato e quindi… Vedremo».

Giochiamo: scudetto, Champions o Mondiale?

«Tutte e tre, non c’è una decisione da prendere».

Facciamo sul serio. Serie A, Champions, Supercoppa Italiana e Coppa Italia: quali sono gli obiettivi di De Bruyne e del Napoli?

«Proprio perché le competizioni sono tante, chiaramente è difficile dire che vinceremo tutto. Anzi, non posso mica dirlo. Devi cominciare a giocare, poi magari vinci una partita e un’altra ancora e vai avanti… Speriamo di arrivare più in alto possibile su tutti i fronti, ma dipende da tante situazioni: avversari, infortuni e altri fattori. Devi basare il finale della tua stagione su quello che accade durante».

Quali squadre lotteranno con voi per lo scudetto?

«Beh, ci sono sempre Inter e Milan. La Juve. L’Atalanta sta lavorando bene e hanno buoni gruppi anche Roma e Lazio. Ci sono tante squadre veramente molto, molto forti».

Napoli-Milan, De Bruyne-Modric: luci al Maradona e a San Siro. Che show sarà questa sfida?

«Conosco abbastanza bene Luka perché è il miglior amico di Kovacic, abbiamo parlato qualche volta ed è un ragazzo molto perbene. Lo rispetto molto. Sono felice di incontrarlo e di giocare contro di lui, ha avuto una carriera incredibile. Spero che quando ci affronteremo saranno belle partite».

Un calciatore che ha vinto tutto, davvero tutto, è ancora capace di sognare?

«Non sono un sognatore e questo non è un sogno: io sono un giocatore e questa è la realtà. Davanti ci sono undici mesi e non è il caso di sognare su ciò che forse arriverà in futuro: puoi vincere se lavori duro. Io voglio vincere tutto, certo, ma so che è molto difficile e so che bisogna soltanto lavorare senza fermarsi mai. Come individui e come squadra. Spingi più che puoi e alla fine vedremo quale sarà il risultato».

De Bruyne, Lukaku, McTominay, Gilmour e Conte: è un Premier Napoli.

«Forse prima in Serie A c’erano più italiani, mentre ora tutti i campionati sono sempre più aperti. Con più giocatori provenienti da tanti Paesi e tante leghe differenti. È una buona cosa, dà una buona influenza. Per quanto mi riguarda è ottimo che qui ci siano tanti ragazzi che parlano inglese e che possono aiutarmi nella comprensione e nell’inserimento».

Grealish le ha chiesto di Napoli?

Sorride. «Maybe… Forse». E ride ancora.

Quante lingue conosce?

«Quattro».

Mazzocchi le sta già insegnando il napoletano?

«Nooo, è difficile. Devo prima imparare l’italiano, capisco ancora poco».

Com’è il nuovo gruppo dopo dieci anni di City?

«Bello! I miei compagni mi piacciono davvero tanto, sono proprio belle persone. Il livello è molto alto».

Dicono che sia toccato anche a lei esibirsi al compleanno di Conte…

«Ebbene sì, ho cantato in inglese. Robbie Williams. Non sono capace di farlo in italiano».

Che squadra è il Napoli?

«È forte, c’è tanta qualità: l’anno scorso, del resto, i ragazzi hanno vinto lo scudetto, ma ovviamente quest’anno partirà una nuova sfida e vincere di nuovo sarà difficile. Però penso che si possano fare buone cose: sono venuto per questo, perché io credo in questa squadra. Ha una buona struttura e un buon allenatore. E sono ottime basi».

La preoccupano i risultati delle amichevoli?

«No, per niente. Ovviamente vorresti vincere sempre, anche le amichevoli, ma capisci che stai lavorando ed è una fase diversa. Siamo appena a metà preparazione. E comunque credo che nel secondo tempo con il Brest abbiamo giocato bene. Ripeto, non sono preoccupato: andrà tutto bene».

Quante volte Manna l’ha chiamata per convincerla ad accettare il Napoli?

«Personalmente non molte: l’ho visto un paio di volte a Manchester, è venuto a casa mia, e per il resto ha parlato con i miei avvocati e cose simili. Poi mia moglie è stata a Napoli per farsi un’idea. Una procedura normale».

Ha trovato casa?

«Ci stiamo ancora lavorando».

L’ha chiamata anche la Juve, vero?

«Ho avuto varie conversazioni con tanti club attraverso il mio entourage. Ma è la normalità quando sei libero»

Chi è il miglior giocatore della Serie A?

«Per i miei impegni sportivi non l’ho seguita molto. Ho assistito alla vittoria del Napoli e al finale di stagione. E so che anche l’Inter ha una buona squadra».

Chi è in questo momento il migliore del mondo, secondo lei?

«È difficile dirlo, ci sono tanti alti e bassi. E ci sono veramente ottimi giocatori in giro».

Un nome fuori concorso: Maradona.

Sussulto. «Ah! Leggenda. Leggenda di questo gioco, of course. Avendo giocato prima di me, ho potuto vederlo solo attraverso i filmati: è molto importante nella storia del calcio e per tutto quello che ha fatto per il movimento. E poi lo è moltissimo per Napoli».

È stato al murale di Diego dei Quartieri Spagnoli?

«Non ancora, ci andrò. Sono stato in città appena due giorni, non ho avuto molto tempo. Ho visto Capri, davvero bella».

In passato ha visitato Napoli con Mertens.

«Nove anni fa: ho girato un po’ con Dries ma non ancora con Romelu e voglio farlo per conoscere tutto. Loro sono due amici, conosco Lukaku da quando avevamo tredici anni».

Perdoni la curiosità personale: perché si è sposato a Sant’Agnello?

«Volevamo più di una cerimonia: secondo tradizione belga puoi scegliere tre Paesi e fare tre feste, e l’Italia è veramente un bel posto. Quindi ci siamo guardati un po’ intorno e siamo andati dove c’era Dries. E credetemi: è soltanto una coincidenza che sia così vicino a dove viviamo ora».

Il destino. A proposito: la sua famiglia è già a Napoli?

«In questo momento è ancora in Inghilterra, stiamo organizzando il trasloco: dobbiamo ancora prendere casa, spostare le nostre cose, i nostri tre figli ed essere pronti con le scuole a settembre. C’è tanto lavoro da fare e io sono spesso fuori. Mia moglie Michèle probabilmente verrà a fine agosto con i bimbi. Dopo dieci anni in Inghilterra dovremo abituarci a un nuovo modo di vivere, ma sono sicuro che andrà tutto bene».

Se non avesse giocato al calcio, che lavoro avrebbe fatto?

«Solo il calciatore. Non esiste altro e non c’è altro lavoro. Non sarebbe mai potuto essere diverso».

Il suo cantante preferito?

«Mi piacciono tanti generi diversi: old school, Anni 90, hip hop, musica classica. Non c’è un solo cantante».

Ascolta anche Noa Lang?

«Un pochino ma non gli do tanta fiducia». E ride ancora.

Esiste un erede di De Bruyne?

«Non lo so. E non voglio che nessuno sia come me: tu devi essere te stesso, io non vorrei essere nessun altro. Ognuno ha le proprie qualità e le proprie caratteristiche speciali. Quando parlo ai giovani dico sempre: sii te stesso, esprimiti. Oggi ci sono tanti modi per informarsi, crescere e aumentare la qualità del proprio gioco».

Perché ha scelto la maglia numero 11 dopo tanto 17 e tanto 7?

«Perché era disponibile! Solo per questo».

E giù un’altra risata contagiosa. Come trascorre il suo tempo libero?

«Mi piace giocare a golf e a padel. Ma di base il mio hobby è portare i miei bimbi in giro a giocare a calcio. Mi piace guardare come giocano, mi diverte la vita con i miei figli. Per me è importante aiutarli e vederli crescere. Fare cose normali nella vita mi diverte e mi dà molta pace. Perché la vita è pazza».

Un concetto che richiama Pino Daniele: un mito, un idolo di Napoli. L’ha mai ascoltato?

«No. Lo farò».

Tra le sue canzoni più famose ci sono: “Je so’ pazzo” e “Yes i know my way”. Scelga il suo titolo.

«Direi: “Yes i know my way”».

Per vincere con il Napoli, s’intende.

«Spero di sì. Ognuno ha il proprio modo. Io cerco di vivere a modo mio, di essere felice e di spingermi fin dove voglio arrivare. E di godermi la mia vita».

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