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·7 November 2025

🟡🔴 Di Fra: “Dubbi sugli esterni, Sottil sta meglio. Teniamo profilo basso”

Gambar artikel:🟡🔴 Di Fra: “Dubbi sugli esterni, Sottil sta meglio. Teniamo profilo basso”

PianetaLecce.it ha riportato l’intera conferenza stampa dell’allenatore del Lecce Eusebio Di Francesco alla vigilia del match col Verona.

“Non possiamo abbassare i centrocampisti a fare i difensori e gli altri a fare i centrocampisti. Se io abbasso troppi centrocampisti, l’equilibrio in mezzo chi lo dà? Gli altri giocherebbero liberi. Voglio dire: è sempre una coperta corta”.


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Che cosa la stupisce dei gialloblù? “Il Verona ha dei giocatori davanti molto interessanti, specialmente Giovane che ha del talento. Sono giocatori molto bravi ad attaccare la profondità, a far diventare un’azione difensiva immediatamente offensiva. Sono quei giocatori fastidiosi che, per caratteristiche, potrebbero dar noia alla struttura dei nostri giocatori”.

Che cosa dovrà fare il Lecce? “Noi dobbiamo lavorare, al di là del discorso individuale, di reparto e di squadra, per cercare di dare meno possibilità a loro di ripartire con velocità e immediatezza. Per quello sarà importante, prima di tutto, fare un’ottima fase preventiva, per poi non doverla curare successivamente. Abbiamo lavorato in questa direzione per affrontare una squadra che, dal mio punto di vista, ha raccolto molto meno di quello che ha meritato sul campo”.

Cosa vorrebbe che il Lecce aggiungesse? “Magari maggiore capacità di concretizzare, però l’abbiamo ripetuto un po’ troppo spesso. Io credo che stiamo crescendo partita dopo partita. Secondo me, dobbiamo dare forza anche al risultato, ed è quello che abbiamo fatto specialmente a Firenze, rimanendo sempre compatti in ogni situazione, sapendo soffrire insieme quando c’era da soffrire e attaccare quando ne avevamo la possibilità. Alternare questa capacità di aggredire alti a quella di rimanere compatti un pochino più in altezza media e dare continuità a questo. Poi, per il resto, sono convinto che i gol che ci aspettiamo in più arriveranno”.

Qualcuno vuole giocare di più, ma toccando la squadra si rischia di metterla in difficoltà. Come si sente? “Sono cose positive, perché sono felice del fatto che mi mettano in difficoltà negli allenamenti e nelle prestazioni, sia chi subentra, ma anche chi si allena bene e ha avuto meno opportunità. Di questo sono molto contento, e vi assicuro che la cosa più difficile per un allenatore è mantenere sempre alta l’attenzione e la qualità dell’allenamento nei giocatori che giocano meno”.

Ha scelto la formazione? “Ho sempre qualche dubbio, anche in base alla squadra che andiamo ad affrontare. Sto facendo delle scelte che potrebbero essere simili o differenti. E poi ribadisco per l’ennesima volta una cosa a cui voi date poca importanza, ma che secondo me nel calcio moderno è fondamentale: i cinque cambi. Possono fare la differenza, come l’hanno fatta spesso in tante partite, e lo devono fare anche per noi. Mi auguro che possa essere sempre questa l’arma in più di questa squadra: i giocatori che entrano e possono determinare, per mettermi poi ancora più, tra virgolette, ‘in difficoltà’ per le scelte successive”.

Ramadani è il giocatore che corre di più in Serie A. “Lo mandiamo alla maratona (ride, ndr), qual è la prossima? Non è solo la quantità, io credo che lui abbia proprio queste caratteristiche da maratoneta dentro la partita. Non è solo la quantità, è anche la qualità della corsa che poi fa la differenza. Quando si leggono anche i numeri, che valgono pure sui passaggi riusciti, bisogna saperli interpretare. Se io indovino il 99% dei passaggi, ma la do sempre a quello più vicino, secondo me è troppo facile. Per quello bisogna diversificare un po’ le cose, legandole anche al discorso della corsa. E Rama, devo dire, lo sta facendo con cognizione e intelligenza tattica. Eccoci, questa è la cosa positiva”.

Qual è lo step che deve fare? “Noi dobbiamo migliorare nella qualità del passaggio e della corsa, e abbiamo le potenzialità e la forza per poterlo fare. Tornando a Ramadani, al di là di quello che ha messo dentro la corsa, c’è la grande disponibilità che mette all’interno della partita nei confronti dei propri compagni e non la deve perdere. Quando si lavora in maniera umile, ma consapevole delle proprie caratteristiche, queste cose porteranno sempre frutto e vantaggio alla squadra”.

Come interviene per migliorare questo aspetto? “Un vecchio capitano mi ha insegnato una cosa, e lo dico spesso ai giocatori: ‘Quando si accorciano le gambe, si allunga la lingua’. Perciò, fino a quando i miei giocatori avranno la lingua corta, avranno più possibilità di giocare. Vale per tutti. Nel calcio moderno, ma anche prima, se non si corre, se la palla non si conquista, se non ci si mette nelle posizioni giuste, se non si attaccano gli spazi per fare gol, non si è dentro la gara. Essere in condizione ottimale ed essere presenti durante la gara, in maniera continua, è fondamentale in tutti i ruoli. Poi c’è chi è più ‘scattista’ e chi è più ‘maratoneta’, che fa della capacità metabolica la sua qualità migliore. Per quello, teniamo la lingua corta e le gambe lunghe”.

Che cosa la soddisfa di più a livello di singoli? “Non mi piace parlare in questo momento di singoli e non mi piace ‘godermi’ un momento positivo, perché lo è stato dopo la partita, per le successive 24 ore. Poi, una volta che si rientra in campo, non dobbiamo perdere quei concetti che ho espresso prima, soprattutto per una squadra che ha ancora tanto da lavorare e da migliorare, e dove l’obiettivo finale è ancora lontano. Per quanto riguarda i singoli, ne potrei nominare tanti. Sono molto più contento dei giocatori che magari hanno meno possibilità di giocare, ma si allenano veramente bene, e ti assicuro che ne ho tanti, senza fare nomi. Altri invece, vedendo che non giocano, si ‘addormentano’ un po’ e non reagiscono alle difficoltà che possono capitare durante una stagione. Ma siccome abbiamo davanti ancora 28 partite, vorrei che i ragazzi capissero che, prima o poi, capita a tutti l’opportunità per poter far bene, entrare e magari non uscire più”.

Parlando della squadra, cosa la rende più felice? “Per la squadra, non c’è una cosa in particolare: siamo riusciti a essere compatti, sempre uniti nelle due fasi, a riconoscere quando poter andare e quando non poterlo fare tutti insieme. Credo che una squadra che voglia arrivare in fondo debba avere sempre questa capacità: rimanere corta durante la partita, in entrambe le fasi. Non mi piacciono le squadre che si allungano, che lasciano quei mezzi spazi che possono dare fastidio a tutti”.

Avete lavorato sui piazzati? “Sì, abbiamo lavorato anche in questa direzione. Solitamente lo facciamo nel fine settimana: infatti l’abbiamo fatto un po’ oggi e ieri, ma sono importanti anche quelli difensivi: ci stiamo lavorando da diverso tempo. Siamo passati dalla marcatura a zona a quella a uomo, dalla mista, per cercare di trovare sempre soluzioni migliori in base anche agli avversari, perché a volte ci sono dei saltatori più pericolosi di altri o più capaci di attaccare determinati spazi. Ti dico un aneddoto: tanto tempo fa, una partita con un’altra squadra che allenavo, feci forse 35 minuti di fase difensiva per coprire il calcio di Veloso sul primo palo. Ho preso due gol sul primo palo su calcio piazzato di Veloso! Allora, voglio dire, tante volte tu dici ‘caspita, non c’hai lavorato’, ma dipende sempre da come approcci la partita, dall’attenzione che ci metti durante la gara, dall’impeto. Ci sono tanti aspetti importanti”.

Ha dei dubbi sugli esterni? “C’è sempre, anche durante gli allenamenti che facciamo lì davanti, perché ho delle alternative in questo momento con caratteristiche differenti. L’unico che potrebbe essere un po’ in ritardo di minutaggio è Sottil, perché è un giocatore che si è allenato un po’ meno: è entrato la scorsa settimana, però devo dire che sta crescendo di condizione. L’ho visto bene e può essere per noi una soluzione importante, anche per le caratteristiche che ha nell’uno contro uno, la capacità di andare al tiro con grande velocità e l’esperienza che ha rispetto ad altri in questo campionato. Per quello, sono contento di avere più possibilità: la possibilità, a volte, di mettere Pierotti anche dietro l’attaccante. Ci sono diverse soluzioni che possiamo attuare durante la partita, in base anche a come si mette la gara”.

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