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·15 Desember 2025

Eredità Agnelli, il Gip chiede l’imputazione coatta per John Elkann e Ferrero

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Si complica e si articola su due binari il fronte giudiziario che riguarda John Elkann nell’ambito dell’inchiesta sull’eredità Agnelli. Il gip del tribunale di Torino, Giovanna De Maria, ha infatti convocato una nuova udienza per l’11 febbraio, rinviando la decisione sulla richiesta di messa alla prova avanzata dal CEO di Exor. Il giudice ha deciso di prendersi ulteriore tempo per esaminare la memoria depositata dalla difesa, posticipando così ogni determinazione sul punto.

Parallelamente, nell’altro filone dell’inchiesta, il gip Antonio Borretta ha ordinato alla Procura di formulare l’imputazione nei confronti di John Elkann per due dei sei capi originariamente contestati, legati alle dichiarazioni dei redditi presentate dopo la morte di Marella Caracciolo, vedova dell’Avvocato Gianni Agnelli. Si tratta di un’imputazione coatta, dal momento che su queste ipotesi di reato la Procura aveva invece chiesto l’archiviazione.


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Nel diritto penale, l’imputazione coatta è il provvedimento con cui il giudice, non condividendo la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, ordina al pubblico ministero di formulare l’imputazione e avviare il processo nei confronti dell’indagato, ritenendo che vi siano elementi sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio.

La decisione arriva dopo che i pm torinesi, una volta chiuse le indagini preliminari sull’eredità di Donna Marella, avevano espresso parere favorevole alla sospensione del procedimento con messa alla prova richiesta da Elkann. La stessa Procura aveva inoltre domandato l’archiviazione integrale per Lapo Ginevra Elkann e per il notaio svizzero Robert Urs Von Gruningen, in relazione ai reati di dichiarazione infedele e truffa ai danni dello Stato. Nei confronti di John Elkann, invece, era stata sollecitata un’archiviazione parziale per l’ipotesi di dichiarazione infedele, limitatamente a due annualità, accompagnata comunque dal via libera alla messa alla prova, che avrebbe di fatto chiuso il procedimento anche secondo l’impostazione dell’accusa.

Richieste che il gip Borretta ha accolto solo in parte. Il giudice ha disposto l’archiviazione completa per Ginevra e Lapo Elkann e per il notaio Von Gruningen, ma ha ordinato al pubblico ministero di formulare l’imputazione per due capi nei confronti di John Elkann e del commercialista Gianluca Ferrero (da gennaio del 2023 presidente della Juventus), anche lui coinvolto nell’inchiesta.

Una decisione che ha suscitato la reazione immediata dei legali della famiglia Elkann: «Pur esprimendo la nostra soddisfazione per le archiviazioni disposte dal gip Borretta, la sua decisione di imporre al pm di formulare l’imputazione per John Elkann e Gianluca Ferrero è difficile da comprendere, perché in contrasto con le richieste dei Pubblici ministeri, che erano solide e ben argomentate per tutti i nostri assistiti». Per questo, hanno aggiunto i difensori, «depositeremo ricorso per Cassazione eccependone l’abnormità».

Sul fronte della messa alla prova, intanto, resta in sospeso la decisione dell’altro gip, Giovanna De Maria. I legali di Elkann hanno depositato una memoria illustrativa e spiegano di aver insistito «per l’accoglimento dell’istanza», rinviando ora ogni valutazione all’udienza fissata per l’11 febbraio.

In ogni caso, la linea difensiva resta ferma. «Ribadiamo la nostra ferma convinzione che le accuse mosse a John Elkann siano prive di qualsiasi fondamento e riaffermiamo la forte convinzione che egli abbia sempre agito correttamente e nel pieno rispetto della legge», sottolineano gli avvocati. E precisano che la scelta di «aderire a un accordo non implica alcuna ammissione di responsabilità ed è stata infatti ispirata solo dalla volontà di chiudere rapidamente una vicenda personale molto dolorosa», tanto più dopo aver definito con l’Agenzia delle Entrate «ogni possibile controversia attinente i tributi potenzialmente gravanti sui fratelli Elkann in qualità di eredi di Donna Marella Agnelli».

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